Una poltrona per due: sui social Stefani e Zaia sono entrambi presidenti del Veneto
Nei rispettivi account Instagram, sia l’ex che l’eletto continuano a definirsi governatori della Regione. Dall’elezione del successore, il “Doge” ha inanellato una serie di iniziative capaci di bucare lo schermo

Miracoli delle elezioni regionali, capaci persino di sdoppiare i ruoli. E purgatorio dell’attesa: c’è chi frena e, al contrario, chi il freno lo morde. E così sui social succede di imbattersi in due profili, i cui titolari si fregiano di titoli il cui incastro parrebbe incompatibile. Luca Zaia: presidente della Regione del Veneto. E Alberto Stefani, preciso: presidente della Regione Veneto.
Hanno ragione entrambi. Perché Stefani è stato eletto, ma ancora non proclamato: potrebbe volerci un’altra settimana, o poco meno. E allora, nell’attesa, almeno formalmente Zaia resta in sella.
Ma c’è ben altro, sotto la superficie dei social. Perché il protagonismo del (sarà) ex presidente, dal momento dell’elezione del suo successore, non è passato inosservato. E del resto le pagine dei quotidiani, locali e nazionali, ne sono state cartine tornasole: raramente si era visto un interesse tanto marcato nei confronti dell’“ex”.
Beninteso, lui ci ha messo del suo. Per esempio, palesandosi al K3 di Treviso sul finire dello sfoglio elettorale, che ne celebrava il successo; mentre, contemporaneamente, Stefani si mostrava ai giornalisti, in una conferenza stampa al Crowne Plaza di Padova, per la prima volta nelle vesti di presidente di Regione.
Poi, organizzando una conferenza stampa già per la mattina successiva, ancora al K3, presentandosi con un foglio A3 di “coviddiana memoria”, con su stampato il numero delle preferenze ottenuto alle urne: 203.054; questo, nel giorno che sarebbe stato quello della consacrazione di Stefani.
E, il giorno successivo ancora, scendendo nella Capitale e poi salendo fino al Colle, per un incontro nientemeno che con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ad addensare la curiosità, il contenuto del messaggio fatto filtrare dal suo staff: «Non si può dire di cosa hanno parlato, ma è irrituale che, alla fine del suo mandato, un presidente di Regione venga ricevuto dal Capo dello Stato». Ma Zaia è sempre stato allergico alle liturgie. E così, da Mattarella, tornerà pure venerdì, per la cerimonia delle fiaccole olimpiche.
A questo si aggiunga, poi, l’impegno più imminente per il sarà-ex presidente, e quindi il vertice del Consiglio regionale. Un incarico a tempo, suggeriscono in molti; ma comunque sufficiente a far puntare su di sé parte dei riflettori destinati al suo successore.
È tutto molto “umano”, dopo quindici anni sulla cresta dell’onda amministrativa. E Zaia sarà certo un inquilino ingombrante, a palazzo Ferro-Fini. In attesa di capire cosa farà “da grande”: se prenderà un treno per Roma (l’ipotesi più accreditata) oppure se ci prenderà gusto, nello stare nel cuore della laguna. Decidendo di accasarsi a Ca’ Farsetti, giusto qualche civico più in là.
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