Virginia Libero, ecco chi è la leader dei giovani dem: «Salario minimo, case, trasporti e sanità»
La padovana Virginia Libero, 27 anni, studentessa di Giurisprudenza al Bo ed ex leader Udu, è stata confermata alla segreteria nazionale dei Giovani Democratici. «Portare aria fresca e costruire una giovanile forte e protagonista è un grande onore»

«Vivo questi primi giorni con un po’ di apprensione. Per me è un grande onore poter fare questo percorso collettivo per portare aria fresca e costruire una giovanile forte e protagonista. Siamo una comunità straordinaria». Non le tremava certo la voce sul palco di Reggio Emilia, domenica scorsa, quando la padovana Virginia Libero è stata confermata come unica candidata alla segreteria nazionale dei Giovani democratici, l’organizzazione giovanile dei dem.
Laurenda in Giurisprudenza al Bo, già senatrice accademica e leader dell’Udu (unione degli studenti), Libero ha in tasca da 10 anni la tessera del Pd pur avendone 27. Non solo politica studentesca, è stata anche scout e presidente di un circolo Auser per il dialogo intergenerazionale tra giovani e anziani: «Rivendico tutte le mie esperienze, che mi hanno formata nei valori e nel modus operandi».
Libero, lei ha raccontato anche di aver fatto la barista e altri lavori precari. Ha toccato con mano il lavoro povero?
«A termine e quasi sempre sottopagato: è un’esperienza consueta per i giovani italiani. Viviamo in un Paese dove si recrimina ai giovani di andarsene, ma quali strumenti ci vengono offerti per fare diversamente? Noi delle idee le abbiamo».
Quali?
«Servono il salario minimo, il diritto alla casa garantito, l’istruzione per tutti ed una sanità pubblica universale».
Misure piuttosto costose.
«Se ciò che ci viene offerto sono lavori precari, l’impossibilità di trovare una casa e un costante paternalismo, non resta che scappare».
E dunque?
«Il protagonismo giovanile serve come l’aria nel nostro Paese. Noi punteremo su questo».
Cosa ha imparato dalla politica universitaria?
«Ho imparato molto, sia tra i banchi che nelle piazze. Imparare a leggere un bilancio e incidere anche da un punto di vista amministrativo nelle scelte di un ateneo, ti fa capire che non possono esserci solo slogan, ma servono proposte concrete. E devo dire che tante cose che spesso ci vengono presentate come impossibili, invece le abbiamo fatte».
Una cosa che riesce a mobilitare i giovani in questo periodo è Gaza. Perché?.
«Siamo indignati e sconvolti, sentiamo sulla nostra pelle le sofferenze del popolo palestinese che è soggetto ad un genocidio. Dalle istituzioni pretendiamo il massimo impegno. Solo insieme possiamo tenere i fari accesi su questa vergogna».
Insieme possono state anche le istanze di giovani e anziani, come ha tentato di fare nel circolo Auser?
«Il rapporto intergenerazionale è uno dei legami più forti che si possono creare: la solitudine vissuta dai giovani è più simile di quanto crediamo a quella degli anziani».
Perché i giovani si allontanano dalla politica e come mai lei invece ha accettato la candidatura alle regionali?
«Se la politica viene raccontata come le trame oscure nelle stanze dei bottoni, pochi si avvicineranno. La politica è servizio. Ed è con lo spirito di portare le rivendicazioni giovanili nel dibattito politico veneto che mi sono candidata».
Tra i problemi più sentiti dai giovani in Veneto c’è la mancanza di trasporti adeguati: è difficile la vita dei pendolari?
«In 20 anni di governo della destra non è mai stato presentata una progettualità né stanziato un euro per il trasporto pubblico. Le prime cose da fare sono il biglietto unico regionale e il trasporto gratuito per gli studenti, come già avviene in altre regioni».
La giunta Zaia secondo lei ha fatto abbastanza per i giovani?
«Non credo proprio. Nella mia vita non ho mai ricevuto nessun sostegno da questa giunta e come me tanti giovani veneti. Anzi, se penso che siamo una delle poche regioni d'Italia a non avere le borse di studio garantite, mi sento presa in giro. D’altronde gli assessori all’istruzione erano preoccupati di mettere i presepi nelle scuole».
Dopo questa esperienza politica, cosa vuol fare da grande Virginia Libero?
«Sinceramente spero di mettere a frutto i miei studi e laurearmi. Poi non so cosa mi riserverà il futuro, però so che persona voglio essere e non perderò mai di vista i miei valori ed ideali». —
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