La notte del bimbo di Banksy: sarà staccato dal palazzo per poter essere restaurato
Il Migrant Child ora è nelle mani di Banca Ifis, che si è fatta promotrice della sua conservazione acquistando il palazzo San Pantalon

Apparso di notte, «scomparirà» di notte. Il Migrant Child, il Bambino Migrante di Banksy, quel murale che ha fatto il giro del mondo nel maggio del 2019 con la fiaccola rosa stretta nella mano e l’acqua alta alla cintola, verrà staccato dopo la mezzanotte.
O meglio, tagliato con il muro e portato in un luogo sicuro (e naturalmente segreto) per completarne il restauro.
Il dibattito è stato ed è ancora ampio sul tema, se il restauro sia coerente con un’opera fatta per essere effimera: il pezzo di Banksy è stato realizzato apposta a pelo d’acqua, per sensibilizzare sui migranti dispersi in mare, ma anche in uno dei canali interni più trafficati della città (siamo a San Pantalon) per riflettere sul moto ondoso.
Mettendo da parte l’intentio auctoris - ovvero il significato che possiamo ipotizzare Banksy avesse scelto per quest’opera - il Migrant Child ora è nelle mani di Banca Ifis, che si è fatta promotrice della sua conservazione acquistando il palazzo.
Questa notte (tra 23 e 24 luglio) l rio di Ca’ Foscari su cui affaccia l’opera, a San Pantalon, verrà chiuso al traffico acqueo dalle dieci di questa sera fino alle 6 di domani. Ci saranno due imbarcazioni che potranno accedere al rio, per le operazioni di «carico di settore di muratura», visto che «i responsabili del cantiere hanno progettato di rimuovere parte della muratura di facciata, per mantenere il graffito che è stato dipinto dall’artista su tale superficie».
Le prime operazioni di restauro, infatti, sono iniziate a metà giugno con il montaggio di ponteggi e i rilievi e le valutazioni da parte di Federico Borgogni, restauratore già familiare con i pezzi di Banksy.
Con il cantiere in corso per la ristrutturazione del palazzo, appunto acquistato da Banca Ifis e affidato allo studio Zaha Hadid Architects, il murale sarebbe stato a rischio e ha bisogno di cure che verranno portate avanti in uno specifico laboratorio.
Rispetto al palazzo, rinominato palazzo San Pantalon e che è vincolato, la Sovrintendenza sta valutando il progetto di sviluppo che ha proposto banca Ifis: il cambio di timone (Fabrizio Magani ora ha un ruolo a Roma) potrebbe rallentare le operazioni.
Che cosa diventerà esattamente? Qualche indizio lo si trova riavvolgendo il nastro a quando Banca Ifis ha annunciato l’acquisizione del palazzo. Tutto è iniziato dall’inaugurazione del parco internazionale di scultura a Villa Fürstenberg di Banca Ifis, nel settembre del 2023. In quell’occasione, tra le opere di Mitoraj, Valdes, Botero, Colbert, l’allora sottosegretario al ministero della Cultura Vittorio Sgarbi aveva lanciato l’appello all’amico Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis: «Perché Banca Ifis non adotta il Banksy veneziano?», aveva detto Sgarbi a Villa Fürstenberg.
Detto, fatto: due settimane dopo quella serata Sgarbi annuncia di aver messo d’accordo i proprietari del palazzo su cui è sorto il murale (allora una società padovana), il Comune, la Regione e un’istituzione bancaria disposta a finanziare l’operazione. «Agiamo in nome della conservazione dell’opera», sottolineava Sgarbi, «la Sovrintendenza avrà il compito di vigilare sulla messa in sicurezza. Non ci interessa se l’opera abbia o no più di settant’anni, né se l’autore sia vivo e neppure se ci dia il consenso al restauro, dal momento che, tra l’altro, il murale è stato realizzato “illegalmente”».
L’istituzione bancaria coinvolta è stata svelata successivamente, durante una conferenza stampa di presentazione del restauro al ministero della Cultura a Roma: chiaramente, Banca Ifis.
Nel marzo del 2024, poi, l’altro passo in avanti: Banca Ifis ha acquistato il palazzo.
«Siamo lieti di annunciare l’acquisto di palazzo San Pantalon, che in seguito ai lavori di restauro, e messa in sicurezza, sarà restituito a Venezia per arricchirne il già straordinario patrimonio artistico», le parole di Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis, «Banca Ifis vuole dare al più presto il via ai lavori di restauro dell’immobile per restituirlo a Venezia in una nuova veste, in cui i giovani artisti della street art potranno esporre le proprie idee e opere d’arte».
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