Manifesto dell’ospitalità etica: 500 tra ristoratori, host e artigiani firmano per un’Italia anti-overtourism

Mentre l’estate italiana oscilla tra lidi semi-deserti e montagne sovraffollate alla caccia del selfie, Unexpected Italy rilancia il turismo responsabile. Il Ceo Faggiana: «Una risposta concreta ai prezzi folli, fatta di radicamento, valore autentico e rispetto per il territorio»

La redazione

L’Italia turistica non è tutta uguale, anche se a guardare certi titoli sembra il contrario. Nell’estate 2025, mentre alcune spiagge registrano cali drammatici di presenze e le vette più instagrammate faticano a contenere l’afflusso, una fetta sempre più ampia del Paese resta ai margini: bella, autentica, sconosciuta. L’overtourism non è ovunque, è solo in alcune mete. E lo stesso vale per il suo opposto: il vuoto. In questo scenario polarizzato, fatto di lidi svuotati e sentieri intasati, la startup Unexpected Italy rilancia la sfida: proporre un turismo fondato sulla conoscenza profonda dei luoghi, sull’etica di un’ospitalità sincera, sulla scelta ragionata e su una mappa altamente affidabile.

Ad oltre dieci anni dall’avvento dell’overtourism, qualcosa sta cambiando. Il turismo di massa ha tradito la sua promessa: doveva portare ricchezza, ha lasciato frustrazione; doveva creare relazioni, ha generato alienazione.

Secondo i dati del Sindacato Italiano Balneari (Sib) nel mese di luglio si è registrato un calo medio delle presenze in spiaggia del 15%, con picchi del 25% in regioni come Emilia-Romagna e Calabria. E la situazione non appare rosea nemmeno in Toscana, nel Lazio o sul Lago di Garda dove molte località hanno registrato un netto calo delle presenze.

Dall’altro lato ci sono località montane sempre più sature con aree come Seceda, il Lago di Braies o le Tre Cime di Lavaredo che affrontano flussi turistici difficili da gestire, con problemi di affollamento, sicurezza e impatto ambientale. E nel mentre aumentano le recensioni negative, i prezzi schizzano alle stelle, i residenti cercano di proteggersi con soluzioni temporanee come i tornelli nei sentieri, ma la qualità cala e le strategie concrete mancano.

“Finché si continua a percepire il turista come un pollo da spennare,” commenta Elisabetta Faggiana, CEO e Co-Founder di Unexpected Italy, “non si può pretendere un’offerta equilibrata, autentica e con un buon rapporto qualità/prezzo. E il turista, oggi più informato e consapevole, che sia italiano o straniero, se ne accorge e non ritorna.”

Le conseguenze? Da un lato turisti insoddisfatti, dall’altra una lenta erosione dell’identità locale: botteghe che chiudono, artigiani che spariscono, trattorie storiche che cedono il passo a fast food e ristoranti “fotocopia”. Il guadagno facile, per affittacamere, stabilimenti balneari, ristoranti turistici, è una tentazione che si paga a caro prezzo.

Per questo nasce la start up travel tech fondata dalla vicentina Elisabetta Faggiana e dal barlettano Savio Losito, recentemente premiata anche alle Nazioni Unite per il suo approccio etico e innovativo al turismo. Oggi l’app, descritta dal The Guardian come “una bussola per viaggiatori consapevoli”, chiede a tutti i propri aderenti di firmare il “Manifesto per un turismo etico” (riportato in scheda, ndr) per diffondere la propria visione.

Firmato ormai da quasi 500 host che ogni giorno scelgono l’etica alla scorciatoia, la qualità al compromesso, la responsabilità alle mode passeggere. Scelgono di restare fedeli alle proprie radici, di guardare il proprio territorio con l’occhio di chi lo ama, non di chi ci specula, fieri di essere “Ribelli con le Radici”. Il Manifesto dell’Ospitalità Etica è il patto che unisce ristoratori, albergatori, artigiani e produttori della rete Unexpected Italy, custodi della vera autenticità italiana. “Sottoscrivere il Manifesto,” afferma Elisabetta Faggiana, “è il primo passo per abbracciare un impegno condiviso e una prospettiva autentica. Alle parole devono seguire azioni concrete e responsabili, supportate da un rigoroso processo di screening, raccomandazioni locali e verifiche in loco, per assicurare che ogni realtà abbia e mantenga un approccio etico e di valore, perchè chi accoglie con professionalità ed etica c’è e va valorizzato.”

Un impegno concreto, fatto di scelte quotidiane, per un turismo responsabile, giusto, consapevole. Tra le realtà più recenti entrate in Unexpected Italy Il Casale al Colle sui Colli Euganei, Trattoria dell’Acciughetta a Genova, Palazzo Grillo a Genova, Fratelli Levaggi a Camogli, Ca’ Apollonio Hermitage a Romano D’Ezzelino (VI), l’Hotel Hassler a Roma, solo per citarne alcuni.

