Il turismo sostenibile come argine ai «nuovi barbari», ecco da dove ripartire
Diego Gallo, direttore del programma Turismo di Etifor: «Educare il turista al territorio significa conoscere il legame tra terra e umanità». Le cinque regole d’oro e le best practice, dalla Valsugana a San Vigilio di Marebbe alla Treviso-Ostiglia

Un turismo a impatto positivo può esistere? Le immagini di questa stagione sembrano mostrare un futuro tutto a segno meno. Dall’eterna fila con tornello a pagamento sul Seceda in Val Gardena al piccolo centro di Sirmione invaso, ormai il mercato sembra fuori controllo. Esempi di cambiamento cercano di farsi spazio, ridefinendo la missione del turismo, compensando e restituendo alle comunità di residenti. È l’obiettivo della certificazione Gstc, promossa dalle Nazioni Unite dal 2010 per dare standard concreti di pratiche sostenibili a cui rigarsi. In Italia più di 100 strutture sono certificate, le destinazioni arrivano a 20.
Nel Nordest la prima località a ottenerla è stata la Valsugana nel 2019, la prossima a confrontarsi con lo standard sarà la ciclovia Treviso-Ostiglia.
A supporto di queste realtà entra in gioco Etifor, uno Spin-off dell’Università di Padova specializzato in consulenza ambientale. Diego Gallo, direttore del programma Turismo di Etifor, vede una nuova strada: “L’operatore turistico deve diventare educatore del territorio”.

Perché l’industria del turismo sembra così insostenibile ormai?
“Il mercato turistico è saltato sul carro della sostenibilità molto tardi rispetto ad altre filiere economiche, probabilmente per la complessità del fenomeno che costituisce. Ci sono specificità locali, diverse attività economiche e diverse tipologie di operatori. Questo lavoro poi, è invecchiato molto presto. Il mestiere dell’operatore turistico ha perso la sua vocazione, è pura manodopera”.
Come si ritrova la missione del turismo?
“Se l’operatore turistico riuscirà a ritrovare il suo ruolo di educatore del territorio allora si potrebbe arginare parte del problema dell’overtourism. Educare il turista al territorio significa conoscere il legame tra terra e umanità, vedendo il turismo come arricchimento sociale e culturale. Le ricadute economiche saranno una naturale conseguenza. Lo standard di certificazione Gstc in questo senso aiuta e San Vigilio di Marebbe, in Alto-Adige, è un esempio che fa capire come la sensibilità stia cambiando. Le strutture ricettive della zona sono concentrate a far conoscere la cultura del territorio: dalla cultura ladina al rispetto delle zone naturali. Il messaggio che arriva da San Vigilio è di andare oltre al marketing con una seria riflessione che accompagni l’ospite a un soggiorno responsabile. Serve un cambio culturale magari lento ma necessario. Bisogna attivare un processo di cambiamento, non di risolvere emergenze.”
Cosa manca?
“Fare tutto questo in destinazioni mature già raggiunte dall’overtourism è sicuramente più complesso che gestire il turismo in località giovani. In Veneto diverse difficoltà non sono ancora state superate: pubblico e privato faticano a mettere a fuoco una visione di sviluppo condivisa. Il turismo veneto è una realtà molto frazionata. Spesso iniziative sul turismo vengono sfruttate solo come strumento di visibilità autoreferenziale, senza progettualità. La riforma della governance resta l’aspetto più complesso. Più a nord, le destinazioni del Trentino e dell’Alto Adige hanno scelto lo standard GSTC come guida per la sostenibilità. Oggi i territori certificati GSTC in Italia sono più di 20, di questi cinque sono In Trentino e nove in Alto Adige. Lo standard è autorevole, chiaro e concreto.
In che cosa consiste la certificazione?
“Tutto si basa su quattro pilastri: gestione sostenibile, impatti socioeconomici, patrimoni culturali, impatti ambientali. La certificazione di sostenibilità è uno strumento di responsabilità sociale e ambientale volontario, che dimostra l’impegno nella riduzione degli impatti negativi. È una certificazione indipendente, internazionale e garantita da un sistema terzo accreditato. Il Global Sustainable Tourism Council è la principale autorità mondiale in materia di definizione e gestione degli standard per i viaggi e il turismo sostenibile.”
Secondo dati di Deloitte riportati da Etifor, il 75% dei viaggiatori sarebbe disposto a pagare un prezzo maggiore per alloggiare in una struttura con chiare politiche di sostenibilità.
I membri del Consiglio del turismo sostenibile in Italia

