A Padova l’incontro su pace e difesa, Crosetto: «La Nato non ha più ragione di esistere»
All’Università di Padova l’evento organizzato da PadovaLegge, a cui partecipano anche il ministro Crosetto e il vicepresidente del Csm Pinelli

«La ricerca di nuove sicurezze: la difesa nazionale e la pace, fra incertezze Ue ed egemonia Usa». Questo il tema dell’incontro organizzato da PadovaLegge, che si è tenuto venerdì 20 giugno dalle 10.30 nell’aula magna dell’Università di Padova.
Tra i relatori, Guido Crosetto, ministro della Difesa, Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, Bruno Valensise, direttore dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna, Roberto Garofoli, presidente di sezione del Consiglio dì Stato, Lorenzo Guerini, presidente del COPASIR, Marco Mascia, presidente del Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova, Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Fabio Pinelli, vicepresidente del Csm, Enrico Mentana, giornalista.
Il saluto della rettrice
A fare gli onori di casa, la rettrice Daniela Mapelli: «L’incontro di oggi si colloca in uno dei momenti storici più drammatici degli ultimi decenni – evidenzia – Secondo le fonti internazionali più recenti, sono oltre 50 i conflitti armati attivi nel mondo, una cifra che non solo segna un record dal secondo dopoguerra, ma che ci interroga profondamente sullo stato del nostro mondo. Tra questi, non possiamo ignorare la tragica catastrofe umanitaria nella Striscia di Gaza».
E aggiunge: «Non possiamo limitarci a una difesa meccanica dello status quo: serve un approccio integrato, che includa la prevenzione, la diplomazia, la cooperazione internazionale, l’educazione alla pace e alla responsabilità civica. Serve parlare, ascoltare voci autorevoli, condividere riflessioni, generare proposte».
L’incontro
Fabio Pinelli, vicepresidente del Csm: «La sicurezza non comprende solo quella militare ma anche l’esercizio delle libertà della persona. Ci sono oltre 50 guerre in corso. È come se le persone non riuscissero più a stare insieme. La guerra sembra un ordinario strumento per dirimere le controversie. Il conflitto non è più solo contro un esercito ma contro il popolo della nazione nemica. Bisogna rispondere sul piano morale, rivendicando l’importanza della democrazia».
Il presidente Zaia: «Il termine guerra è diventato familiare. Noi abbiamo la base di Vicenza ma anche la vicina Aviano. L’economia è contaminata dalla guerra. L’azione diplomatica è fondamentale. I grandi della terra scendano in campo. Ma siamo in una fase acuta. Essere nella Nato per noi significa essere usciti da un periodo bruttissimo. Noi abbiamo una storia di cosmopolitismo. Inclusività e contaminazione. Sono grandi valori, non limiti. Per noi non esiste l’opzione guerra. Ci sono invece comunità che ce l’hanno. È stato infame l’assalto del 7 ottobre come è infame ora Gaza».
«L’italia sta facendo tutto quello che dovrebbe fare?» chiede Mentana. E risponde il presidente del Veneto: «Noi qui abbiamo ospitato un perseguitato che era Galilei. Oggi lo standing di questo Paese è di alto livello. C’è una parte di Europa che interpreta la presenza del presidente degli Stati Uniti come un problema. Ma noi non possiamo non dialogare con gli Usa».
Il ministro Crosetto
«Spesso parliamo come se vivessimo ancora 30 anni fa, ma tutto è mutato. Si parla di Europa come se l'Europa contasse qualcosa; forse un tempo avrebbe potuto contare se si fosse data un ruolo politico che non si è data, se si fosse dotata di una politica estera o di una difesa. Ma è finito il suo tempo, e lo dico con tristezza. E' cambiato il mondo». Lo ha affermato il ministro della Difesa Guido Crosetto. «L'Onu - ha quindi aggiunto - conta come l'Europa nel mondo, niente, meno di una nazionale, meno della Cina, meno dell'India o meno di Israele».
«C'è una convenzione che disciplina l'utilizzo delle basi che devono essere utilizzate per motivi diversi a quelli normali ma al momento non c'è nessuna richiesta. Inutile parlare di una cosa che non esiste, ma ogni volta che il Parlamento chiede di andare a relazionare si va, non è una prassi, è un obbligo», ha aggiunto.
«L'Italia non deve preoccuparsi, io sì perché ho la responsabilità della difesa dell'Italia», così ha risposto ai giornalisti circa su un ipotetico rischio di coinvolgimento del nostro Paese nei conflitti in corso.
«L'Italia - ha aggiunto Crosetto - non è il caso che si preoccupi per adesso, le guerre sono ancora lontane anche se il mondo è un mondo più difficile di quello che c'era 4-5 anni fa».
«La Nato non ha più ragione di esistere. Una volta il centro del mondo era l'Oceano Atlantico, ora è il mondo» ha poi affermato. «Una volta - ha aggiunto - Usa ed Europa erano il centro, ora c'è tutto il resto con cui va costruito un rapporto. Se la Nato nasce per garantire la pace e la mutua difesa o diventa un'organizzazione che si prende questo compito parlando con il Sud del mondo, diventa quindi qualcosa di profondamente diverso, oppure non raggiungeremo l'obiettivo di avere sicurezza all'interno di regole che valgano per tutti».
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