Zaia sindaco di Venezia, dibattito aperto: «Bene, ma prima dica cosa vuol fare»

L’autocandidatura di Luca Zaia a sindaco di Venezia apre il confronto in laguna: il presidente uscente del Veneto raccoglie consensi ma anche richieste di concretezza su portualità, turismo e sviluppo industriale: «Venezia non è il Veneto»

Laura Berlinghieri
Luca Zaia guarda alla città di Venezia
Luca Zaia guarda alla città di Venezia

«Zaia è un fenomeno, ma Venezia non è il Veneto. E amministrare una città è una cosa ben diversa dall’amministrare una regione». È il pragmatismo di Venezia, di fronte all’autocandidatura di Luca Zaia al vertice di Ca’ Farsetti.

«I veneziani hanno voluto darmi un segnale che mi vogliono come sindaco» ha dichiarato il presidente uscente in un’intervista al Corriere, forte delle quasi 7 mila preferenze riscosse in città alle recenti elezioni regionali. Non abbastanza da rendere la Lega il primo partito (il primato è del Pd), ma sufficienti a garantirgli il ruolo di candidato più votato in laguna.

Le categorie e i simboli della città stanno venendo saggiati in questi giorni. E, da una parte e dall’altra, è iniziata la corsa ai sondaggi; anche se gli ultimi, quelli sulla prevalenza di Lega o FdI all’interno del centrodestra in regione, hanno dimostrato un’affidabilità quantomeno ballerina.

«Sì, c’è chi si sta già muovendo, perché il modo con cui Zaia ha gestito la Regione viene interpretato da molti come una garanzia» ammette Antonio Vianello, presidente cittadino di Ava, l’associazione degli albergatori. Volto di un settore – quello del turismo – che per la laguna è croce e delizia.

Le grandi navi, il biglietto d’accesso, l’overtourism: i grandi temi di Venezia, dai quali Zaia si è tenuto sistematicamente fuori. «Ma parlarne sarebbe stata una sgradevole invasione istituzionale» lo giustifica il segretario della Cisl veneziana, Michele Zanocco. Eppure, qualcosa è cambiato con l’ultimo Zaia: quello che ha proposto “Venezia città-Stato”, per dirne una.

In ogni caso, di sponsor, anche “di peso”, Zaia ne avrebbe. «Sarebbe un ottimo sindaco» spinge ad esempio Vincenzo Marinese, vicepresidente nazionale di Confindustria, già al vertice degli industriali di Venezia e Rovigo, «La bellezza della democrazia è il voto. E Zaia ha consacrato con il risultato elettorale lo straordinario lavoro fatto in questi quindici anni. È stato un governatore straordinario, saprebbe affrontare e risolvere con altrettanta brillantezza le questioni che riguardano Venezia».

Lo definisce Zanocco (Cisl): «Zaia è un attaccante, un amministratore che ha il coraggio di decidere. Ma, prima di esprimerci, vogliamo misurarlo sulle questioni della città: il turismo, lo sviluppo industriale, la valorizzazione di Porto Marghera e le periferie».

I temi, dunque. L’economia del porto, per citare un eterno protagonista. E il pragmatismo, si diceva. Perché, se è vero che «Zaia ha fatto molto bene, in Veneto», allora «sicuramente avrebbe potuto dimostrare maggiore interesse anche per il mondo del porto: ci sarebbe servito». Così Davide Calderan, presidente di Venice Port Community. Volto di una delle grandi economie della città, che chiede finanziamenti e chiede mani libere, «in un luogo in cui qualsiasi iniziativa viene sistematicamente frenata dall’intervento del comitato di turno». Sono le due Venezie, dalle spinte spesso opposte: un’economia che vuole correre e una città che vuole salvarsi. «Da presidente, Zaia è stato incolore rispetto a tutti i progetti che hanno interessato il porto. Da sindaco, dovrebbe intervenire» incalza Calderan.

«E lo saprebbe fare» l’incoraggiamento di Paola Marini. Volto della cultura: presidente dei Comitati privati internazionali per la salvaguardia di Venezia, con un passato da direttrice delle Gallerie dell’Accademia. «Avere un sindaco con la sua esperienza e la sua visione sarebbe sicuramente una bella notizia per la città. Abbiamo bisogno di un amministratore che sappia cogliere tutte le sfide e le opportunità che il futuro potrà offrire a Venezia».

E Zaia, al futuro, ci pensa eccome. Chissà se ne ha parlato ieri con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un incontro al Quirinale. Bocche cucite, riguardo ai contenuti: lo staff del presidente uscente fa sapere che si è trattato di un appuntamento istituzionale, dai toni cordiali. Certo però è irrituale che un governatore uscente, prima della cerimonia della campanella, si presenti al Colle, per salutare il Capo dello Stato.

«Ma Zaia è un fuoriclasse» taglia corto chi lo apprezza. Anche se chi, in laguna, fa circolare l’economia si appiglia sempre al pragmatismo. Mettendo da parte il “racconto della città” e preferendogli i fatti. «La candidatura di Zaia sarebbe sicuramente di “peso”, ma prima di esprimerci vogliamo conoscere la squadra e i programmi» dice Vianello (Ava), «C’è chi gli contesta il suo non essere veneziano. Io guardo a un altro aspetto: sicuramente riuscirebbe ad accreditare la città a Roma, dove il nostro territorio è poco rappresentato, nonostante il peso economico importante». Contenuti e immagine.. —

 

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