Modalità, armadietti e intervallo: cosa sapere sullo stop agli smartphone nelle scuole superiori

I ragazzi non potranno utilizzare i cellulari durante l’orario scolastico. Un divieto che si inserisce nell’ambito di un ampio dibattito sul rapporto tra i giovani e i social, su cui ci piacerebbe conoscere la tua opinione (trovi il questionario nell’articolo)

La redazione
Gli smartphone lasciati sulla cattedra durante un esame di maturità. Foto Frassineti / AGF
Gli smartphone lasciati sulla cattedra durante un esame di maturità. Foto Frassineti / AGF

Il nuovo anno scolastico è alle porte, con una novità: il divieto dell’utilizzo dello smartphone in classe anche alle superiore. Una decisione presa dal ministro dell’Istruzione Valditara e comunicata con una circolare lo scorso 16 giugno ai dirigenti scolastici.

Cellulari banditi ai banchi, dunque, anche quanto il loro utilizzo è apparente finalizzato ad attività didattiche. Un giro di vite che impone alle scuole un’organizzazione capillare, perché serve innanzitutto trovare un luogo dove tenere gli smartphone degli studenti mentre questi frequentano le lezioni.

Il divieto

«Con la presente circolare si dispone anche per gli studenti del secondo ciclo di istruzione il divieto di utilizzo del telefono cellulare durante lo svolgimento dell’attività didattica e più in generale in orario scolastico». Questo uno stralcio della circolare n. 3392 del 16 giugno 2025, con cui viale Trastevere ha comunicato la sua decisione. 

  • L’INDAGINE. Cosa ne pensi del possibile Divieto di utilizzo dei social per i minori di 15 anni? Facci sapere la tua opinione 

 

A supporto di tale scelta, nella nota si fa riferimento ad alcuni studi (i principali di Ocse e Oms) che mettono in evidenza gli effetti negativi che l’uso di questi dispositivi tecnologici ha sui ragazzi, sia sul rendimento scolastico sia sulla socialità. Per questo il ministero guidato da Giuseppe Valditara sottolinea che lo stop agli smartphone in classe «appare ormai improcrastinabile alla luce degli effetti negativi, ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica, che un uso eccessivo o non corretto dello smartphone può produrre sulla salute e il benessere degli adolescenti e sulle loro prestazioni scolastiche».

Dove saranno tenuti gli smartphone

Stabilito che i ragazzi non potranno avere con loro i telefoni mentre sono seduti ai banchi, per le scuole si apre il problema principale. Dove tenere gli smartphone degli studenti, garantendo sicurezza e privacy, visto che «è rimessa all’autonomia scolastica l’individuazione delle misure organizzative atte ad assicurare il rispetto del divieto in questione», si legge nella nota.

La soluzione ideale sembrerebbe quella di installare sulle pareti delle aula alcuni armadietti con chiave: una strada, però che si porta dietro una serie di controindicazioni, prima tra tutte quella economica: cassette simili possono costare fino a 70 euro. Poi, ovviamente, c’è il tema delle lungaggini burocratiche. Tra assegnazione dell’appalto e realizzazione sembra complicato che, con la pausa estiva di mezzo, entro metà settembre (lezioni al via tra l’8 e il 15 a seconda della regione), si riesca ad avere a disposizione questi armadietti. 

Più semplice, ed economico, predisporre dei portaoggetti a parete o dei contenitori sulla cattedra dove lasciare tutti gli smartphone, una soluzione questa che, in realtà, è già adottata da diverso tempo in molti istituti scolastici, ma che è meno utile a prevenire episodi spiacevoli quali furti e sguardi indiscreti.

Lo smartphone all’intervallo

Uno degli elementi di maggiore novità rispetto alla circolare di Valditara riguarda l’utilizzo degli smartphone all’intervallo. Nel dispositivo si fa riferimento a tutto l’orario scolastico, e non a quello di lezione. Ciò significa che i ragazzi non potranno usare lo smartphone nemmeno durante l’intervallo.

Le eccezioni

Sono molto poche le eccezioni. Potranno continuare a usare lo smartphone gli alunni con disabilità o con disturbi specifici dell’apprendimento, qualora preeviso dal loro Piano didattico/educativo personale. Luce verde anche negli istituti tecnici a indirizzo informatica e comunicazione, quando lo smartphone  «sia strettamente funzionale all’efficace svolgimento dell’attività didattica».

Resta confermato, invece, l’impiego degli altri dispositivi tecnologici e digitali a supporto dell’innovazione dei processi di insegnamento e di apprendimento, come pc, tablet e lavagna elettronica.

 

 

 

 

 

 

 

Riproduzione riservata © il Nord Est