L’affondo di Marzio Favero: «Vannacci va cacciato, le sue idee incompatibili con la Lega»

Svolta a destra, l’indignazione del consigliere regionale Favero dopo l’esaltazione della X Mas: «Da lui e Sardone parole d’odio contro gli immigrati. Si fondi un partito, il Carroccio è altra cosa»

Laura Berlinghieri
Il palco del raduno a Pontida
Il palco del raduno a Pontida

Marzio Favero, dal palco di Pontida Roberto Vannacci ha detto che la X Mas, e i suoi eroi, andrebbe insegnata a scuola. Voi leghisti vi proclamate antifascisti. Come potete rimanere in un partito il cui vicesegretario se ne esce con certe affermazioni?

«Salvini lo ha voluto e Salvini se ne deve assumere la responsabilità. Lo dico senza mezzi termini, perché mi sembra che anche Zaia sia stato troppo gentile. Vannacci è del tutto estraneo all’identità e alla storia della Lega, e non c’entra nulla con un movimento nato per combattere il centralismo, prima sabaudo e poi fascista. Non c’entra nulla con un movimento che si ispira alla Resistenza».

E allora, di fronte a certe esternazioni, perché non rimettete la tessera?

«Non ho intenzione di farlo. Lo faccia Vannacci, che evidentemente non ha capito dove si trova. Se non si riconosce nei valori della Lega, che si faccia un partito per i fatti suoi. Ciò che dice è umanamente e politicamente incompatibile con la storia del nostro movimento, e sarebbe ora che pure Salvini se ne accorgesse, visto che l’ha tirato dentro lui».

Il consigliere regionale della Lega Marzio Favero
Il consigliere regionale della Lega Marzio Favero

Si riferisce anche alle sue altre esternazioni a Pontida?

«Ai toni usati nei confronti degli stranieri, per esempio».

Non che quelli di Silvia Sardone siano stati diversi...

«Assolutamente d’accordo. Ed è inutile appellarsi alla nostra identità, perché questa si fonda su un umanesimo cristiano-popolare, basato anche sulla pietà verso lo straniero. Posso essere d’accordo rispetto al rimandare a casa i criminali, senza dimenticare però che non stiamo parlando di pezzi di ricambio, ma di esseri umani. Mentre, certe dichiarazioni, di umano hanno pochissimo. Al contrario, ho apprezzato molto le parole di Alberto Stefani, giovane e preparato, che ha parlato della comunità veneta definendola una comunità accogliente. Ricordo che la nostra popolazione è costituita per il 10% da lavoratori di origine straniera, inseriti correttamente qui, e i cui figli vanno a scuola con i nostri. Assimilando valori, mi auguro, più sani di certi che vedo in giro».

E con Vannacci che si fa?

«Coinvolgerlo è stato un espediente per prendere voti. Ma gli espedienti non valgono per sempre; e, esattamente come ci ha fatto guadagnare consenso, ora rischia di farcelo perdere».

Andrebbe espulso?

«Io non ho ruoli di responsabilità nel partito, ma sono un esponente regionale della Lega. E quindi, sì, dico che Vannacci va cacciato, perché quello che dice è incompatibile con la storia del partito. Forse non ha capito che è lui che si dovrebbe “leghizzare”, e non il contrario. Ma lui è stato, è e probabilmente rimarrà sempre un corpo estraneo al nostro movimento, al quale le sue parole a Pontida non hanno certo fatto onore».

Cos’ha pensato, ascoltando il suo discorso?

«Non posso certo dire di essere rimasto sorpreso. Ma profondamente deluso: ecco, questo, sì. La Decima Mas non è redimibile. Lui si riferisce all’unità prima dell’8 settembre, dimenticando che anche allora combatteva per il regime fascista. E nessuno, in Germania, si sognerebbe di lodare pubblicamente il ruolo delle forze armate della Wehrmacht durante la Seconda Guerra Mondiale».

In Germania, a Berlino, tutto parla dell’Olocausto. Mentre l’impressione, in Italia, è di un’autoassoluzione di massa...

«È merito della Resistenza – redentiva anche per l’estrema destra che continua a denigrarla – se tutti noi italiani ora possiamo girare per l’Europa a testa alta. Altrimenti, avremmo fatto la fine della Germania: con i gerarchi giudicati dai tribunali, e lo stigma di un Paese e di un popolo che sono stati interamente fascisti».

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