Zaia, c’è l’ipotesi di vice di Salvini. E il caos tra i Fratelli impatta sulla giunta veneta
Petizione a Brescia, firme anche dal Nord Est. Il coordinatore veneto di FdI Luca De Carlo si sta negando, la palla per la costruzione dell’esecutivo regionale ora è in mano alle sorelle Meloni, Donzelli e Lollobrigida

Luca Zaia vicesegretario federale della Lega, forte delle 200 mila preferenze guadagnate sul campo delle Regionali. In tempi di bussole impazzite, si racconta pure questo. E a dare fiato all’ipotesi è lui stesso; l’ex amministratore, poco politico, che però, al K3 di Treviso, all’indomani del successo leghista alle ultime Regionali, aveva detto: «Avrò più tempo da dedicare al mio partito».
La petizione
Un passo concreto: la sezione della Lega di Brescia, che ha avviato una raccolta firme per chiedere a Salvini di individuare in Zaia il referente del partito per le Regioni del Nord. E alcune firme sarebbero arrivate anche da fuori regione.
«Non è in discussione la figura di Salvini, ma si pone la questione del Nord, che va affrontata, o diventerà un’urgenza» commenta intanto Zaia, «sono sempre stato un militante, non ho mai creduto nell'invasione di campo e sono sempre stato contrario alle correnti, che storicamente hanno distrutto i partiti».
E il punto di caduta dell’intera situazione potrebbe essere il ruolo di “numero due” nella segreteria federale.
Forse un tentativo, da parte di Salvini, di arginare il pericoloso compagno di partito, che adesso ha dimostrato di avere anche un esercito, nonostante Roberto Vannacci continui a minimizzare. «È un vice parere, ne prendo atto» la replica del governatore uscente.
Fratelli d’Italia
Intanto, la situazione non è meno esplosiva tra i Fratelli d’Italia. Partito nel quale è saltata ogni gerarchia. Raccontano che il coordinatore veneto Luca De Carlo ormai si stia persino negando al telefono. E le manovre per la costruzione della giunta, allora, sono sempre più complesse.
Lato Lega, decide Stefani. Lato FdI, palla in mano direttamente alla premier, alla sorella Arianna Meloni, a Giovanni Donzelli e a Francesco Lollobrigida. Dopo i confronti telefonici degli ultimi giorni, Stefani dovrebbe scendere nella Capitale già in settimana. E lì, in base alla rosa di nomi che Meloni gli proporrà, si capirà anche qual è la direzione del partito.
L’indicazione di massima è quella di premiare i Fratelli di lungo corso, e quindi Lucas Pavanetto, Valeria Mantovan, Diego Ruzza, ma pure Dario Bond, in realtà forzista fino a tre anni fa. Difficile, invece, che a trovare posto siano sia Filippo Giacinti che Francesco Rucco.
In casa Lega, salgono le quotazioni di Francesco Calzavara, che, nonostante il magro risultato elettorale, potrebbe essere confermato in giunta.
L’intenzione di Stefani, 33enne, è quella di circondarsi di persone di esperienza, tenendo lontano dai ruoli di “peso” i fedelissimi Eleonora Mosco, Riccardo Barbisan e Andrea Tomaello.
La certezza, al momento, è la presidenza dell’Aula, che sarà assegnata temporaneamente a Luca Zaia. E poi l’assessorato al Sociale a un trevigiano: se la giocano Paola Roma e Sonia Brescacin, complice la necessità di un bilanciamento tra uomini e donne; mentre sono in calo le quotazioni di Alberto Villanova.
Ulteriori certezze? Un posto per il vicentino Marco Zecchinato, quasi certamente come assessore, ma è possibile anche l’incarico di capogruppo. —
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