Nino Benvenuti e il cinema: da pugile a pistolero con Gemma negli spaghetti-western
“Vivi o preferibilmente morti” è il debutto nel 1969, con Ennio Flaiano alla sceneggiatura: Nino dovette imparare a colpire con pugni “lenti”

«Non si fa al Rossetti il Benvenuti-western», titolava su tre colonne “Il Piccolo” del 13 settembre 1969, “è sfumata l’attesa anteprima mondiale”. L’evento in questione, importantissimo per Trieste, riguardava l’ironico spaghetti-western “Vivi o preferibilmente morti” di Duccio Tessari, atteso da queste parti perché vedeva il debutto al cinema dell’istriano Nino Benvenuti, coprotagonista al fianco del divo Giuliano Gemma e di una Sydne Rome agli esordi. Il Nino nazionale, all’epoca campione mondiale dei medi e triestino d’adozione, abitava infatti in città con la famiglia nella villa bianca a due piani sul colle di San Luigi, con vista sul golfo.
L’annunciata anteprima al Rossetti, proposta dalla produttrice Ultra Film come iniziativa benefica per la Croce Rossa Italiana, che avrebbe dovuto vedere la partecipazione di “numerose personalità del mondo dello spettacolo”, però non si tenne per il diniego del Lloyd Adriatico, proprietario del teatro appena rinnovato. L’Ultra Film, infatti, per proiettare la pellicola, anziché servirsi della cabina in uso, voleva smantellare le poltrone della galleria per piazzare un proprio proiettore.
Ma le misure antincendio richieste dai vigili del fuoco vennero ritenute troppo onerose dal Lloyd. “Vivi o preferibilmente morti” debuttò così a Trieste giovedì 18 settembre, “in contemporanea con le maggiori città italiane”, al moderno cinema Ritz di via Battisti rimanendo in prima visione per due settimane, fino a giovedì 2 ottobre.
Sfortunato nella location originaria, nonostante la discreta tenitura triestina (forse “diplomatica”) il debutto cinematografico di Benvenuti fu travagliato anche nell’accoglienza generale italiana. Al di là delle roboanti frasi dei flani (“Più potente del pugno di Nino, più esplosivo della pistola di Giuliano”), “Vivi o preferibilmente morti” attirò poco il pubblico (incasso di 378 milioni, non eccezionale soprattutto per Gemma) e non piacque alla critica.
Snobbato dalle recensioni del “Piccolo”, fu commentato così dal Vice del “Corriere della Sera”: “L’ultimo scampo per il western all’italiana sembra proprio l’espediente di buttare tutto in ridere”. Anche se alla fine, grazie soprattutto a una notevole scena di lotta nel fango, l’articolo sembra salvare almeno gli attori: “La recitazione è acrobatica visto che è affidata a Gemma e Benvenuti, che naturalmente di pugni se ne intende”.
Per la verità, in un’intervista rilasciata negli anni ’80 a chi scrive, Benvenuti ricordava che per questo film dovette suo malgrado imparare una tecnica pugilistica per lui del tutto nuova, a beneficio di cinepresa, con i colpi portati lentamente e in modo vistoso, “teatrale”, affinché gli spettatori potessero percepire la traiettoria dei pugni.
C’era comunque la penna illustre di Ennio Flaiano nella sceneggiatura di questa coproduzione italo-spagnola, sulla carta un “cult movie” storia della rivalità guascona tra due fratelli, l’uno spensierato gaudente (Gemma), l’altro rozzo boscaiolo (Benvenuti). Nella vivace campagna stampa, i due attori dicevano di essersi conosciuti da militari. Il regista, il veterano Duccio Tessari, era l’autore che più di tutti voleva allontanare lo spaghetti-western dal modello americano, orientandolo verso la comicità.
Era invece il produttore Turi Vasile che aveva avuto l’idea di chiamare Benvenuti accanto a Gemma, per creare un’allegra coppia di abili scazzottatori. Ma l’esperimento non ebbe il successo sperato, e si fermò, anche perché nel frattempo stava emergendo nello stesso filone un’altra coppia meglio assortita, quella formata da Bud Spencer e Terence Hill.
Appesi i guantoni al chiodo, Nino torna sullo schermo nel 1976 cambiando genere, nel poliziottesco “Mark il poliziotto spara per primo” dello specialista Stelvio Massi. Qui interpreta il capo di una banda di sequestratori, ma Mark (il bel Franco Gasparri, già divo dei fotoromanzi), manda all’aria i suoi piani. La terza e ultima occasione per offrirsi alla macchina da presa vede un Nino Benvenuti settantenne partecipare, nella parte dell’allenatore del pugile Max Baer, a “Carnera: The Walking Mountain” (2008) di Renzo Martinelli, celebrazione di un campione di un’altra epoca, Primo Carnera.
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