Terzo mandato, il governo impugna la legge del Trentino: la Lega contraria
Il Consiglio dei ministri ha deciso di appellarsi alla Corte Costituzionale sulla norma che estende da due a tre il limite di mandati consecutivi. Il Carroccio ha votato contro

Il Consiglio dei ministri, a quanto si apprende da più fonti, ha deliberato di impugnare alla Corte costituzionale la legge della Provincia autonoma di Trento che ha portato da due a tre il limite dei mandati consecutivi per il presidente della Provincia.
La delibera è arrivata dopo un confronto tra i ministri piuttosto dibattuto, e con il voto contrario di quelli della Lega. Sono intervenuti, fra gli altri, il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli e quello dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida. «Non ci possono essere regole diverse fra le varie regioni», aveva puntualizzato Lollobrigida nel Cdm di mercoledì 14 maggio.
Cosa aveva detto Salvini
«Mi auguro che il governo non impugni la legge sul terzo mandato». Così tre giorni fa il leader della Lega Matteo Salvini aveva risposto a chi gli chiedeva cosa ne pensasse di questa possibilità».
Il precedente di De Luca
Non è la prima volta che il governo impugna una legge regionale sul terzo mandato. Lo aveva fatto nelle scorse settimane con quella della Campania, che puntava a garantire un ulteriore mandato al governatore Vincenzo De Luca. La norma era stata approvata dal consiglio regionale campano lo scorso novembre con l'intento di permettere la terza candidatura di De Luca nel 2025, nonostante la legge ne preveda al massimo due consecutivi.
In quel caso la Consulta aveva bloccato tale possibilità, ordinando lo stop alla legge. Decisione su cui ora si attendono le motivazioni, sottolineando che, a differenza della Provincia Autonoma di Trento, la Campania è una regione a statuto ordinario, e dunque gode di un margine di autonomia limitato rispetto a una regione a statuto speciale.
Cosa prevede la legge trentina
La legge trentina impugnata lunedì 19 maggio dal Consiglio dei ministri, è stata approvata il 9 aprile dal Consiglio provinciale del Trentino Alto Adige. Presentato dal capogruppo della Lega Mirko Bisesti, il testo, passato con 19 sì e 16 voti contrari, modifica la legge elettorale provinciale del 2003 e si compone di un unico articolo, che introduce la possibilità per il presidente della Provincia di svolgere un terzo mandato.
Grazie alla sua approvazione, il leghista Maurizio Fugatti potrebbe, nel 2028, ricandidarsi per la terza volta consecutiva alla presidenza della Provincia autonoma, possibilità vietata dalla legge nazionale che, nel 2004, ha introdotto il limite di due mandati consecutivi per i governatori. L'approvazione della legge trentina ha provocato una spaccatura interna alla maggioranza e all'interno del gruppo locale di Fratelli d'Italia.
Due consiglieri FdI, Francesca Gerosa e Daniele Biada, hanno infatti votato contro la legge; gli altri due, Carlo Daldoss e Christian Girardi, si sono pronunciati a favore, in contrasto alle indicazioni del partito. Daldoss e Girardi hanno poi lasciato il partito. La decisione del Consiglio provinciale di Trento è stata presa nello stesso giorno in cui la Corte costituzionale ha ritenuto incostituzionale la legge della Campania che avrebbe consentito al presidente della Regione Vincenzo De Luca, del Partito Democratico, di candidarsi per un terzo mandato consecutivo.
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