Le pagelle di Davide Cassani: «Pogacar da 10. Milan una certezza, ora deve puntare a una classica»
Il commentatore tv dà i voti alla stagione appena conclusa e guarda al futuro: «Lo sloveno l’unico che può essere paragonato a Merckx, a Nordest sarà un gran finale per il Giro 2026»

È la voce del ciclismo. Commentatore tv, dirigente, corridoio, ct. E ancora: presidente dell'Apt della Romagna oppure colui che nel 2024 ha fatto partire il Tour de France dall'Italia. Però, mentre i corridoi sono in vacanza, spesso in spiagge esotiche, Davide Cassani per noi fa il professore. Dando le pagelle a una stagione appena andata agli annali.
Cassani, per Pogacar il 10 è scontato?
«Sì, è il più forte. Quando arriva una salita superiore ai 3 km prende e se ne va, nelle Classiche rivaleggia con un gigante del pavé come Van der Poel».
De Vlaeminck, che se ne intende, ha dichiarato che però Merckx era Merckx.
«Se un corridore può essere paragonato al Cannibale, un solo corridore, quello è proprio lo sloveno».
Voto a Vdp, Vingegaard ed Evenepoel?
«Alti, ci mancherebbe. Altissimo a Van der Poel, diciamo un nove perché l'olandese nelle sue corse, le classiche, è fortissimo. Vingegaard è di alto livello, ma con Pogacar è dura. Remco? Premessa: è un cronomen formidabile. Nel resto deve alzare il livello. Vediamo cosa farà nella nuova squadra, la RedBull Bora».
L'Italbici?
«A Laval il 12 luglio, intanto, abbiamo tirato un sospiro di sollievo perché Jonathan Milan ha vinto una tappa al Tour de France, non accadeva dal 2019 quando vinse Nibali. Proprio il friulano, uno dei più forti velocisti al mondo, ormai è una certezza».
Prof. Cassani, gli dà i compiti per casa?
«Jonathan deve provare a vincere una classica. Può prendersi cura della Gand Wevelgem oppure Amburgo, ma anche corse come la Sanremo e, perché no, il Fiandre. Il problema è che...»
Quale?
«Il solito: Pogacar. Finché lo sloveno non la vincerà, farà scalare dai suoi compagni Cipressa e Poggio a velocità folle. Ecco, uno scenario in cui Ganna, come ha fatto nell'ultima edizione, può inserirsi».
Si è ritirato Elia Viviani.
«Un grande, senza di lui la rinascita della pista azzurra non ci sarebbe stata. E anche l'altro bujese Alessandro De Marchi ha detto stop: con me in azzurro ha sempre fatto grandi corse».
Al Giro 2026 le montagne decisive saranno a Pian de Pezzè e Piancavallo. Con la tappa di Pieve di Soligo un'altra volta il Nord Est si dimostra culla del ciclismo.
«Assolutamente sì, a Piani di Pezzè vinse Pantani da dilettante al Giro del 1992. Marco poi trionfò anche al Giro 1998 a Piancavallo, proprio nell'edizione in cui portò a casa la maglia rosa. La doppia scalata è una cosa meravigliosa, aiuterà a rendere la tappa unica con la gente che assisterà a uno spettacolo proprio come allo stadio».
Filippo Pozzato, che organizza tra l'altro il Giro del Veneto, ha proposto di far pagare il biglietto alle corse.
«È un argomento da affrontare perché, al momento, i costi del grande ciclismo non sono sostenibili».
A proposito, una squadra giovanile storica come la Rinascita Ormelle è in crisi.
«È l'ennesimo caso. Ormai gli juniores sono i dilettanti di qualche anno fa: emergi o rischi di perdere il treno. Ma per emergere come team devi prendere corridoi da fuori, i costi aumentare, gli sponsor latitano. Ormai le squadre devono anche pagare gli alberghi dove vanno a correre. Do una mano in Romagna a una piccola squadra Continental: tirare avanti è durissima. Mi auguro che lega, federazione e le altre parti interessate creino un'unione di intenti per invertire il rottame».
Cassani: chi vincerà nel 2026 Sanremo, Giro e Tour?
«Pogacar vuole la Sanremo, io spero in Ganna. Vingegaard è meglio che venga al Giro perché poi al Tour lo sloveno farà cinquina».
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