Volley, Eleonora Fersino dopo il Mondiale: «Ho ancora i brividi»

Il libero azzurro racconta le emozioni dopo la storica vittoria ai Mondiali di volley: il tie-break decisivo contro Vargas, il ruolo speciale voluto da Velasco e l’eredità di De Gennaro. «Ora voglio solo staccare e riposare prima della nuova stagione»

Giovanni Monforte
Eleonora Fersino
Eleonora Fersino

«Se ci ripenso, ho ancora i brividi». Sono trascorse poche ore dalla finale dei Mondiali che hanno incoronato l’Italia.

Le azzurre sono tornate in Patria e ad attendere all’aeroporto di Milano Malpensa il libero Eleonora Fersino c’erano i genitori, che l’hanno accompagnata a Chioggia. A 25 anni, Fersino ha già collezionato 110 presenze in nazionale e vinto una decina di trofei. Tra cui, in azzurro, il Mondiale, due Volleyball Nations League e un bronzo iridato.

Quali sono le sensazioni in queste ore post trionfo?

«Sono felicissima. Ho ancora i brividi, sia per il significato di essere campionesse mondiali sia per il valore della finale. È stata una partita da cardiopalma, spettacolare. Sto vivendo un mix di emozioni, tutte positive, in cui prevalgono la contentezza, ma anche l’orgoglio e la soddisfazione».

Durante il Mondiale avete dominato. Poi le ultime due gare sono state le più belle, ma anche le più sofferte.

«Il valore delle partite era diverso. Si trattava di una semifinale e di una finale mondiale, contro due avversari tostissimi. È stato bello aver raggiunto un livello così alto di pallavolo, in cui tutte le squadre, sia chi ha vinto, sia chi ha perso, hanno portato in campo un grande volley».

Sei entrata nel tie-break, risultando decisiva con alcune difese su Vargas che valgono una buona fetta di questa medaglia d’oro. Raccontaci di questo quinto set.

«Quando Velasco mi ha detto di entrare, mi sono trovata catapultata in campo in un momento decisivo all’inizio del tie-break. Non ero entrata prima. Quindi avevo in corpo tanta adrenalina. Sapevo di dover entrare per pochissimi punti e magari riuscire anche a fare la differenza con quei due palloni. Sono contenta di averlo fatto. Me lo hanno detto anche le mie compagne. La difesa su Vargas e la ricezione sono stati momenti chiave per il tie-break. Sono felice anche perché entrare a freddo in un quinto set è difficile».

Com’è nata la decisione di non mettere la maglia da libero?

«Prima di ogni partita Velasco comunicava al team manager quale maglia dovessi indossare. Usare il secondo libero nel giro dietro con la maglia normale per la ricezione e per la difesa è una mossa che tanti allenatori ormai fanno. Sapevo di ricoprire questo ruolo nel Mondiale e mi sono messa a disposizione. Ho cercato di farlo al meglio, quando venivo chiamata in causa. Anche se per un punto, due punti o più punti, ho sempre cercato di dare il giusto apporto alle mie compagne, a tutta la squadra».

De Gennaro ha giocato la sua ultima partita in nazionale. Adesso spetterà a te raccoglierne l’eredità in azzurro.

«Moki non mi ha lasciato un compito facile, anzi. Perché lei è una leggenda della pallavolo italiana. Quello che ha fatto in tutti questi anni credo sia una cosa irraggiungibile. Mi ha lasciato una grande responsabilità, una grande eredità da raccogliere. So che sarà difficile. Ma, come ho sempre fatto, cercherò di dare tutta me stessa in ogni situazione, essere me stessa e giocare serena come ho sempre fatto».

Com’è questo gruppo della nazionale femminile?

«Siamo un gruppo coeso, 14 ragazze pronte a mettersi a disposizione in campo e fuori. La forza di questo gruppo è stata l'unione. Velasco insegna tanto di tecnico-tattico, ma è anche un grande maestro di vita, per quello che trasmette a livello di mentalità. Tutti parlano di mentalità vincente. Ma non serve recitare una frase o due per infonderla. Julio ha cercato di trasmetterci ogni piccola esperienza che lui ha vissuto».

Adesso come festeggerai?

«Ho bisogno di staccare completamente, voglio riposare un po’ perché è stata un’estate davvero intensa e lunga. Avrò più o meno una settimana. Poi inizierò la nuova stagione a Milano». —

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