ItalVolley, che impresa: generazione fenomenale per la pallavolo femminile

Negli ultimi due anni la nazionale di Velasco ha totalizzato 36 vittorie di fila. L’ItalVolley femminile di Julio Velasco vince il secondo Campionato Mondiale della storia della pallavolo rosa

Giovanni ArmaniniGiovanni Armanini
L’Italvolley femminile di Julio Velasco vince il suo secondo Campionato Mondiale
L’Italvolley femminile di Julio Velasco vince il suo secondo Campionato Mondiale

Tutto l’oro del mondo del volley femminile è azzurro. Le ragazze hanno centrato un altro trionfo, se possibile ancora più bello ed emozionante di quello già storico dell’Olimpiade di Parigi 2024. Migliore perché più sofferto e più emozionante perché capace di togliere ogni velo: quest’Italia è la più forte del mondo senza se e senza ma, e se Parigi era parsa paradossalmente facile, Bangkok con i due tie-break vinti con Brasile e Turchia ha dimostrato che quando il coefficiente di difficoltà si alza l’Italia cresce con esso.

L’Italvolley femminile di Julio Velasco sale sul tetto del mondo e vince il secondo Campionato Mondiale della storia della pallavolo rosa, 23 anni dopo lo storico successo a Berlino 2002. Era la nazionale guidata dalla goriziana Elisa Togut, che per molte delle ragazze in campo ieri è un modello di sport e di vita. Si è completata una storica doppietta Olimpiadi - Mondiali, mai centrata dalla nazionale femminile di volley.

Doppietta che, con riferimento a questa specialità, non si ripeteva proprio da quando Cuba nel 2000 si confermò campione olimpica a Sidney vedendo poi interrotto il suo dominio dalle azzurre due anni dopo. Corsi e ricorsi storici significativi: in questi giorni ci si interrogava sulla forza di questa squadra ed il paragone con le caraibiche di 30 anni fa è l’unico che può reggere con le campionesse di oggi.

La finale contro la Turchia di Daniele Santarelli, tecnico che cercava il bis essendo diventato campione da ct della Serbia nel 2022, è stata bellissima ed emozionante. L’Italia ha vinto perché come già accaduto contro il Brasile in semifinale ha mostrato di avere la rosa più forte, con le rotazioni migliori e il tecnico più bravo in assoluto a gestirle: da manuale il tie-break.

Mai come in questo caso parlare di gruppo vincente è veritiero, perché l’utilizzo di tutte le effettive, con la staffetta Egonu - Antropova, non certo per demeriti individuali, ha permesso quel mix di campo e riposo risultato decisivo per il successo.

La Turchia è stata più continua nel corso dei 5 set, e non è questione di lana caprina far notare che noi abbiamo vinto i nostri set di 2 punti e loro per distacco, almeno fino al tie break. Ma a pallavolo si vince per i dettagli: non tutti i palloni hanno lo stesso peso specifico e questo non dettaglio ci dice che si sono colorati d’azzurro quelli più pesanti.

Lo si è visto in 3 momenti in particolare. Il primo set: quando sotto 22-21 Moki De Gennaro ha difeso da fuoriclasse su Vargas ed ha decretato il sorpasso, con set point firmato da Nervini.

Nel terzo, quando dopo due set point annullati da una scatenata Vargas al servizio Egonu è salita in cattedra ed ha chiuso con un ace.

E infine nel tie break, quando sul 7-7 è arrivata una accelerata che ha annichilito le avversarie: 15-8 finale frutto di una serie di 5 muri dopo il rientro di Sylla per la veneziana Fersino che aveva contribuito con una difesa decisiva poco prima.

Così l’ha fotografata la capitana Anna Danesi: «Nel tie break siamo state solide mentalmente, in ogni situazione. È stato uno step mentale incredibile».

Il resto, come sempre, sono hurrà, abbracci e lacrime. L’Italia è campione del mondo ed ora lo possiamo dire: anche la pallavolo femminile ha la sua generazione fenomenale.

Le pagelle

8 Cambi: entra e risolve le situazioni più difficili. Bella risorsa.

10 De Gennaro: immensa. Chiude la carriera in azzurro mettendo la ciliegina sulla torta. Inarrivabile.

8 Fersino: tira fuori il coniglio dal cilindro nel momento più delicato della finale. È già il presente della seconda linea azzurra.

9 Orro: mani d’oro. Torna a casa con due premi individuali che la proiettano nell’olimpo delle alzatrici.

9 Danesi: è la capitana di un gruppo che in questi due anni ha scritto la storia del volley azzurro. Con la sua pacatezza trascina la squadra ad una vittoria che mancava da troppi anni.

8 Nervini: paga un po’ la giovane età ma esce da quest’esperienza sapendo di aver dato il massimo. La aspetta un bel futuro.

10 Sylla: quando veste la maglia azzurra si trasforma in Superwoman. Energica, grintosa, esempio vivente di quanto crederci fino all’ultimo pallone faccia la differenza.

9 Egonu: è il volto di questa nazionale che sa entrare nei cuori delle persone e risalire dai momenti più difficili. Ribalta il passato, salendo con fierezza sul gradino più alto del podio.

9 Fahr: stinge i denti, con carattere e spirito di resilienza. Dopo aver giocato un torneo da protagonista, tira fuori i muri quando le azzurre ne hanno più bisogno.

8 Giovannini: la sua freschezza e determinazione fanno la differenza.

9 Antropova: opposta che tutti vorrebbero avere. Una giocatrice che sa sempre fare la cosa giusta.

7 Sartori, Omoruyi, Akrari: sono lo spirito di un gruppo che ha fatto squadra e stringendo i denti ha saputo conquistare il titolo più ambito.

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