Al Tour l’Italia spera con Milan: «Sono qui per vestirmi di giallo»

A Lilla il friulano prova il colpo doppio: tappa e maglia. «Sento la pressione dell’esordio ma la governo. Voglio far bene»

Antonio Simeoli
Jonathan Milan, 24anni della Lidl Trek, alla presentazione delle squadre nella Gran Place di Lilla foto petrussi/bettini
Jonathan Milan, 24anni della Lidl Trek, alla presentazione delle squadre nella Gran Place di Lilla foto petrussi/bettini

Debutto al Tour col brivido. Tutta l’Italbici tifa per il friulano Jonathan Milan che a Lilla, nella prima tappa della Grande Boucle, prova a sprintare per vittoria e maglia gialla.

Dal quartiere generale della Lidl Trek a Lilla il 24enne friulano, contratto con il team in via di prolungamento fino al 2029, ritocco all’insù dello stipendio di un milione l’anno, nasconde bene la pressione.

«Il debutto al Giro nel 2023 è stato indimenticabile, ho vinto la prima volata, ma questo debutto lo paragono al Giro del 2024. Sento la pressione ma la governo. Voglio fare bene sin da domani a Lilla».

L’Italia non vince una tappa al Tour dal 2019.

«Speriamo di far finire il digiuno, ho fatto tutto quello che si doveva per arrivare in una ottima condizione. La squadra è forte».

La maglia verde della classifica a punti è un obiettivo?

«Sì, ma sarà una conseguenza di quanto riuscirò a far bene nelle volate».

Il 5 luglio si corre anche per la maglia gialla...

«Abbiamo provato gli ultimi 90 km, in questi giorni abbiamo percorso il finale. Attenzione, specie se ci sarà vento, qualcuno proverà a evitarlo lo sprint, dovremo stare attenti ».

Il vostro treno è quello più forte?

«Sicuramente è tra i più forti del lotto».

Ricordi del Tour da bambino?

«A casa a Buja a vedere in tv le tappe sul divano con i miei genitori e mio fratello. Sognando un giorno di esserci».

Quale era il suo idolo?

«Peter Sagan».

Uno che di maglie verdi se ne intende...

«Già».

Quante volate ci saranno?

«Almeno sei credo».

Nell’ultima tappa a Parigi hanno aggiunto tre passaggi a Montmartre.

«Complicherà la vita a noi velocisti ma ci penseremo a tempo debito, prima ci sarà da fare tanta fatica sulle montagne».

A inizio settimana dopo il tricolore è rimasto in Friuli: ha visto quanta attesa c’è?

«Sì. E la mia gente mi dà ancor più carica».

I rivali più pericolosi?

«Philipsen, Merlier, Girmay e tanti altri».

Chi vincerà il Tour?

«Pogacar, Vingegaard, Evenepoel: uno di loro. Spero ci sia anche il nostro Mattias Skjelmose, sta benone».

Intanto il 5 luglio c’è la prima gialla da conquistare, il sogno di Milan e dell’Italia. Nel prologo di Charleroi, 50 anni fa, toccò al giovane Francesco Moser battere un certo...Merckx. 

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