Serrai di Sottoguda a numero chiuso: «Serve un turismo sostenibile»
Il 14 giugno il canyon sulle Dolomiti in provincia di Belluno riapre i battenti con la gestione della coop Sviluppo&Lavoro. Via le auto dalla borgata: arriva la Ztl

Dopo le Tre Cime di Lavaredo (e, prima ancora, il lago di Braies) il numero programmato (o chiuso) arriva ai Serrai di Sottoguda. Il nuovo fronte della lotta all’overtourism, il sovraffollamento di visitatori nei siti più attrattivi, si apre nel canyon naturale scavato dalle acque del torrente Pettorina, che sarà riaperto al pubblico dal 14 giugno.
I Serrai di Sottoguda sono chiusi da 7 anni, quando li devastò la tempesta Vaia. Dopo la rimessa in sicurezza da parte della Regione, attraverso la società Veneto Acque, per un investimento di una decina di milioni, l’anno scorso l’iniziativa Cantiere Aperto ha visto una riapertura sperimentale.
E ora il Comune di Rocca Pietore ha deciso di rendere disponibile la frequentazione ad un numero massimo di 200 visitatori contemporaneamente, affidando la gestione alla cooperativa Sviluppo&Lavoro dell’Alpago.
«Siccome la visita, lungo i due chilometri di percorso oggi disponibili, dura un’ora, prevediamo di poter consentire l’accesso», anticipa Gianfranco Borgato, il presidente, «almeno ad un migliaio di persone tra le 9 e le 17, che è l’orario di apertura».
Le visite saranno a pagamento: 5 euro ad adulto, 2 euro ai bambini tra i 2 ed i 14 anni, gratis a quelli di età inferiore. Ingresso gratuito anche ai disabili. Sconti per i gruppi: 4 euro per adulto e 1 euro per i bambino, per un minimo di 20 persone. I residenti potranno entrare gratis.
«Puntiamo ad un accesso sostenibile e programmato, per consentire al visitatore di potersi immergere nella bellezza del posto con tutta la disponibilità d’animo che si dà», sottolinea il sindaco di Rocca Pietore, Valerio Davare. «Dopo la prima esperienza di quest’estate, è possibile che passeremo anche alla prenotazione, ma dovremmo pianificare i tempi sulla base dei riscontri che verificheremo. Dal 14 giugno, intanto, ci siamo organizzati con la cooperativa per consentire gli accessi, dopo quota 200, mano a mano che una persona esce. Per accompagnare il visitatore provvederemo anche a delle guide».
La Sviluppo&Lavoro è una realtà cooperativa di ben 10 anni di attività.
Svolge servizio sulla frontiera della vita: in carcere per animare col lavoro i detenuti disponibili; all’esterno, nelle diverse realtà per inserire persone svantaggiate o per dare una prospettiva di dignità ai richiedenti asilo. Si occupa anche della gestione del verde e di piccoli lavori in edilizia.
«Ringraziamo l’amministrazione di Rocca Pietore per la gratificante sfida che ci affida e noi ricambiamo», annuncia il presidente della cooperativa, Borgato, «assumendo, con regolare contratto di lavoro, dalle 6 alle 7 persone, possibilmente giovani, della Val Pettorina. Anzitutto per restituire ciò che riceviamo ma anche per contrastare, nel limite delle possibilità, allo spopolamento dell’Alto Agordino, e dall’altra per arginare l’esodo giovanile».
I ragazzi impegnati gestiranno la biglietteria, assisteranno i visitatori dall’ingresso alla conclusione del percorso, si occuperanno delle pulizie e di ogni altro servizio.
Ma il sindaco Davare si rende ben conto che una soluzione così innovativa rischierebbe di perdere d’efficacia se non fosse contestualizzata in una visione dell’ambiente diversa da quella consueta. «Sì, abbiamo programmato», conferma il primo cittadino, «anche una zona a traffico limitato. Cioè libereremo il caratteristico centro di Sottoguda dalle auto. Per apprezzare un borgo così caratteristico, uno dei più attrattivi delle Dolomiti, l’approccio dev’essere lento, pensoso, quindi a piedi».
Ed ecco, dunque, che le auto saranno fatte posteggiare in aree di sosta al limite del paese. Eventualmente provvedendo al trasporto con delle navette di chi non ce la fa a camminare.
Niente trenino, invece, tanto meno lungo i Serrai: «Sia perché non potrebbe logisticamente transitare», specifica Davare, «ma soprattutto per non banalizzare la ricognizione che in un posto del genere dev’essere di massima concentrazione, lontano da ogni disturbo».
I visitatori, tra l’altro, saranno dotati di caschetto, perché si sa che la sicurezza dei versanti è garantita, ma le sorprese possono sempre palesarsi. L’anno scorso, nell’apertura improvvisata prima dell’ultima parte dei lavori, sono entrate 5 mila persone. Quest’estate l’opportunità potrebbe esserci per 100 mila visitatori.
«No, non puntiamo alla quantità, ma alla qualità dell’esperienza», insiste il sindaco Davare. «E vorremmo anche che i nostri ospiti ampliassero questa possibilità d’immersione anche nelle altre bellezze della valle e dell’Agordino».
Intanto a nord dei Serrai, il cantiere di Veneto Acque prosegue con la costruzione dell’ultima diga paramassi, sempre lungo il Pettorina.
Si tratta di un’opera, anch’essa ingegneristicamente innovativa, per frenare, prima della forra, i materiali che potrebbero essere portati a valle dalle acque impetuose del torrente che scendono dalla Marmolada.
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