Il GSTC è un’organizzazione indipendente, neutrale e senza scopo di lucro che ha sviluppato gli standard di riferimento per le due Certificazioni del Turismo Sostenibile (GSTC C-HTO e GSTC CD). Quest’ultime, riconosciute a livello mondiale e con una validità di 3 anni, permettono alle strutture e alle destinazioni turistiche di dimostrare il proprio impegno nel mettere in atto e promuovere un sistema di gestione sostenibile dal punto di vista della governance, ambientale, sociale ed economico.
Ecco chi ne fa parte
- Stefano Ravelli, APT Valsugana [Chair]
- Federica Bosco, Etifor [Vice-chair]
- Stefanie Prieth, IDM
- Claudia Gioitti, Consorzio il Tarvisiano
- Filippo De Agostini, S. Vigilio
- Livia Muto Nardone, Ecoluxury
- Enrico Ducrot, Viaggi dell’Elefante
- Max Nagler, Alta Badia
- Stefania Zanuso, Ways Srl SB – VIRTOU
- Robert Kropfitsch, Territori Sostenibili
- Paola Fattori, Ekita
- Lara Citon, Hospitality Team Srl Soc. Benefit
- Paola Fagioli, Legambiente
Le cinque regole per sostenere le comunità locali

Come si intraprende questo percorso come turisti? Come si cambia l’immaginario da fonte da prosciugare a risorsa da ricompensare? “Turismo Italia” lancia i cinque modi per sostenere le realtà locali che visitiamo nelle meritate ferie.
1. Scegli alloggi gestiti da persone del posto
Uno dei modi più semplici ed efficaci per sostenere l’economia locale è optare per strutture ricettive a gestione familiare o indipendente. B&B, agriturismi, ostelli e guesthouse offrono spesso esperienze autentiche e un contatto diretto con chi vive nel luogo che stai visitando. In questo modo, i soldi spesi restano nella comunità, anziché finire nelle casse di grandi catene internazionali. Inoltre, gli host locali sono spesso fonti preziose di consigli genuini: ti guideranno verso ristoranti autentici, attività artigianali e angoli nascosti che raramente compaiono nelle guide turistiche.
2. Acquista prodotti locali e artigianato autentico
Comprare souvenir è una tradizione di viaggio, ma farlo responsabilmente può fare la differenza. Evita gli oggetti prodotti in massa e prediligi quelli realizzati a mano da artigiani locali. Così facendo, supporti direttamente la creatività e il lavoro di chi vive nel territorio. Lo stesso vale per i prodotti alimentari: visita mercati rionali, botteghe artigianali o cooperative agricole locali. Acquistare direttamente dai produttori è un gesto semplice che ha un impatto positivo concreto.
3. Mangia nei ristoranti locali
La cucina è uno degli aspetti più affascinanti di ogni cultura, e mangiare nei ristoranti locali è un modo straordinario per scoprirla davvero. Evita le catene internazionali e i locali pensati esclusivamente per i turisti: cerca trattorie, osterie, piccoli bar e ristorantini frequentati anche dalla gente del posto. Oltre a sostenere l’economia locale, avrai l’opportunità di gustare piatti autentici e conoscere le storie dietro ogni ricetta. E se ne hai la possibilità, partecipa a una lezione di cucina o a un’esperienza gastronomica casalinga: è un’occasione unica per entrare in contatto con la cultura locale.
4. Partecipa ad attività ed escursioni organizzate da operatori locali
Quando scegli un’escursione o un’attività, informati su chi la organizza. Le imprese turistiche locali reinvestono spesso i profitti nella propria comunità, contribuendo a creare occupazione e a valorizzare le tradizioni. Tour guidati da residenti, workshop culturali, visite in fattorie o laboratori artigianali sono ottime opportunità per vivere esperienze autentiche e avere un impatto positivo. Inoltre, questi operatori conoscono profondamente il proprio territorio e sono i migliori custodi delle sue storie e dei suoi segreti.
5. Rispetta usi, costumi e ambiente
Sostenere una comunità non significa solo spendere denaro in modo consapevole: è anche una questione di rispetto. Informati sulle tradizioni locali, impara qualche parola nella lingua del posto, chiedi permesso prima di scattare foto e adotta comportamenti rispettosi nei confronti della cultura e della religione locale.
Lo stesso vale per l’ambiente: riduci l’uso della plastica, rispetta le aree naturali, non disturbare la fauna e prediligi mezzi di trasporto sostenibili. Un viaggiatore responsabile lascia il luogo che visita così come (o meglio di) come lo ha trovato.
Riproduzione riservata © il Nord Est