In Veneto daspo urbano per i turisti cafoni
Camperisti nudi, panni stesi sui monumenti, abbronzatura tra le statue dell’Isola Memmia a Padova. il presidente Zaia: «Non siamo un luna park, allontaniamo i maleducati». Il sottosegretario alla Giustizia, Ostellari:«Fattibile»

Tuffi in laguna a Venezia, simil abiti-da-sera sulle vette dolomitiche, nudi integrali nei parcheggi, abbronzature in mutande (bianche) sui monumenti storici, passeggiate in costume in centro.
Il campionario del turismo cafone si arricchisce ogni estate di un nuovo articolo. Cresce la maleducazione nella fruizione delle bellezze naturali e artistiche del Veneto e aumenta proporzionalmente l’indignazione.
Che, sia chiaro, con lo snobismo nulla ha a che vedere. Ma ora che la misura è colma, accanto allo sdegno s’affaccia la prospettiva di una misura di tutela. E questo non perché viviamo in una società di divieti, ma perché abitiamo in un territorio pieno di fragili bellezze che, in quanto tali, vanno protette e preservate.
Nasce così il daspo urbano per allontanare il turista cafone. A lanciare la proposta, con una nota diffusa ieri, il governatore Luca Zaia; a condividerla il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari che ne sottolinea la praticabilità tecnica.
Gli episodi
L’elenco degli sfregi è lungo e variegato: all’inizio fu Venezia e furono i tuffi da Rialto, le nuotate in Canal Grande, le scene hot tra le calli. Poi il fenomeno si è propagato, investendo democraticamente tutto il territorio.
In montagna: gli escursionisti in infradito lungo i sentieri, i camperisti nudi in parcheggio a Cortina e i panni stesi sul monumento alle Olimpiadi 1956. Ha del surreale il racconto del gestore del rifugio Talamini a Vodo di Cadore: pannolini sporchi lasciati nei piatti. Sulle spiagge: a Jesolo ed Eraclea i bagnanti in tanga o a torso nudo per le strade della città e nei negozi. In città: i turisti in mutande che prendono il sole sdraiati sui muretti dell’Isola Memmia a Padova. Tanto, troppo.
Il daspo
Così il governatore Luca Zaia è sbottato: non siamo un luna park, ora basta.
«Il Veneto», ha detto, «è la regione dei record nel turismo, ma non può e non vuole diventare terra fertile per il turismo cafone. Non siamo un luna park in cui ognuno fa quello che vuole senza regole: ogni anno accogliamo 73 milioni di visitatori ed investiamo enormi risorse per rendere l’esperienza di viaggio sicura e di qualità. Tutto questo merita rispetto, perché è un patrimonio culturale, paesaggistico e storico su cui abbiamo investito per offrirlo al mondo».
E dunque: «C’è un limite a tutto, noi accogliamo chi porta rispetto. A chi arriva nelle nostre città d’arte, nei nostri borghi, sulle nostre spiagge e nelle nostre montagne con la voglia di conoscere, apprezzare e magari anche tornare, diamo il benvenuto. Ma a chi pensa di venire qui per fare i propri comodi, per lasciare caos e degrado, diciamo chiaramente che non sarà tollerato. Il Veneto non è e non sarà mai la terra del turismo selvaggio o cafone».
Ecco allora la soluzione daspo: «Sono più che favorevole a strumenti normativi che prevedano anche il daspo per chi viola il decoro dei nostri luoghi di villeggiatura in modo pesante, ripetuto, e con palese disprezzo degli operatori e della comunità locale».
La fattibilità
Una boutade? Niente affatto. La strada è percorribile. Lo attesta il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari che entra nel merito della fattibilità e parla di soluzione tecnicamente realizzabile.
«Sono d’accordo con Zaia», afferma il senatore, «il daspo urbano è uno strumento che è già utilizzato in diversi ambiti per contrastare il degrado e garantire la sicurezza. Estenderne l’utilizzo per difendere la dignità delle nostre comunità è un’ottima idea che può essere realizzata tecnicamente in tempi rapidi».
Che cosa prevede
Il daspo urbano (acronimo di divieto di accesso alle manifestazioni sportive, in questo caso esteso in ambito urbano), è una misura amministrativa nata per contrastare degrado, violenza o comportamenti che compromettono la sicurezza e il decoro urbano.
Esso inizia con un ordine di allontanamento rivolto a chi compie atti di ubriachezza molesta, spaccio o uso di droga, accattonaggio molesto, bivacco o a chi disturba l’ordine pubblico o mette a rischio la sicurezza dei cittadini. L’ordine di allontanamento immediato viene emesso da polizia, carabinieri, polizia municipale; in caso di persona recidiva o pericolosa, il questore può disporre il divieto di accesso.
Eccoli i cafoni di questa estate






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