Sinner, bentornato numero uno ma adesso che succede?
Rispetto ad Alcaraz, l’altoatesino ha una continuità di rendimento superiore. Ma ora deve sbancare alle Finals di Torino e sperare che lo spagnolo si fermi a due successi

Chissà se oggi qualche solone lo criticherà ancora sui social per la mancata partecipazione alla Coppa Davis, perché paga le tasse a Montecarlo o altre amenità varie. Detto che a farlo sono sempre personaggi estranei al mondo della racchetta, e che quindi non possono capire le dinamiche del tennis, ancora una volta la cosa giusta da fare è celebrare l’ennesima impresa di Jannik Sinner che ha conquistato il torneo indoor Atp 1000 di Parigi e, complice l’immediata eliminazione di Carlos Alcaraz, si è ripreso lo scettro di numero 1 nella classifica Atp.
Per quanto? Tutto è legato al risultato delle Finals che prenderanno il via domenica a Torino. Per restare davanti al rivale spagnolo Jannik dovrà vincere il torneo imponendosi in tutte e cinque le partite e sperare contemporaneamente che Carlos si fermi a due successi, ipotesi alquanto ardita.
Ma possiamo dirlo? Cambierebbe qualcosa? Secondo noi no, e secondo il diretto interessato nemmeno.
«Questa vittoria a Parigi – ha detto Sinner al termine della vittoria su Auger Aliassime per 6-4, 7-6) – significa molto per me e il mio team. Abbiamo reagito alle difficoltà e al di là di quello che succederà a Torino, chiudere la stagione con due vittorie ha un grande significato. Mi sento un giocatore migliore. La partita è stata molto dura, faccio i miei complimenti a Felix e sono molto contento di averla portata a casa. Ringrazio il mio team per spingermi sempre al limite, è stata una settimana incredibile, come anche gli ultimi due mesi».
Il confronto a due

Nella classifica che verrà diramata questa mattina dall’Atp Sinner salirà a quota 11.500 punti contro gli 11.250 di Alcaraz. Insomma, anche i numeri confermano l’equilibrio straordinario tra due campioni che, in attesa dell’arrivo di un terzo incomodo, stanno segnando l’era del tennis di oggi. Per Sinner, essere lassù, anche se di pochissimo, pur avendo saltato tre mesi di stagione e i tornei di Miami, Indian Wells sul cemento e Montecarlo, Madrid e Barcellona sulla terra, è un mezzo miracolo.
Di sicuro, rispetto ad Alcaraz, Sinner ha una continuità di rendimento superiore e certificata anche dai numeri di questo 2025. L’altoatesino ha disputato undici tornei conquistando nove finali (non è arrivato in fondo ad Halle, dove ha perso da Bublik, e a Shanghai quando è stato costretto al ritiro per crampi nel match con Griekspoor).
È arrivato in finale nove volte (dieci se si conta anche il torneo-esibizione della King Six Slam) vincendone cinque. All’epilogo ha perso solo contro Alcaraz: a Roma, dove era al rientro dopo i tre mesi di squalifica, a Parigi dove fallì tre match point consecutivi, a Cincinnati, dove si ritirò per un malore e a New York. E negli Slam è sempre arrivato all’ultimo atto.
Inchiodato sulla diagonale

Proprio l’abitudine a giocare le finali ha fatto un po’ la differenza nella partita contro Auger Aliassime. Il canadese è partito timido e ha perso il servizio al primo gioco, particolare che gli è risultato fatale visto il 6-4 finale.
La bravura di Sinner, rispetto alla semifinale degli Us Open che vinse in quattro set, è stata quella di far giocare molto raramente il dritto al suo avversario, obbligato a resta inchiodato sulla diagonale del rovescio, il suo colpo meno penetrante. Numero 1 per forza mentale, ma anche di strategia e di gestione delle situazioni.
«Non c’è mai stato durante la finale un attimo in cui si sia avuta la percezione che l’inerzia della partita potesse cambiare», ha sottolineato in telecronaca su Sky Paolo Bertolucci. Vero. Nemmeno quando sul 5-5 Jannik, complice un doppio fallo, si è ritrovato 40-40 e quindi con l’avversario a due punti dal terzo set. Grande lucidità anche nel tie break, con il punto conquistato sul servizio dell’avversario sul 2-1 e mantenuto fino alla fine con il punto decisivo arrivato con un dritto lungolinea. Eloquente il gesto del suo staff che, mentre Jannik stava raggiungendo per un abbraccio, si è tolto al completo il cappellino in segno di riverenza verso il re del tennis.
Un favore a MusettI
La vittoria di Sinner contro Auger Aliassime è anche un favore a Lorenzo Musetti in chiave Atp Finals. Il carrarino, che adesso è sceso al numero nove, deve vincere l’Atp 250 di Atene dove ha chiesto una wild car e contemporaneamente deve sperare che Aliassime non arrivi in finale a Metz. «Sarebbe bello avere in gara due singolaristi oltre al doppio, è difficile ma spero che Lorenzo ce la faccia», ha aggiunto Jannik.
Completamente diverso il programma di Sinner, che è comunque reduce da uno sforzo importante (dieci gare tutte vinte in dodici giorni tra Vienna e Parigi). Per lui un paio di giorni di assoluto riposo e poi mercoledì il viaggio verso Torino dove, giovedì, si terrà il sorteggio dei due gironi. Il neo numero 1 al mondo, rispetto a dodici mesi fa, non ci arriva nelle condizioni ideali (e nemmeno gli alti sono al top) ma, in attesa di capire se ci sarà anche Djokovic, considerata la superficie non può non essere considerato il grande favorito assieme ad Alcaraz. Quella di domenica a Parigi, infatti, è la 26ª vittoria consecutiva di Sinner indoor. L’ultimo che è riuscito a batterlo è stato Djokovic nella finale del 2023 a Torino.
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