La Corte costituzionale boccia il terzo mandato per il presidente della Provincia di Trento
Il divieto vale anche per le Regioni e le Province autonome e quindi anche Friuli Venezia Giulia. Fedriga: “La consulta non dice no al terzo mandato. ma dice che serve legge nazionale”

La Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la legge “statutaria” della Provincia autonoma di Trento che innalzava da due a tre i mandati consecutivi possibili per il presidente della Provincia eletto a suffragio universale e diretto.
Con la stessa norma, il legislatore provinciale aveva anche portato da 48 a 72 mesi, anche non continuativi, il periodo massimo trascorso nella carica prima che scattasse la limitazione dei mandati.
La Consulta, riunita in camera di consiglio, ha accolto il ricorso presentato dal Presidente del Consiglio dei ministri, ritenendo che la disposizione violi il principio del divieto del terzo mandato consecutivo, considerato un principio generale dell’ordinamento giuridico della Repubblica.
Tale principio – ha chiarito la Corte – vincola anche la potestà legislativa primaria delle autonomie speciali, comprese quindi le Regioni e Province autonome. Il deposito della sentenza è atteso nei prossimi giorni.
La replica di Fedriga
La Consulta "non dice no al terzo mandato ma dice che bisogna farlo attraverso una norma nazionale. È esattamente quello che dicevo qualche giorno addietro: per farlo serve un accordo politico. Ora la Consulta fa chiarezza". Lo ha detto il presidente della Regione Fvg Massimiliano Fedriga commentando la decisione della Corte costituzionale sul terzo mandato, a margine di un incontro pubblico.
Per Fedriga la domanda che "bisogna porsi, e spero se la pongano anche i cittadini, è: Dobbiamo far scegliere ai cittadini o la norma deve limitare la scelta dei cittadini?" "È alquanto singolare - ha proseguito - che i presidenti delle Regioni, eletti direttamente dal popolo abbiano limiti mentre coloro che non sono eletti dal popolo non ne hanno. È una interpretazione particolare di un diritto democratico qual è il voto". Io, ha precisato, "sono contrario a mettere per legge limiti che impediscono ai cittadini di scegliere, inoltre stiamo parlando di cariche - sindaci e presidenti di regione - che sono sottoposti a migliaia di controlli".
Nelle more, "continuiamo il lavoro tranquillamente, per noi quello che era ieri vale oggi, la mia posizione è la medesima", ha precisato. Per il governatore tuttavia, i "margini per un accordo politico ci sono, sono positivo e credo che dopo le tornate elettorali in Campania e Veneto si possa fare un ragionamento scevro da opportunismo partitico". È importante però che non sia "il governo a decidere in merito ma il parlamento". E comunque, "anche in caso di terzo mandato, una coalizione può decidere di non ricandidare chi è al secondo mandato; è successo dopo il primo può succedere anche dopo il secondo".
"Non ho pensato al mio futuro, faccio il presidente di Regione e ci metto tutto l'impegno possibile", ha concluso rispondendo alla domanda di un giornalista.
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