Tour de France, l’Italia cerca il riscatto: occhi su Jonathan Milan e Filippo Ganna

Da sabato via all’edizione 112: lo sprinter friulano e il primatista dell’ora guidano la pattuglia azzurra per spezzare il digiuno lungo 100 tappe

Antonio Simeoli
Jonathan Milan e Filippo Ganna
Jonathan Milan e Filippo Ganna

Giallo d’Italia, un titolo che è anche un augurio. Sabato da Lilla, nord della Francia dove il Tour resterà per la prima settimana con anche Romandia e Normandia, partirà l’edizione 112ª del Tour de France, la corsa ciclistica più importante del mondo.

E, all’ombra dell’ennesimo duello tra Pogacar e Vingegaard, le speranze degli italiani sono affidate in primis a due olimpionici, lo sprinter friulano Jonathan Milan e il primatista dell’ora Filippo Ganna. I due ori a Tokyo 2021 col quartetto della pista, innanzi tutto, avranno il compito di spezzare un sortilegio che prosegue da 100 tappe. Era il 27 luglio 2019, anno uno avanti-Pogacar si può ben dire, quando Vincenzo Nibali vinse a Val Thorens l’ultima tappa di un italiano al Tour. Poi nulla, segno d’un azzurro sempre più sbiadito in terra di Francia quando un tempo vincevamo (Bottecchia, proprio 100 anni fa la seconda Grande Boucle, Bartali, Coppi, Nencini, Gimondi, Pantani e Nibali) le maglie gialle, davamo spettacolo o almeno ci prendevamo le tappe.

La speranza friulana

Già, le tappe. Da sabato a vincere ci proverà il potente sprinter friulano Milan. Ha watt in abbondanza il 24enne debuttante di Buja, è uno dei velocisti più forti al mondo, dopo aver vinto al Giro, alla Tirreno, all’Uae Tour e anche recentemente al Delfinato, può alzare il livello anche grazie a una Lidl Trek (Consonni, altro oro nel quartetto, Stuyven e Theuns nel suo treno) fortissima. «Ho lavorato bene in altura a Sierra Nevada e rifinito la forma al Delfinato. Il tricolore a Gorizia (7° posto ndr) mi ha dato buone sensazioni. Ora penso a divertirmi in Francia», ha detto il friulano.

Sabato la volata non vale doppio, ma triplo, quadruplo, di più, fate voi, perché si assegna anche la prima maglia gialla. I rivali sono Jasper Philipsen, con una Alpecin che lo aiuta negli sprint nientemeno con Van der Poel (e Groves), l’altro belga Tim Merlier (Soudal) che un po’ di Milan è la bestia nera, e l’eritreo Biniam Girmay (Intermarche), l’ultima maglia verde della classifica a punti. Ma le volate saranno una tonnara, figurarsi la prima sabato col maxi-premio.

Gli sprint? Potenzialmente ce ne saranno 9. Forse domenica a Boulogne sur Mer, di sicuro lunedì a Dunkerque. Poi Laval, Chateautoux, Tolosa, Carcassonne, Valence e forse Parigi, perché a complicare il traguardo più ambito per i velocisti all’ultimo giorno è stata piazzata la tripla scalata alla collina di Montmartre. Attenzione, sempre in chiave volate, all’altro rappresentante del Nord Est, il padovano Alberto Dainese (Tudor) al secondo Tour della carriera che correrà al fianco del veterano Matteo Trentin di Borgo Valsugana. Il 27enne di Abano ha già vinto al Tour e alla Vuelta. Non c’è due senza ...tre?

Il nuovo pippo

E Filippo Ganna? Dopo aver dominato la crono tricolore a 54 km/h, il 28enne della Ineos punta il 9 luglio a quella di Caen. Trenta km, roba per lui, se non ci fosse in circolazione un certo Remco Evenepoel (Soudal), iridato della specialità. Ma Ganna può azzeccare anche la fuga giusta, ha classe, fondo e potenza per farlo.

Professione gregario

Gli altri italiani? Detto dell’apripista di Milan, Simone Consonni, la pattuglia di 11 azzurri al via (negli anni ’90 e 2000 erano almeno tre volte di più) ci sono tanti buoni corridori al servizio dei campioni. Edoardo Affini, dopo aver lavorato per Simon Yates al Giro, lo rifarà nella Visma per Jonaas Vingegaard, il trentino Gianni Moscon stantufferà per l’altro big Primoz Roglic alla RedBull Bora, Matteo Cattaneo alla Soudal per Evenepoel. Almeno all’Astana Davide Ballerini e Simone Velasco o all’Arkea Vincenzo Albanese avranno forse carta bianca. Forza Jonny, forza Pippo e gli altri. Questo sortilegio deve finire.

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