A Venezia le scuole del remo dove si forgiano gli assi del futuro
In barca con la Querini, società tra le più antiche di Venezia che ha puntato tutto sui più giovani: «L’allenamento come un gioco, hanno la voga nel sangue»

Hanno otto, nove o dieci anni e sanno perfettamente a che altezza devono posizionare la forcola affinché il remo possa scivolare in acqua senza problemi. Si passano un martelletto di mano in mano, con la concentrazione di chi sa quello che fa.
Le loro canottiere a righe banche e azzurre, con la scritta “Reale società canottieri Querini” impressa sulla schiena, svolazzano al vento, mentre si preparano a salire sulle mascarete di Venezia.

Il futuro della tradizione
Sono solo bambini, ma anche il futuro del mondo della voga: una tradizione che continua a vivere, grazie al prezioso lavoro di tutte le remiere veneziane che su questi giovanissimi scommettono, allenandoli e facendoli crescere, non solo a livello sportivo. Remiere che sono fucine di campioni.
Tra queste, la Querini, seconda più antica dopo la Bucintoro, nata nel 1901 dopo l’uscita di alcuni giovani proprio dalla società che ha sede alle Zattere.
La Querini non ha uomini regatanti, ma tra le sue associate ci sono le campionissime Debora Scarpa e Silvia Bon e, negli ultimi anni, ha investito sui più giovani, accogliendo bambini anche di sette anni e portando la voga alla veneta nelle scuole elementari delle isole.
Così, grazie alla passione e all’impegno delle due anime della società, Simone Gabbia e Antonio Ravagnan, la remiera conta ben otto equipaggi alla prossima Regata Storica del 7 settembre a a Venezia, tra Schie e Maciarele junior e senior, con i posizionamenti migliori, visti gli ottimi risultati portati a casa durante la stagione remiera.
Tra i favoritissimi della Storica per la categorie Maciarele senior, proprio la coppia della Querini formata da Alvise Favaretto e Mattia Furian, che nelle ultime regate ha ottenuto quattro bandiere rosse consecutive.
La remiera, scuola di vita
Nella remiera, però, non si lascia indietro nessuno e l’attenzione è al massimo per i più piccoli. «Cerchiamo di seguire tutti allo stesso modo, non puntiamo su qualcuno lasciando indietro gli altri», spiega Ravagnan, pluricampione italiano di canottaggio con la Virtus Lagunare Murano e insegnante di educazione fisica in pensione.
Con un cappellino arancio in testa e la canottiera della società un po’ troppo abbondante, Anna Laura ha nove anni e voga solamente da un mese, ma parteciperà alla Storica con Valentino, che si allena alla Querini da tre mesi.

Sono gli ultimi arrivati, ma sanno già controllare la barca, tenerla dritta, andare a tempo l’uno con l’altra. Si conoscono da poco, ma sono già una squadra. «Io sono la proviera», spiega lei, «stare dietro non mi piace, perché devi adeguarti al ritmo dell’altro».
E lei vuole conquistare la laguna anche se, ammette, a volte alza troppo il remo. Poi c’è Sebastiano, che di anni ne ha dieci e prima di salire sulla mascareta si lega una bandana rossa sulla fronte. Gli occhi che brillano per l’emozione, racconta che anche per lui questa sarà la prima Regata Storica.
«Ho iniziato da cinque mesi, faccio arti marziali. Alla Querini vedevo i ragazzi più grandi vogare e volevo imparare anche io». Dopo aver dato il massimo tra partenze e giri nello specchio di laguna davanti alla remiera, Sebastiano e il suo compagno Elia si sdraiano sulla prua della barca degli allenatori, per guardare gli altri e fare il tifo per Karol e Mattia, promesse delle Schie. «Insegnare ai bambini non ha prezzo», commenta Gabbia, «per loro prima di essere un allenamento è un gioco e devono divertirsi. Solo così imparano».
Poi l’allenamento finisce e ci si informa su quello successivo. Con la passione in corpo e l’obiettivo della Storica sempre più vicino. —
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