Cos’è questa storia della staycation e perché molti italiani preferiscono rimanere a casa

Per il 25% delle persone non prevede proprio di viaggiare: alla base della scelta gli alti costi e i rincari del turismo estivo

Daniela Larocca

L’estate calda, per meteo e per costi. Per andare un giorno al mare bisogna mettere mano al portafogli e spendere, si stima, quasi cento euro a persona. Per un ombrellone, spese di viaggio (benzina e autostrada) e un pasto frugale. Nelle speranza, oltre tutto, di non incontrare traffico e ulteriori spese. Ma chi ce lo fa fare, diranno molti? E in effetti è un pensiero assai comune tra gli italiani che in questa estate 2025 hanno decisamente invertito la tendenza e alle vacanze fuori porta preferiscono il divano di casa (meglio se con l’aria condizionata) o il turismo di prossimità. Un fenomeno tutt’altro che limitato o mediatico tanto da ripescare un neologismo che la Treccani ha inserito nel 2016: lo staycation. 

La staycation

Prima di tutto facciamo un punto sui dati. Il Behavior Change Report di YouGov, che analizza i cambiamenti nello stile di vita degli italiani, fotografa un’estate in cui la parola d’ordine è vicinanza. Il 58% della popolazione prevede infatti di restare in Italia per le vacanze estive, mentre il 25% non si sposterà affatto, preferendo la formula della staycation — termine entrato tra i neologismi Treccani nel 2016, che indica una “vacanza fatta restando a casa o allontanandosi di poco”, nato dall’unione delle parole inglesi stay (stare) e vacation (vacanza).

Le origini del termine sono ben più lontane dei nostri affanni quotidiani. Il concetto di staycation ha radici storiche. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il governo americano incoraggiava i cittadini a trascorrere le vacanze vicino casa per risparmiare carburante e risorse. Un’idea tornata in voga nel 2008 quando, durante la crisi finanziaria globale, molte famiglie hanno cercato modi alternativi per concedersi una pausa senza spendere troppo. 

Restare a casa

Le tendenze delle vacanze estive 2025 in Italia riflettono l’importanza di un tempo libero orientato all’esperienza e vissuto con piacere, anche senza uscire di casa. Sebbene il desiderio di viaggiare sia ancora vivo, i fattori economici stanno influenzando il modo e il luogo in cui gli italiani scelgono di rilassarsi

Secondo Julia Omini, Senior Insights Sales Manager di YouGov, questa tendenza “riflette l’importanza di un tempo libero orientato all’esperienza e vissuto con piacere, anche senza uscire di casa. Sebbene il desiderio di viaggiare resti vivo, i fattori economici stanno influenzando il modo e il luogo in cui gli italiani scelgono di rilassarsi”.

Un fenomeno, quello delle vacanze a km 0, che apre anche nuove opportunità per i brand: dall’offerta di esperienze locali alla valorizzazione dei prodotti regionali, fino ai servizi dedicati a chi decide di trascorrere le ferie senza allontanarsi troppo dalla propria quotidianità.

Non si riesce più a risparmiare

Secondo un’indagine commissionata da Facile.it a EMG Different, gli italiani non andranno in vacanza sono almeno 8,4 milioni. Il 69% di chi non partirà resterà a casa per ragioni di natura economica: la percentuale equivale a circa 6 milioni di italiani. Tra questi il 48% ha ammesso di non essere riuscito a risparmiare a sufficienza a causa dell’aumento generale del costo della vita, mentre il 20% rinuncerà poiché i prezzi di viaggi e vacanze sono diventati ormai insostenibili. Altri tempi rispetto al post Covid dove ci fu un calo dei prezzi per riaprire al turismo dopo mesi di lockdown. Le vacanze estive in effetti costano in media il 30% in più rispetto all’era pre-Covid. Lo afferma il Codacons, che sulla base degli ultimi dati Istat ha messo a confronto le tariffe odierne del comparto turistico con quelle in vigore nell’estate del 2019. 

Gli aumenti secondo il Codacons

Secondo un’analisi del Codacons, il comparto del trasporto aereo è quello che ha subito i rincari più pesanti negli ultimi sei anni. Oggi i voli nazionali costano in media l’81,5% in più rispetto al 2019, mentre le tariffe dei voli internazionali sono salite del 65,9% e quelle per l’Europa del 61%. Va un po’ meglio a chi sceglie il traghetto (+13,9%), il treno (+10,7%) o l’autobus/pullman (+10,1%). Carburanti e pedaggi non fanno sconti: la benzina è più cara dell’8,3%, il gasolio del 12,6%, pedaggi e parchimetri segnano +7,2%, e noleggiare un’auto costa il 17,6% in più.

Anche i pacchetti vacanza pesano molto di più: +56,6% rispetto al periodo pre-Covid. Sul fronte dell’ospitalità, alberghi, motel e pensioni segnano +40,6%, villaggi e campeggi +12,7%, b&b e case vacanza +22,7%.

Il rincaro non risparmia neppure il tempo libero: una giornata al mare o in piscina costa oggi il 32,7% in più, i parchi divertimento +21,4%, musei e monumenti +20,5%, parchi nazionali, zoo e giardini +13%.

Anche mangiare e bere fuori casa è più caro: ristoranti e pizzerie +22,5%, aperitivi alcolici +18,2%, birra +17,2% e bibite analcoliche addirittura +28,8%.

Infine, fare la spesa per un’estate casalinga non alleggerisce il portafoglio: pesce e prodotti ittici +23,9%, frutta fresca +35%, gelati +46,4%, acqua minerale +30,5%.

Riproduzione riservata © il Nord Est