Il momento d’oro del tennis azzurro, Renzo Furlan: «Sinner crescerà ancora, Musetti può diventare il numero 3»
Il coach e commentatore analizza il recente passato e il prossimo futuro: «Il dominio Jannik-Alcaraz durerà ancora due/tre anni, Paolini nel 2026 può fare anche meglio di questa stagione»

Il 2025 in Italia è stato l’anno del tennis non solo grazie a Jannik Sinner. Alle spalle del numero 2 al mondo (o 1 bis se preferite) c’è un movimento molto fertile come conferma la presenza di nove giocatori italiani nei primi cento. I tennisti italiani hanno vinto undici tornei (sei Sinner, tre Darderi e due Cobolli), Jasmine Paolini ha trionfato a Roma, abbiamo vinto per la terza volta di fila la Coppa Davis e fatto il bis nella Billie Jean King. Numeri pazzeschi che sembravano impossibili solo qualche anno fa. Ma il bello è che il 2026 si presenta con altrettanto luminoso come ci conferma Renzo Furlan, ex tennista, oggi coach ma anche apprezzatissimo commentatore su Sky che ci ha fatto una carrellata del tennis azzurro parlando di quello che è stato ma anche di quello che potrà essere.

Furlan, partiamo dall’Australian Open: Sinner fa il bis e completa un dominio iniziato cinque mesi prima a New York nonostante la spada di Damocle della squalifica.
«Sono stati cinque mesi da Sinner, era a un livello dove solo Alcaraz avrebbe potuto dargli fastidio».
A febbraio arrivano i tre mesi di squalifica. Ha mai pensato che il “giocattolo Jannik” potesse rompersi?
«Sinceramente no. Perché conosco il ragazzo, so quanto è intelligente e so chi sono le persone che gli stanno vicino. Poteva esserci un po’ di apprensione al primo torneo, ma scollinato Roma non c’erano più dubbi sul suo ritorno ad alto livello».
Sinner torna a Roma e va in finale, idem a Parigi dove perde dopo quei famosi tre match point consecutivi falliti. Eppure a Wimbledon si rialza. Lo ha sempre fatto dopo le (rare) sconfitte.
«Stiamo parlando di un giocatore che è sempre votato a dare qualcosa in più. Si chiama mentalità. Sinner e Alcaraz non si accontentano mai e quando perdono alzano il livello continuando a rincorrersi uno con l’altro. Dopo Wimbledon è toccato allo spagnolo inseguire, dopo gli Us Open a Jannik».
Ha lasciato un po’ perplessi il problema dei crampi accusato a Shanghai.
«Può succedere. Si giocava in condizioni estreme e infatti anche altri giocatori sono collassati. Può essere stato un problema di idratazione».
«Sinner e Alcaraz per due-tre anni non avranno rivali al loro livello»
Senza quei tre mesi di squalifica Sinner avrebbe chiuso il 2025 da nº 1?
«Sì, non ci sono dubbi. In quel periodo ha saltato quattro mille, di cui due Indian Wells e Miami, che Jannik ama giocare. E gli sarebbe bastato fare meglio a Shangai per chiudere davanti ad Alcaraz. Questo la dice lunga sulla stagione che ha comunque fatto».
È corretto immaginare che l’obiettivo principale di Sinner nel 2026 sarà Parigi come nel 2025 lo è stato Wimbledon?
«Sono sicuro che al Roland Garros lo vedremo con il coltello tra i denti perché è l’unico Slam che gli manca. Ma cercherà di ottenere il massimo ovunque».
Ci sarebbe anche Roma dove un italiano non vince da 49 anni...
«Anche quello sarà sicuramente un obiettivo di Jannik».
Il servizio è il colpo che Sinner ha più migliorato, ora si può fare meglio nel gioco di volo e nell’aumentare le discese a rete. Concorda?
«Quando dopo gli Us Open disse che il suo gioco doveva diventare più imprevedibile intendeva dire tante cose: essere più aggressivo, avere più estro, più profondità, usare più spesso la smorzata e il back per rompere il ritmo. Lo sta facendo e continuerà a farlo».
Veniamo a Musetti. Non ha vinto tornei nel 2025 ma è entrato nella top ten ed è riuscito a giocare le Finals. L’infortunio muscolare nella finale di Montecarlo lo ha condizionato.
«Lorenzo sulla terra ha perso solo con Alcaraz e Draper. Il suo 2025 è stato ottimo, nel 2026 può puntare a diventare il nº 3 perché paradossalmente gioca meglio rispetto a Sinner e Alcaraz».
Musetti potrà vincere uno Slam?
«Le qualità e il potenziale ci sono, poi la vittoria di uno Slam è legato a tante circostanze. Voi pensate che Djokovic non creda di poter fare suo ancora uno Slam? Certo che sì. Ma deve succedere qualcosa di strano: Alcaraz che incappa in una giornata no nei primi turni, Sinner che ha un inconveniente come a Shanghai. Certo se in semifinale se li ritova tutti e due allora lo sa anche lui che è quasi impossibile».
Capitolo Cobolli: è finito agli onori della cronaca per la vittoria della Coppa Davis, ma prima aveva vinto due tornei e a Wimbledon aveva perso solo nei quarti da Djokovic.
«Flavio ha la personalità per entrare nei primi dieci giocatori al mondo. E cresciuto molto dal punto di vista tecnico-tattico, il dritto è diventato molto più incisivo».
La vittoria della Davis è stata una bella iniezione di autostima, vero?
«Non ha battuto giocatori straordinari, in classifica erano tutti sotto di lui, ma il fatto di averlo fatto da numero 1 gestendo la pressione non è da tutti. Ha giocato match di lotta sia in semifinale che in finale e ne è uscito vincitore. Questi sono momenti che ti aiutano a crescere. Ripeto: Flavio può mirare alla top ten».
Mi ha sorpreso la tempistica della separazione tra Alcaraz e Ferrero»
A proposito di Coppa Davis, l’altro eroe azzurro a Bologna è stato Berrettini. A livello personale a cosa può mirare Matteo nel 2026? La sensazione è che possa essere competitivo nei tornei due su tre, più che in quelli tre su cinque...
«Se sta bene fisicamente, è motivato e non si scoraggia, cosa che ogni tanto gli è capitata, anche lui ha un potenziale da primi dieci. Però per riuscirci deve fare risultati importanti negli Slam. Io credo possa fare grandi risultati soprattutto su una superficie: l’erba».
Nella squadra di Davis faceva parte Sonego. Dove può arrivare nel 2026?
«Lorenzo ha esperienza, è un giocatore fatto e finito, fisicamente non ha mai avuto problemi, adesso ha fatto questa scelta di prendere Santopadre come allenatore full time che gli darà sicuramente una forte motivazione. A livello tattico quando riesce a imporre il suo gioco basato sul servizio e sul dritto se la gioca, ma deve riuscire a migliorare ancora il rovescio. Ecco da lui mi aspetto qualcosa in più in quel colpo».
Darderi, numero 26 al mondo, è stato escluso dalla squadra di Davis perché sul veloce non è competitivo come sulla terra. Intanto, però, dopo Sinner è quello che ha vinto più tornei: tre.
«Proprio questo mi fa pensare che il ragazzo abbia un potenziale enorme. Conoscendolo credo che farà il possibile per sfruttarlo appieno. Dovesse riuscirci potrebbe entrare anche lui nei dieci. Certo, lo stesso ragionamento vale per tutti i giocatori che oggi sono nei primi venti-trenta, ma è giusto che Luciano punti alto».
Luca Nardi è un giocatore esteticamente bellissimo ma che non riesce a decollare. Quali i motivi?
«Volendo fare un paragone motoristico Luca deve alzare i giri del suo motore se vuole crescere di livello. Concordo nel dire che il suo tennis è bello da vedere, a livello di talento è il migliore in Italia assieme a Musetti, ma il talento non basta».

