Il Pnrr porta seimila posti letto per gli studenti del Nord Est
Lavori finiti in alcune strutture. Bernini: «Puntiamo a un impegno strutturale». In Veneto, chiesti 5.180 posti in più e ulteriori 1.144 in Friuli Venezia Giulia

Poco più di seimila posti letto in più per gli studenti universitari del Nord-Est, iscritti negli atenei veneti e friulani.
È l'ammontare delle richieste già avanzate per ottenere finanziamenti dal Pnrr – 1, 2 miliardi di euro è il totale della disponibilità prevista, ad oggi – per progetti di housing universitario, che dovrebbero portare all'attivazione di circa 60. 300 posti in più, su scala nazionale.
«L'obiettivo è raggiungere 60 mila posti letto negli alloggi per gli studenti universitari – confermava, un paio di giorni fa, la ministra dell'Università Anna Maria Bernini, durante un question time alla Camera – e si sta lavorando perché l'impegno in questo ambito va oltre il 2025 e diventi strutturali».
Sono 60.300, dunque, le domande arrivano fino a questo momento. Domande che dovranno essere vagliate una a una, per verificarne l'effettivo rispetto dei criteri fissati: uno, ad esempio, consiste nella dimensione minima che devono avere le stanze.

Ma, ad onore del vero, alcuni di questi interventi sono già stati portati a termine. A Padova, ad esempio, sono 248 i nuovi posti letto che saranno disponibili già dall'anno accademico prossimo a iniziare, dei quali 75 in convenzione con l'Esu, che potrà quindi assegnarli a studenti capaci e meritevoli, ma privi di mezzi economici.
Quattro strutture si trovano in città – la residenza Santissimi angeli custodi alla Guizza, Lando all'Arcella, una struttura in via Trieste e un'altra in via Tiziano Aspetti, già attiva dallo scorso anno – e poi El rugginego a Rubano.
In ogni caso, si tratta complessivamente di dati parziali, visto che le domande potranno essere avanzate anche nei prossimi mesi, con la chiusura dei lavori che non è più prevista per il prossimo 30 giugno: giorno di “scadenza” del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Proprio dalla cabina di regia di Palazzo Chigi di ieri, infatti, è emersa la possibilità di prorogare il termine per la realizzazione dei progetti più grandi anche oltre quella data. Nella gestione del bando, il Ministero ha avuto anche il supporto e l'assistenza tecnica di Cassa Depositi e Prestiti.
Allo stato attuale, in Veneto è stata chiesta l'attivazione di 5. 180 posti letto in più. Significa questo: se la cifra dovesse essere confermata, gli universitari veneti avranno a disposizione un numero di posti letto più che doppio, rispetto a quello attuale.
Nello specifico: a Padova è stato chiesto il via libera di 2.100 nuovi posti letto, di 1.455 a Venezia, di 1.419 a Verona, di 120 a Vicenza, di 70 a Rovigo e di 23 a Treviso. Fino all'anno accademico 2021-2022 – ultimo monitoraggio Pnrr – le cifre erano decisamente più basse: circa 2.000 posti letto a Padova, 1.364 a Venezia e 620 a Verona.
In Friuli Venezia Giulia, invece, è stata chiesta l'attivazione di 1.144 posti letto, dei quali 454 a Udine, 470 a Trieste e 129 a Gorizia. Nel 2021-22 erano, rispettivamente, 420, 590 e 117.
«Il ministero ha messo a disposizione tutto quello che aveva: due miliardi tra fondi statali e fondi Pnrr», ha detto Bernini, «Si tratta di un'azione congiunta, che viene dall'impegno che abbiamo preso a prescindere dalla difficoltà del target: 60 mila posti letto sono sicuramente un target ambiziosissimo, calcolando che ne sono stati fatti 40 mila in circa 30 anni di storia repubblicana».
Quanto alle domande pervenute fino a questo momento, «è un numero molto importante – conferma la ministra – che nessuno pensava avremmo mai raggiunto, tra ammesse, ammissibili e protocollate». Adesso, ha concluso Bernini, «stiamo continuando a lavorare, per far sì che tutto questo vada oltre il 2025 e abbiamo legittime aspettative di ritenere che tutto questo accadrà e che una misura dotata di un termine diventerà una misura strutturale».
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