La sfida di Unexpected Italy nasce da qui: una mappatura meticolosa dell’Italia, provincia per provincia, metro quadro per metro quadro (ad oggi sono 13 le province mappate e a breve molte altre) con una selezione accurata di realtà che lavorano con passione, competenza e rispetto, garantendo un'offerta proporzionata al prezzo e all’esperienza. È così che nasce una mappa selettiva ma inclusiva: fatta di ristoratori autentici, artigiani resistenti, osti che ancora raccontano storie e produttori che non hanno mai ceduto alla logica del guadagno facile. Una mappa dinamica di un’Italia che resiste: la sfida è ricostruire un turismo vicino, umano, trasparente, proporzionato al costo e all’esperienza.

Dice Savio Losito, co-founder di Unexpected Italy: “Il problema non è tanto pagare molto, ma pagare molto per avere poco. Il prezzo deve sempre essere commisurato all’offerta, così un ristorantino esclusivo, con pochi coperti, un team preparato e materie prime eccellenti ha giustamente un prezzo più elevato rispetto ad una trattoria semplice, autentica, con cucina locale e prezzi più accessibili. Entrambe sono valide, se c’è trasparenza e valore reale”.

Secondo Unexpected Italy, la risposta alla crisi dell’offerta turistica sta proprio nella rigida selezione di luoghi che aderiscono a determinati canoni e parametri di etica e qualità. “Lo sappiamo che suona impopolare,” spiega Elisabetta Faggiana, CEO e co-fondatrice. “Ma oggi l’eccesso di accesso ha appiattito tutto. Le destinazioni si omologano, l’esperienza si svuota, la qualità si perde. Bisogna tornare a distinguere. La chiave diventa quindi selezionare chi lavora con etica, passione e qualità e connetterli a viaggiatori che sono alla ricerca di autenticità vera, non del posto instagrammabile o turistico. Noi vogliamo consigliare bene chi vuole davvero capire e per fare questo abbiamo sviluppato una tecnologia che unisce ad una piattaforma di screening, un sistema di raccomandazioni locali. Ci affidiamo a esperti e abitanti del posto accuratamente scelti, custodi di un sapere locale inestimabile, capaci di consigliare i luoghi con competenza e autenticità e di garantirne la costanza”.

Il Manifesto dell’Ospitalità Etica

1. Ci impegniamo a garantire un giusto rapporto tra qualità e prezzo

Offriamo esperienze, piatti, prodotti e ospitalità che rispecchiano in modo trasparente il loro reale valore. Nessun rincaro o speculazione imposti dai flussi stagionali o dalle mode del momento.

2. Siamo portavoce dell’identità dei nostri territori

Non ci omologhiamo. Non inseguiamo le mode. Non svendiamo la nostra autenticità per adattarci a mode del momento o alle esigenze del turista. Valorizziamo ciò che ci rende unici: storie, mani, accenti, tradizioni, senza compromessi.

3. Promuoviamo un’ospitalità professionale e consapevole

Non tutto è per tutti, sempre. Accogliere con coscienza e professionalità significa attrarre chi condivide i nostri valori. Facciamo questo lavoro con passione, per missione e professione reale, non come hobby passeggero o per un guadagno facile.
4. Privilegiamo la qualità rispetto alla quantità, senza alcun compromesso

Sosteniamo e selezioniamo fornitori che condividono la nostra stessa etica, ricerchiamo le materie prime migliori, rispettiamo la stagionalità, privilegiando l’artigianalità rispetto all’industria ogni volta che è possibile. La nostra è una scelta consapevole e in continua evoluzione per non smettere mai di migliorare.

5. Rispettiamo il pianeta

La sostenibilità non è un’etichetta, ma un percorso ed un impegno continui. Riduciamo gli sprechi, miglioriamo l’efficienza energetica e idrica, adottiamo soluzioni ecologiche e scegliamo energie rinnovabili ogni volta che possiamo in una crescita condivisa.

6. Le persone al centro

Tutela, dignità e inclusività sono valori imprescindibili. Chi lavora con noi ha diritto a condizioni eque, salari giusti e un rapporto equilibrato tra lavoro e qualità della vita. Il benessere del personale si traduce in un servizio migliore e nel conseguente benessere dell’ospite.
7. Ospitalità lenta

Accogliamo senza fretta, perché ogni ospite merita tempo e attenzione. Cerchiamo di evitare, quando possibile, doppi o terzi turni, overbooking o gruppi sovradimensionati che comprometterebbero la qualità dell’esperienza. L’ospitalità lenta è un gesto di rispetto: verso chi ci sceglie, verso chi lavora con noi e verso il territorio che raccontiamo.
8. Facciamo rete per contare di più

Crediamo nel potere della rete e ci impegniamo a raccomandare, suggerire e collaborare con altre realtà sul territorio che lavorano con etica e passione. Un’alleanza tra realtà che vogliono avere un impatto positivo sul territorio, sulle persone e sull’economia locale.
9. Rendiamo l’esperienza accessibile, nei limiti del possibile

Siamo impegnati ad accogliere tutti, anche chi ha esigenze specifiche. Lavoriamo per superare limiti strutturali, architettonici o territoriali con intelligenza e rispetto.

10. Innovazione consapevole, identità intatta

Crediamo in un’innovazione che rispetta le radici e valorizza il passato, proiettandolo nel futuro. Accogliamo strumenti scientifici e tecnologici che ci aiutano ad accogliere meglio, a gestire in modo più efficiente le nostre attività e le nostre risorse e a ridurre l’impatto sull’ambiente. Per noi il progresso ha senso solo se preserva la nostra essenza.

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