A livello di talento anche Bellucci non scherza. È dello stesso anno di Sinner e bisogna capire cosa vorrà fare da grande, vero?
«Mattia è un giocatore molto estroso, sa fare tante cose, ma non ho ancora capito quale deve essere la fisionomia del suo gioco. Secondo me deve cucirsi addosso un vestito e insistere su quello».
Il 2025 è stato un anno difficile per Arnaldi. Come mai?
«L’infortunio al piede lo ha sicuramente condizionato. Lo considero un giocatore completo, fisicamente molto predisposto. Pur giocando maluccio è riuscito a restare nei primi 60. Se diventa più incisivo la sua classifica migliorerà molto».
Veniamo alle ragazze. Lei è stato fino a un anno fa il coach di Jasmine Paolini che nel 2025 non è arrivata in fondo negli Slam ma ha vinto Roma ed è rimasta nella top ten. Cosa ci può dire su di lei?
«Se è rimasta lì è perché ha consistenza e i suoi mezzi sono notevoli. Ha colpi, fisico e mentalità. Serve meno potente degli altri? Bisogna tenere conto della statura. Sono sincerò; secondo me nel 2026 può fare ancora meglio rispetto al 2025. Rispetto allo scorso anno ha avuto più tempo da dedicare alla preparazione e da questo ne trarrà beneficio».
Torniamo ai primi posti della classifica femminile. Nel 2026 assisteremo al dominio di Sinner e Alcaraz o c’è qualcuno che potrà inserirsi tra loro come fece a suo tempo Djokovic con Federer e Nadal?
«Rune, classe 2003, nonostante il serio infortunio che lo ha colpito (tendine d’achille ndr.) tornerà ad alti livelli, come Musetti è un potenziale numero 3. Poi c’è Fonseca, il brasiliano, che arriverà prima o poi ma non so dove e Mensik che ha vinto il 1000 di Miami. Quindi per rispondere alla domanda il dominio di Sinner e Alcaraz non durerà solo nel 2026 ma per altri due o tre anni».
Come giudica il divorzio tra Alcaraz e Juan Carlos Ferrero?
«Mi ha sorpreso la tempistica. La stagione era già finita da due-tre settimane, potevano decidere prima anche perché le avvisaglie si era avute nel corso dell’anno con qualche frase sibillina di Ferrero su certi comportamenti di Alcaraz».
Cahill resterà ancora un anno sulla panchina di Sinner, tra un anno potrebbe essere Ferrero il sostituto o è fantatennis?
«Tutto è possibile, ma non vedo due personalità che si sposerebbero così bene assieme. Ferrero è eccessivamente rigido. Cahill e Vagnozzi funzionano perché sono due grandi comunicatori, sono empatici e lasciano a Sinner i suoi spazi».
E nel 2026 di Furlan cosa c’è?
«Sono ancora in attesa della proposta giusta. Alcune sono arrivate, ma le ho rifiutate. Sto tranquillo fino a fine anno». Manca poco.
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