Heysel, 40 anni fa la strage nella notte più buia del calcio

Il 29 maggio 1985 morirono 39 tifosi in seguito agli incidenti scoppiati prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool. Oggi a Torino la società bianconera inaugura “Verso Altrove”, un’opera d’arte in ricordo di quella sera

Giovanni Armanini
I soccorsi allo stadio Heysel nella drammatica giornata del 29 maggio 1985
I soccorsi allo stadio Heysel nella drammatica giornata del 29 maggio 1985

Sono passati 40 anni esatti dalla notte più buia del calcio europeo. Il 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles morirono 39 tifosi, juventini e non solo, in seguito agli incidenti scoppiati nel settore Z del fatiscente impianto belga prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool.

Una vicenda che per anni è rimasta nebulosa, tra un frettoloso processo, poi rivisto e un atteggiamento grave nei confronti delle vittime e nei loro familiari. A distanza di anni, tuttavia, l’impressione è che su quella tragica notte i riflettori non solo non si siano spenti, ma l’interesse al ricordo è cresciuto nel tempo dopo un imbarazzante atteggiamento iniziale. E questo vale anche per la stessa Juventus, che solo nel 2010 e 2015 con Andrea Agnelli ha iniziato a fare qualcosa.

In occasione dell’anniversario, tra podcast, l’esaustiva serie televisiva di Jean-Philippe Leclaire che andrà in onda su Sky e un docufilm prodotto dalla Rai l’interesse mediatico è ai massimi storici.Tante anche le iniziative che vedono coinvolte le famiglie delle vittime, alcune delle quali fanno capo all’Associazione fra i Familiari delle Vittime dell’Heysel, presieduta da Andrea Lorentini, nipote di Otello e orfano di Roberto, il medico aretino medaglia d’argento al valore civile per essere morto tentando di salvare un connazionale.

Il primo ad alzare il velo con un libro del 2003 fu il giornalista Francesco Caremani, primo a fare una ricerca ed a scrivere “Heysel, la verità di una strage annunciata” che a tutt’oggi è l’unico libro ufficialmente riconosciuto dall’associazione.

«Ci furono rilievi incredibili, autopsie false, corpi sbagliati inviati a casa delle persone - racconta Caremani -. Io ho messo in fila tutte le cose con le difficoltà del caso, con me Otello Lorentini, che non ne ha mai fatta una questione di vendetta ma di accertamento delle responsabilità, e che portò ad una condanna dell’Uefa, che da allora è corresponsabile di tutti gli eventi che organizza, precedentemente aveva solo onori (e incassi) senza alcun onere di responsabilità».

Sulla verità storica di quella sera Caremani precisa: «È stata una strage, non una tragedia. Tony Evans, ex hooligan, divenuto in seguito scrittore e responsabile delle pagine sportive del Times, anni fa ha raccontato con dovizia di particolari quella giornata: «Fu un’aggressione, volevamo fare male per vendicare quello che era successo un anno prima a Roma quando alcuni di noi vennero aggrediti e accoltellati dopo la finale. Nelle logiche ultrà era normale cercare vendetta contro gli italiani».

Oggi allo Scalo Eventi Torino, la Juventus presenterà ufficialmente “Verso Altrove”, un’opera d’arte dedicata alla memoria della tragedia. Ci saranno anche rappresentanti del Liverpool. L’augurio è che anche le curve italiane o solo i tifosi più tiepidi presto capiscano che questo evento, come tutti gli altri fatti luttuosi dello sport, non sono di parte ma dovrebbero unire tutti nel cordoglio.

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