Quando l’AI diventa l’allenatore per una mezza maratona: ecco come è andata

Abbiamo ingaggiato Chat Gpt per la preparazione della Moonlight Half Marathon a Jesolo sotto l’ora e mezza. Tra resistenza, recupero, incitamenti e nuovi obiettivi, ecco cosa ha detto il cronometro all’arrivo

Andrea Zambenedetti
La partenza della Moonlight Half Marathon a Jesolo
La partenza della Moonlight Half Marathon a Jesolo

«A Chat Gpt non puoi chiedere cosa succede dopo la vita», mi aveva ammonito padre Paolo Benanti durante una conferenza al Galileo Festival di Padova. Il teologo, che nel 2023 è stato nominato tra gli esperti dell’Onu per la governance dell'intelligenza artificiale, ha raccontato che, quando la tecnologia del machine learning era agli inizi, aveva chiesto all’algoritmo: «Come si fa a debellare il cancro?» e la macchina aveva risposto: «Uccidendo gli uomini».

Non potendo chiedere cosa succede dopo la vita meglio concentrarsi su cosa succede durante e quindi ho deciso che forse era giunto il momento di preparare una gara con il supporto dell’intelligenza artificiale. Obiettivo ambizioso per un podista amatoriale: correre una mezza maratona sotto l’ora e mezza. Così, dal giorno dopo il rientro dalla maratona di Rotterdam, il 13 aprile, ho assunto Chat Gpt come allenatore personale.

«Cara Chat Gpt, a Rotterdam ho chiuso la maratona sotto le quattro ore, reduce da un affaticamento al bicipite femorale. Ora vorrei provare una mezza maratona sotto l’ora e mezza. Il mio miglior tempo sulla distanza è di un’ora e 28. Posso farcela?»

«Ottimo obiettivo – risponde il computer – 1h28' vuol dire correre a 4:10/km di media, quindi ben dentro le tue possibilità se riesci a ritrovare un po’ di brillantezza e a sfruttare i lavori di velocità. Se il recupero procede liscio, sei perfettamente in tabella per scendere sotto l’1h28'».

Incoraggiato dall’IA, indosso le scarpe e mi metto all’opera.

«Possiamo impostare – suggerisce – un blocco specifico sulla resistenza a ritmo soglia, con lavori tipo: 3×3 km a ritmo mezza (4:05-4:10/km), 2×5 km a ritmo gara e lunghi da 16-18 km con finale progressivo».

Insomma, l’impianto di base è fatto. A quel punto ChatGPT propone un programma settimanale, da calibrare ogni volta che si vuole. Suggerisce un progressivo per ripartire. «Hai chiuso fortissimo – sentenzia quando gli mando i tempi dell’ultimo allenamento – con gli ultimi 3 km davvero notevoli. Questo tipo di allenamento ti aiuta tantissimo. Stai costruendo bene sia in termini di resistenza che di capacità lattacida finale. Se riesci a fare un richiamo simile una volta a settimana, magari aggiungendo un km o due, arriverai con le gambe belle reattive. Com’è stato lo stiramento al bicipite femorale? Hai sentito qualcosa durante la corsa o tutto ok?»

Rassicuro il mio allenatore virtuale: del bicipite femorale è meglio che se ne occupi un fisioterapista in carne e ossa.

«Ok, buono che il bicipite femorale sinistro non dia segnali preoccupanti, anche se il fastidio alle catene posteriori in generale non va sottovalutato, soprattutto in questa fase di ritorno dopo l’infortunio. Hai fatto stretching o mobilità prima e dopo l’allenamento? A volte basta un po’ di rigidità accumulata (anche da postura o stress) per farsi sentire così. Potrebbe essere utile: foam roller su polpacci, femorali e glutei (anche 5-10 minuti al giorno). Se vuoi, posso anche prepararti una micro-routine da 10-15 minuti per migliorare la condizione delle catene posteriori. Ti va?»

Più ci si avvicina alla gara, più le indicazioni – basate sulle sensazioni – diventano mirate. A un certo punto provo a spiegargli che il mio Garmin non è convinto che la preparazione stia andando per il verso giusto. Segnalo che alcuni valori (come la heart rate variability e il sonno) sono in zona negativa. «Il sonno ridotto può essere un altro fattore importante che contribuisce alla stanchezza e al basso Hrv. Con solo sei ore a notte, il corpo non riesce a recuperare completamente, e questo impatta direttamente sulle prestazioni e sulla capacità di affrontare allenamenti intensi».

Si arriva a due settimane dalla gara: «Venerdì lungo progressivo (18 km: 10 km lenti + 8 km in progressione). Domenica: ritmo gara esteso (6 km a ritmo mezza dentro a un 10 km totale). L’unica accortezza: fai un giorno molto leggero o di riposo sabato, oppure una corsetta rigenerante breve (5-6 km max) se ne senti il bisogno».

Seguo tutto diligentemente. Mi presento ai nastri di partenza della mezza maratona di Jesolo con un pettorale da campione olimpico: sono il numero 67. Filo divinamente fino al 12° km, con una proiezione al di sotto dell’ora e mezza. Mentre seguo i pacer, però, metro dopo metro tutto si complica. Il crono finale dice un’ora e 37.

«Sono mancati gli allenamenti lunghi», si autoaccusa la macchina.

Sia quel che sia: prima di preparare la maratona di Siviglia chiamerò Diego, icona del podismo amatoriale e sempre pronto a darmi il consiglio giusto. Non si dimenticherà di farmi correre i lunghi.

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