Unabomber, concessi altri 60 giorni per presentare i risultati della perizia decisiva
Il protrarsi dell'attesa, oltre a lasciare in sospeso gli indagati, ha determinato sinora la decorrenza dei termini di prescrizione per tutti gli attentati meno uno, quello del 6 maggio 2006 a Porto Santa Margherita, a Caorle

Sta diventando infinita l'attesa per conoscere i risultati della perizia decisiva sul caso Unabomber nell'ambito del procedimento giudiziario in corso a Trieste.
Giampietro Lago, ex comandante del Ris di Parma, ed Elena Pilli, antropologa molecolare forense, avevano sabato 24 maggio 2025 come termine ultimo per presentare i risultati del loro lavoro, ma il gip di Trieste Flavia Mangiante, su richiesta dei periti medesimi, ha concesso loro altri 60 giorni di tempo.
Si dovrà quindi ancora aspettare per capire se il Dna ricavato, con le nuove tecnologie, dai reperti probatori a carico di Unabomber corrisponda o no a una delle 11 persone iscritte nel registro degli indagati dopo la riapertura dell'inchiesta.
I difensori delle stesse, avvocati Alessandra Devetag, Maurizio Paniz, Paolo Dell'Agnolo e Leopoldo Da Ros, stanno in tal senso studiando se chiedere al gip Mangiante, che ha ereditato gli atti dal collega Luigi Dainelli, andato in pensione di recente, la convocazione in aula dei periti per capire il motivo di queste continue richieste di proroga.
Dall'incarico affidato a Lago e Pilli, nel marzo 2023, sono passati oltre due anni. Il loro lavoro di comparazione del Dna nel frattempo è stato esteso anche alle persone che possono potenzialmente aver avuto contatti accidentali con i reperti, eventualmente inquinandoli.
Il protrarsi dell'attesa, oltre a lasciare in sospeso gli indagati, ha determinato sinora la decorrenza dei termini di prescrizione per tutti gli attentati meno uno, quello del 6 maggio 2006 a Porto Santa Margherita, a Caorle, quando deflagrò un ordigno nascosto sotto il tappo di una bottiglia contenente un messaggio e un infermiere di Mestre, all'epoca 26enne, rimase ferito.
Anche in questo caso, però, la possibilità di chiedere un risarcimento è destinata a cadere. Pressoché impossibile, infatti, che un eventuale processo a uno o più accusati si chiuda in meno di un anno a partire da oggi.
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