Dalla pelle artificiale agli esosomi: a Padova la nuova frontiera della rigenerazione dei tessuti

Alla guida di questo cambiamento epocale c’è l’Azienda Ospedale Università di Padova, che si conferma centro di eccellenza nazionale nella cura delle lesioni difficili grazie a un approccio multidisciplinare e all’impiego delle più avanzate tecnologie mediche

Silvia Bergamin
Il professor Franco Bassetto, direttore dell'Uoc di Chirurgia plastica di Padova con il dg Giuseppe Dal Ben
Il professor Franco Bassetto, direttore dell'Uoc di Chirurgia plastica di Padova con il dg Giuseppe Dal Ben

Non solo medicazioni: oggi le ferite complesse si rigenerano. E a guidare questo cambiamento epocale è l’Azienda Ospedale Università di Padova, che si conferma centro di eccellenza nazionale nella cura delle lesioni difficili grazie a un approccio multidisciplinare e all’impiego delle più avanzate tecnologie mediche.

A dirigerla, il professor Franco Bassetto, al timone della Uoc di Chirurgia Plastica, cuore pulsante di un’attività che conta numeri da grande ospedale europeo: 3.500 ricoveri annui, 1.700 in day hospital, oltre 25.000 prestazioni ambulatoriali e mille consulenze multidisciplinari ogni anno.

Le ferite complesse — ovvero quelle che non guariscono con i metodi convenzionali — richiedono l’intervento congiunto di numerose competenze: dalla Chirurgia Plastica alla Medicina Interna, dall’Oncologia alla Chirurgia Vascolare, fino a Malattie Infettive, Reumatologia, Angiologia e Malattie del Metabolismo.

Le nuove tecniche di rigenerazione dei tessuti: l'intervista al chirurgo plastico Bassetto

Una rete di professionisti che collabora per affrontare patologie spesso invalidanti e con forte impatto sulla qualità della vita del paziente.

La vera rivoluzione, però, arriva sul fronte delle terapie. Addio alle sole medicazioni passive: oggi la rigenerazione attiva è realtà, grazie all’impiego di matrici dermiche di nuova generazione, derivate da tessuti umani e animali, e all’uso di esosomi — vescicole extracellulari che stimolano i processi rigenerativi — oltre a bio-tessuti e pelle artificiale.

La Uoc padovana si avvale dei tessuti della Banca dei Tessuti di Treviso, la più grande d’Italia, con materiali preziosi come derma umano, membrane amniotiche, homograft vascolari e tessuto adiposo.

Le matrici dermiche, di origine bovina, suina e persino di merluzzo islandese, vengono scelte in base alla gravità della ferita e alle caratteristiche del paziente: alcune sono specifiche per i bambini, settore in cui l’Azienda registra oltre 170 piccoli pazienti presi in carico solo lo scorso anno.

Le tecnologie, poi, fanno la differenza: dalla terapia a pressione negativa con stimolazione micro-meccanica alla fluorescent light energy, che utilizza la luce per stimolare la guarigione, fino al cold plasma, che sfrutta il plasma atmosferico freddo per disinfettare e accelerare la rigenerazione cutanea.

Una struttura all’avanguardia, dove lavorano in sinergia 7 medici strutturati, 38 specializzandi, 64 infermieri e 30 operatori socio-sanitari. Una squadra che guarda avanti, per trasformare anche le ferite più gravi in cicatrici di guarigione.

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