Padova, elettrodi nel cervello di un bimbo di 7 anni: prima operazione di Deep Brain Stimulation su encefalite

All’Azienda ospedaliera di Padova, in una sala ibrida d’avanguardia, un’équipe guidata dal professor Luca Denaro ha eseguito una stimolazione cerebrale profonda su un bambino di sette anni affetto da encefalite: ecco di cosa si tratta

La redazione
Su un bambino di 7 anni con encefalite Deep brain stimulation
Su un bambino di 7 anni con encefalite Deep brain stimulation

Intervenire sul cervello di un bambino di sette anni, impiantando due elettrodi nel cuore dell’encefalo e seguendo in diretta l’attività delle sue cellule nervose, il cosiddetto “canto dei neuroni”. È quanto accaduto questo mese nella “sala ibrida” dell’Azienda ospedaliera di Padova, un ambiente all’avanguardia in cui chirurgia e diagnostica per immagini operano fianco a fianco.

Qui non è il paziente a muoversi, ma la tecnologia che lo circonda: macchinari sofisticati scorrono attorno al tavolo operatorio, permettendo di effettuare TAC e angiografie senza interrompere l’intervento.

La tecnica del futuro: stimolazione cerebrale profonda

L’intervento, chiamato Deep Brain Stimulation (DBS), è stato eseguito dall’équipe di Neurochirurgia pediatrica e funzionale guidata dal professor Luca Denaro. Il piccolo paziente era affetto da encefalite e, grazie alla procedura, ha potuto ridurre i farmaci e riprendere a interagire con i genitori.

La DBS prevede l’inserimento, tramite un foro di pochi millimetri nel cranio, di elettrodi sottili come un capello nelle aree profonde del cervello. Una precisione millimetrica che permette di modulare l’attività neuronale e alleviare i sintomi di malattie come Parkinson, distonia, tremore essenziale ed epilessie resistenti ai farmaci.

«Questa tecnica non è nuova – spiega Denaro – ma la sala ibrida ci consente di ridurre i tempi di intervento da sei a quattro ore, diminuendo l’uso di anestetici e lo stress per il paziente. Possiamo ascoltare il ‘canto dei neuroni’, una sorta di musica naturale dell’attività cerebrale, che ci indica se stiamo operando nel punto giusto».

Risultati sorprendenti anche negli adulti

Non solo bambini. Nelle stesse settimane, la stessa procedura è stata applicata con successo anche su una donna di 50 anni di Abano Terme, affetta da un tremore essenziale invalidante. Dopo l’intervento, la paziente ha potuto tornare a scrivere, vestirsi e pranzare in autonomia, gesti quotidiani che prima le erano impossibili.

La stimolazione cerebrale profonda non solo riduce fino al 70% i sintomi di patologie neurologiche come il Parkinson, ma permette anche di diminuire in eguale misura il fabbisogno di farmaci. Con la sala ibrida di Padova, l’Italia si colloca ai vertici della neurochirurgia di precisione, unendo tecnologia, esperienza e una cura sempre più mirata per i pazienti.

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