Ritrovata la testa del cadavere decapitato sull’A22: dopo 17 anni si chiude il cold case di Chiusa

Svolta nel caso del corpo senza testa trovato nel 2008 sull'Autostrada del Brennero: ritrovato per caso in Germania il cranio della vittima. Ecco la storia incredibile che c’è dietro

La redazione
Cold case del cadavere decapitato sull'A22: ritrovato il cranio della vittima dopo 17 anni

Dopo 17 anni di mistero, arriva una svolta decisiva nel macabro caso del cadavere decapitato scoperto il 21 febbraio 2008 lungo l'autostrada del Brennero, nei pressi di Chiusa, in Alto Adige. Nelle scorse settimane, in Germania, è stato ritrovato un cranio che, con tutta probabilità, appartiene a Mustafa Sahin, la vittima rimasta senza nome per anni e identificata solo recentemente grazie alle indagini coordinate tra le autorità italiane e tedesche.

Il ritrovamento in Germania

La scoperta è avvenuta nel giardino di una casa a Sontheim an der Brenz, in Germania, dove in passato abitava Alfonso Porpora, 61enne di origini siciliane, riconosciuto come l'autore del delitto. Il nuovo proprietario dell'abitazione, durante alcuni lavori, ha rinvenuto un cranio nascosto sotto delle lastre di cemento. Si attende ora il risultato degli esami del DNA, che potranno confermare in maniera definitiva l'identità della vittima, anche se gli inquirenti considerano l'ipotesi ormai altamente probabile.

L'omicidio e il lungo mistero

Il corpo senza testa venne trovato all'interno di un grosso cartone abbandonato lungo l'autostrada A22, vicino Chiusa, il 21 febbraio 2008. Per anni, l'identità della vittima è rimasta ignota, così come l'autore e il movente dell'omicidio. Solo nel 2024, grazie alla collaborazione tra la Procura di Bolzano, la Squadra Mobile e la polizia tedesca del Baden-Württemberg, il caso ha trovato una risposta.

Gli investigatori hanno ricostruito che si trattava di Mustafa Sahin, 20enne cittadino tedesco di origini turche, genero di Porpora. Sahin viveva proprio a Sontheim an der Brenz con la compagna — figlia di Porpora — e i loro due bambini. Stando a quanto riportato dalla stampa tedesca, il giovane era stato costretto a sposare la donna dopo che lei era rimasta incinta, ma il suocero non aveva mai accettato il genero.

La confessione e il legame con gli altri omicidi

Il movente e i dettagli del delitto sono emersi solo quando Porpora, già detenuto per altri due omicidi, ha confessato anche l'uccisione di Sahin. L'uomo aveva strangolato il ragazzo, smembrato il corpo e trasportato parte dei resti in Italia, abbandonandoli lungo l'A22. Per anni, aveva imposto alla figlia il silenzio, costringendola a raccontare agli inquirenti che il marito si era allontanato volontariamente.

Porpora, soprannominato dalla stampa tedesca il "padre-killer di Sontheim", è stato riconosciuto colpevole di tre omicidi, tutti caratterizzati dalla stessa brutale dinamica: strangolamento, smembramento e occultamento dei cadaveri.

Il secondo omicidio risale al 2014. Anche in quel caso, la vittima era un compagno della figlia, Marco, strangolato in garage con la complicità dei due figli di Porpora. Dopo aver nascosto il corpo in un congelatore, il cadavere fu smembrato con una motosega e i resti trasportati fino in Sicilia, dove furono sepolti in un bosco vicino Enna.

Nel 2018, l'uomo ha ucciso anche il proprietario del garage che aveva preso in affitto. Prima del delitto, Porpora e i due figli avevano legato la vittima per costringerla a firmare alcuni contratti. Anche in questo caso, le modalità furono particolarmente cruente.

Le condanne e il riconoscimento della vittima

Attualmente, Porpora sta scontando l'ergastolo in Germania, mentre i suoi due figli sono stati condannati a 9 e 15 anni di reclusione per la loro complicità negli omicidi.

Il collegamento tra il cadavere ritrovato in Alto Adige e il caso di Sahin è stato possibile dopo la confessione di Porpora. La polizia tedesca ha chiesto la collaborazione della Procura di Bolzano e ha ricevuto le fotografie dei resti rinvenuti nel 2008. È stata la moglie di Sahin, figlia dell'assassino, a riconoscere il marito osservando le mani e gli abiti della vittima. Successivamente, il confronto del DNA tra i due figli e i genitori di Sahin ha dato conferma definitiva.

Una lunga e drammatica vicenda verso la chiusura

Con il recente ritrovamento del cranio e i prossimi accertamenti sul DNA, si avvia finalmente alla conclusione uno dei cold case più inquietanti degli ultimi decenni in Alto Adige, caratterizzato da una catena di omicidi familiari e da anni di silenzi e menzogne.

Le autorità attendono ora gli esiti ufficiali delle analisi per poter chiudere definitivamente l'inchiesta su questo caso che, per la sua brutalità e la lunga ombra di mistero, ha colpito profondamente l'opinione pubblica sia in Italia che in Germania.

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