La storia di Valeria, tra pattini e semestre a Medicina: «Non posso essere studentessa-atleta»

La ventenne nella squadra del Roll Club di Maserà in provincia di Padova, attesa ai Mondiali in Cina, ha iniziato lunedì i corsi di veterinaria al Bo. «Da pre-iscritta, non ho accesso alla doppia carriera studente-atleta»

Costanza Francesconi
La giovane atleta al campionato italiano a Montichiari, aprile 2025
La giovane atleta al campionato italiano a Montichiari, aprile 2025

Delle due l’una. Promessa del pattinaggio artistico a rotelle o aspirante dottoressa veterinaria. E pensare che Valeria De Gaspari, ventenne di Dolo con origini venezuelane, nella squadra di Maserà attesa ai mondiali d’autunno a Pechino, fin qui si è magistralmente barcamenata tra la vita da studentessa e da pattinatrice.

Se non che, da matricola del semestre filtro iniziato lunedì al Bo, non sa ancora come gestire, dalla Cina, l’obbligo di frequenza richiesto a Medicina Veterinaria anche da remoto. «Chiedo direttive all’ateneo e al ministero dalla scorsa primavera ma, da pre-iscritta, non ho accesso alla doppia carriera studente-atleta».

Valeria de Gaspari, 20 anni
Valeria de Gaspari, 20 anni

Ora le è chiara la sua posizione?

«No, non ancora. In mancanza di precedenti, pare che né l’ateneo né a Roma sappiano rispondere con precisione. E ciò aggiunge, almeno nella mia esperienza, incertezza ulteriore rispetto all’ingresso a Medicina veterinaria già in sospeso per questi primi sei mesi».

Quando e dove ha cercato risposte?

«Da che, prima dell’estate, sono trapelate le primissime e approssimative notizie su prove d’ammissione e modalità d’insegnamento. Allora il piccolo gruppo DéjàVu della scuola di pattinaggio RollClub Asd con cui competo era già stato convocato ai mondiali. La segreteria universitaria mi ha rimandato al ministero, il quale ha risposto a sua volta che ogni ateneo può applicare l’obbligo di frequenza alle lezioni a sua discrezione, ma non è chiaro. Ho poi valutato la doppia carriera studente-atleta che, però, tra i requisiti ha l’iscrizione effettiva. Cosa che per il primo semestre aperto non posso completare. Mi sono così appoggiata a una tutor. Tra fuso, allenamenti e gara, farò del mio meglio per collegarmi da Pechino».

Cosa l’ha messa più in difficoltà?

«La disorganizzazione di quest’anno accademico e quanto poco possa, nonostante i sacrifici, per trovare la quadra. Amo quello che faccio – mi alleno quotidianamente dalle 21.15 alle 23.30 – ma so che prima viene il futuro. Sono cresciuta in una famiglia di medici, gli umani non mi suscitano la stessa passione degli animali, perciò sogno di diventare veterinaria. L’unica cosa che percepisco dopo due giorni di lezione è la fretta di una corsa contro il tempo per preparare delle prove di ammissione che nemmeno i docenti, ovviamente, sanno e possono prefigurarsi».

È già stata in classe?

«A me tocca domani (oggi, ndr). Un po’ mi sembra di essere tornata al Covid. Prettamente collegata al video, ma senza conoscere i miei compagni di avventura, sento sfumare l’entusiasmo per la vita universitaria».

A quale coreografia lavora con il tuo gruppo?

«Alla fantastica storia di Turandot nell’omonima opera di Giacomo Puccini».

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