Calcio, Boattin dalla laguna a Houston: «Negli Usa per continuare a crescere»

La terzina di San Stino di Livenza ed ex bianconera è approdata nel campionato degli Usa: «Per me aver giocato alla Juventus è stata la realizzazione di un sogno»

 

Lucia Anselmi
Lisa Boattin con la maglia degli Houston Dash
Lisa Boattin con la maglia degli Houston Dash

Dalla Mole al Texas, Lisa Boattin ha lasciato il calcio italiano, destinazione Stati Uniti. Insieme all’ex compagna di squadra Sofia Cantore, la terzina sinistra di San Stino di Livenza giocherà in NWSL, la massima serie americana. Una scelta che arriva dopo 8 anni trascorsi ai vertici della Serie A con la maglia della Juventus e al termine di un Europeo in Svizzera che ha visto il calcio femminile italiano conquistare un posto tra le prime quattro nazionali del continente.

Lisa, come si sente a indossare la maglia degli Houston Dash, una squadra che milita in uno dei campionati più prestigiosi al mondo, la NWSL?

«Prima di tutto spero di poter essere presto disponibile per indossare finalmente la maglia di Houston in campo dato che, in questo momento, sto ancora aspettando la definizione di alcune questioni burocratiche. Devo ringraziare il club perché mi ha voluto tanto e mi dà l’opportunità di giocare in uno dei campionati più forti dove militano calciatrici di alto profilo provenienti da ogni parte del mondo. La NWSL è un campionato molto competitivo e ogni avversaria, qualsiasi sia la posizione in classifica, può metterti in difficoltà perciò sono davvero contenta di mettermi in gioco a questi livelli e di avere la chance per poter migliorare sempre più».

Ha giocato otto stagioni con la Juventus, la squadra per cui tifava da bambina con suo padre. Cosa si porta dietro da questa esperienza?

«Per me aver giocato alla Juventus è stata la realizzazione di un sogno. Mi sento fortunata e grata di aver avuto la possibilità di indossare la maglia della squadra del mio cuore e ringrazierò per sempre il club per avermi dato questa possibilità. Porto con me tutti i successi vissuti in Italia dove abbiamo vinto tutto: 14 trofei in 8 anni, sono numeri davvero importanti. Posso dire che ho in me il DNA della Juve che è quella costante fame di vittoria e il desiderio di successo rispetto a qualsiasi competizione a cui si partecipi».

Si sono appena conclusi gli Europei, con l’Italia che ha conquistato un posto tra le prime quattro d’Europa. Cosa significa questo per il calcio femminile italiano?

«Abbiamo fatto veramente un percorso importante e credo che possa significare molto per il calcio femminile italiano. Questo risultato deve essere semplicemente un punto di partenza perché, come è successo con il Mondiale del 2019, non può essere un caso isolato, abbiamo bisogno di continuità e di credere nel movimento che va sostenuto. Quest’estate abbiamo dimostrato che, nonostante i numeri di tesserate in Italia siano sono molto inferiori rispetto a quelli degli altri paesi europei, abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Ciò significa che stiamo lavorando bene e che davanti a noi c’è un futuro che è ancora tutto da conquistare. Inoltre, il fatto che più calciatrici italiane stiano lasciando il Paese per andare a giocare in club blasonati sia in Europa sia nel resto del Mondo dimostra che il lavoro che abbiamo svolto ci ha messo sulla strada giusta, perciò ripeto questo Europeo non deve essere un caso isolato, ma servono investimenti e sostegno per avere continuità».

Quali sono le sue aspettative per questa nuova avventura negli Stati Uniti?

«Io credo che questa esperienza negli Stati Uniti potrà farmi crescere molto. È la prima volta che vado a giocare fuori dal Paese e questo è già un aspetto che mi poterà a conoscere una cultura e n modo di viver diversi e a un sperimentare un nuovo calcio quindi sono consapevole che ci vorrà un po’ per adattarsi, ma credo che sarà un’occasione per crescere sia come persona sia come calciatrice. Per questo spero di integrarmi il prima possibile e di poter aiutare la squadra a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati».

Durante il campionato, ritroverà Sofia Cantore. Come si sente ad affrontarla da avversaria?

«Sì, non vedo l’ora di sfidare Sofi. Sarà po’ strano perché è vero che ho giocato già in Italia contro di lei quando era in prestito al Sassuolo, però ritrovarci avversarie qui nel campionato americano sarà divertente e spero di poterla affrontare molto presto, ma mi auguro anche di non doverla marcare perché ultimamente va troppo forte (ride). Scherzo, sarà molto bello, perché saremo le uniche due italiane in campionato quest’anno e quindi non vedo l’ora di vederla».

Ripensando a Lisa, che da adolescente percorreva 100 chilometri al giorno da San Stino di Livenza a Venezia per giocare a calcio, avrebbe mai pensato che sarebbe diventata una calciatrice del campionato statunitense? Cosa direbbe a se stessa adolescente se potesse parlare con lei oggi?

«L'America mi ha sempre incuriosito così come ho sempre visto il suo campionato come uno dei più belli in cui poter giocare. Da piccola non avrei mai immaginato di poter ritrovarmi qui a Houston e di avere la possibilità di giocare in NWSL, però la strada che ho fatto è stata tanta, gli anni alla Juve mi hanno fatto crescere moltissimo e sono felice di essere arrivata fino a qui. Se potessi parlare alla me adolescente le direi di continuare a lavorare sempre al massimo, di credere nei suoi sogni e di godersi ogni esperienza senza aver paura di farne di nuove». 

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