Maratona dles Dolomites 2025, dalla luce a un messaggio di pace
Oltre 7.900 ciclisti alla Maratona dles Dolomites 2025 tra luce, ombra e fatica. Trionfano Luca Cavallo e Roberta Bussone. La prossima edizione sarà dedicata alla pace

Sono le 6 e 30 del mattino quando un fiume di ciclisti parte per la più amata granfondo del mondo,quest’anno il tema era “Lum”, luce.
Dove c’è luce, c’è ombra, una metafora che nel caso del ciclismo diventa un viaggio “filosofico” perché attraverso il pedalare ci si può anche elevare spiritualmente e può portarci ad una nuova consapevolezza della vita.
Nel mondo del ciclismo, dove il sudore incontra la determinazione, la luce e l'ombra si intrecciano in un delicato equilibrio, riflettendo non solo la sfida fisica dell'atleta, ma anche le profondità filosofiche della vita stessa. Ogni pedalata rappresenta un movimento verso la luce, verso il traguardo, ma è nell'ombra che si celano le sfide, le paure e le incertezze che accompagnano ogni ciclista.
La luce, simbolo di chiarezza e successo, si manifesta quando un ciclista raggiunge la vetta di una collina o taglia il traguardo di una competizione. È il momento in cui la fatica si trasforma in soddisfazione, dove il sacrificio viene ripagato. Tuttavia, per ogni istante di gloria, esiste un'ombra che racconta storie di cedimenti, di cadute e di momenti di dubbio. Qui, l'ombra diventa un maestro silenzioso, insegnando che il percorso verso la luce è raramente lineare.

Filosofi come Nietzsche e Kierkegaard hanno esplorato l'idea che l'oscurità è essenziale per comprendere e apprezzare la luce. Nel ciclismo, questo si traduce nell'accettazione delle difficoltà e delle sconfitte. Ogni ciclista sa che le ore trascorse ad allenarsi, le sfide affrontate e i momenti di crisi sono parte integrante del viaggio. La vera essenza del ciclismo non è solo nelle vittorie, ma nella resilienza che si sviluppa affrontando le proprie ombre.
Come il ciclista deve navigare attraverso percorsi illuminati e aree d'ombra, così ogni individuo deve affrontare le proprie esperienze, sia positive che negative. La luce ci guida, mentre l'ombra ci costringe a riflettere e a crescere. La filosofia del ciclismo ci invita a non temere l'oscurità, ma a riconoscerla come parte del nostro viaggio personale.
Le più belle foto della Maratona Dles Dolomites 2025

















Ciclismo come un riflesso delle nostre esperienze umane, delle nostre battaglie interne e delle nostre conquiste. La luce e l'ombra si intrecciano in un ciclo eterno, invitandoci a pedalare con coraggio attraverso le sfide della vita, abbracciando ogni aspetto del nostro percorso. Chi pedala è chiamato non solo a cercare la luce, ma a comprendere e ad accettare anche le sue ombre, trovando in esse la forza per continuare a muoversi in avanti.
Una luce delicata e gioiosa svetta all’alba dalle cime dolomitiche a sorridere ai quasi ottomila partecipanti - 7964 per la precisione, di cui 7081 uomini e 883 donne.

Sono le strade chiuse al traffico a permettere al variopinto ‘peloton’ di godere, seppur nella fatica, delle strade meravigliose che salgono e scendono fra i passi dolomitici: Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena, Giau, Falzarego e Valparola. Oltre al percorso Maratona di 138 chilometri e 4230 metri di dislivello, c’è il percorso Medio di 106 chilometri e 3130 metri di dislivello e il Classico di 55 chilometri e 1780 metri di dislivello. Il dato importante è relativo alla presenza femminile che, con le quasi mille partecipanti, rappresenta il 14% del totale. Un numero rilevante che va al di là delle cifre, a testimoniare come la bicicletta sia un ‘mezzo’ che annulla le distanze, induce all’uguaglianza e consente a chi la usa di sostenere ritmi più sostenibili.
Anche quest’anno la diretta televisiva realizzata da RAI 2 segue la corsa dall’inizio all’arrivo dei primi classificati del percorso lungo. Dalle 6.15 alle 12 le immagini riprendono e raccontano non solo le gesta delle migliaia di corridori disseminati lungo le strade dolomitiche ma anche lo scenario spettacolare che fa da cornice alla corsa che entra subito nel vivo.
Come sempre è sul passo Giau che la corsa si decide: è il piemontese Luca Cavallo che prima raggiunge Mayo e poi lo supera involandosi verso le rampe del Falzarego-Valparola a inseguire la vittoria. “Siamo partiti forte in una decina e sul Sella ho fatto l’andatura, ma poi ho rotto un raggio della ruota e non potendo cambiare bici mi sono dovuto adeguare. David Mayo è andato in fuga, perciò ho deciso che sul Giau dovevo dare tutto. L’ho raggiunto e superato, e nonostante sbandassi a ogni curva, sono riuscito a tagliare per il primo il traguardo. Sono contentissimo”.

Il podio finale uomini del percorso Lungo vede così al primo posto Luca Cavallo che corre la Maratona in 4 ore, 25 minuti, 35 secondi seguito dallo spagnolo David Mayo in 4 ore, 28 minuti, 8 secondi e da Giuseppe Orlando in 4 ore, 29 minuti, 17 secondi.
Altra grande impresa anche sul fronte femminile, grazie alla piemontese Roberta Bussone che va a vincere la Maratona con un tempo strepitoso: “Sono felicissima, sono andata forte fin dall’inizio e poi mi sono gestita bene. Per me è un successo incredibile, non è facile conciliare la passione per la bici con il lavoro. Sono davvero commossa, mi ero ripromessa l’anno scorso, durante la festa del compleanno, di provare a vincere. Con questo successo, ogni sacrificio è ripagato alla grande”.
Per l’esattezza, Roberta Bussone corre il percorso Maratona in 5 ore, 7 minuti e 6 secondi, seguita con distacco da Martina Cavallo in 5 ore e 24 minuti e da Carmen Moser in 5 ore e 25 minuti.
Sul percorso Medio il podio maschile è composto da Stefano Bonanomi, Stefan Kirchmair e Danilo Celano, rispettivamente al primo, secondo e terzo posto, quello femminile vede Laura Simenc Kramar al primo posto, Michela Santini al secondo ed Elisa Leardini al terzo.
Si conclude così la Maratona dles Dolomites – Enel in un’esplosione di luce splendida a illuminare le Dolomiti. È tempo, però, di rivolgere il pensiero alla prossima edizione, la 39a, che si terrà domenica 5 luglio 2026 e che ha per tema Pesc, pace. Una parola oggi più che mai importante, decisiva per il futuro del mondo e dell’umanità.
Quindi non ci resta che sperare che la parola “pace” diventi di buon auspicio.
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