Raduno di Pontida, Zaia: «Chiedere che il Veneto resti alla Lega non è lesa maestà»

Sul pratone c’è ancora chi inneggia all’autonomia: sventolano le bandiere azzurre per Salvini premier e quelle verdi, reminiscenza della Lega Nord

Laura Berlinghieri
Il raduno della Lega a Pontida
Il raduno della Lega a Pontida

Sul pratone sventolano le bandiere azzurre per Salvini premier e quelle verdi, reminiscenza della Lega Nord.

Sono le due Pontida: in bilico tra nostalgia e scommessa sul futuro. Oltre 2700 militanti e 42 pullman: questi i numeri dal Veneto.

Sul pratone c’è ancora chi inneggia all’Autonomia.

E quella approvata dal Parlamento? Poco più che un vessillo; un simbolo, ora da riempire di significato. E il significato di questa Pontida? L’ultima di Luca Zaia presidente. E chissà se la prossima vedrà sul palco un presidente leghista.

Fino a poco tempo fa, il partito di Matteo Salvini - presente, nonostante i calcoli renali - era certo che, all’appuntamento con la sua gente, sarebbe arrivato con il nome del candidato presidente.

Non aveva fatto i conti con l’intransigenza dei Fratelli d’Italia, per nulla propensi a regalare la presidenza di Regione ai loro compagni di coalizione, senza colpo ferire. Né con i pronostici, tuttora ballerini, del voto nelle Marche, il cui risultato a questo punto sarà dirimente, per la scelta.

Ma intanto la Lega - del tutto a suo agio in questo centrodestra, che è sempre meno “centro” - si ritrova a Pontida. Sotto il segno di Roberto Vannacci e dei sovranismi europei di Vox e Rassemblement National; ma pure extra, con il figlio di Jair Bolsonaro: tutti protagonisti sul palco, oggi.

Farà il suo debutto anche Alberto Stefani, numero due di Salvini a livello federale, segretario veneto del partito, ma, sopratutto, candidato in pectore del centrodestra.

C’è chi puntava sul lancio della candidatura dal palco del pratone. Sarà altro: identità e forza del territorio. Per il resto, bisognerà aspettare.

Le dichiarazioni di Zaia

«Vannacci può essere un valore se fa il leghista», ha dichiarato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia parlando con i giornalisti al raduno della Lega a Pontida. Alla domanda se il generale possa rappresentare la Lega dei prossimi dieci anni, il governatore ha replicato: «Perché dovrebbe esserlo? In Lega abbiamo un sacco di persone in gamba. I segretari si scelgono nei congressi e coinvolgono il popolo della Lega».

Pontida, Zaia: "La mia lista vale il 45 per cento, il centrodestra deciderà se la vuole"

Zaia è poi tornato sul tema della “Lista Zaia”: «Dicono che vale il 44-45%. Non è un soggetto politico e l’ho sempre fatta per chi non si identifica negli attuali partiti: è sempre stato, da parte mia, un segnale di sensibilità e rispetto verso i cittadini. Il centrodestra deciderà se la vuole o no. Tajani rappresenta un pezzo di centrodestra, non tutto il centrodestra».

Quanto all’ipotesi di una sua candidatura come capolista o di una lista personale, Zaia ha concluso: «Non c’è ancora nulla di nuovo sotto il sole. Aspettiamo la decisione nazionale su chi sarà il candidato presidente, dopodiché ci muoveremo per dare una risposta ai nostri cittadini, che si aspettano continuità e autonomia».

Stefani sul palco, la folla lo incita: «Presidente, presidente»

«Grazie a tutti, mi perdonerete un po’ di emozione: è la prima volta che parlo da questo palco. Per vent’anni, fin da bambino, sono stato su quel Pratone con la mia bandiera, con la bandiera della mia regione in mano. Perché questa è la Lega: comunità, generazione dopo generazione, e questo deve continuare ad essere la Lega». Così ha esordito Alberto Stefani sul palco di Pontida.

«Questo valore, questo modello di partito, ci ha permesso di superare attacchi, strumentalizzazioni, aggressioni di ogni tipo. Noi dobbiamo continuare con il coraggio nel cuore, con il coraggio di essere leghisti».

La prima volta di Stefani sul palco di Pontida, la folla grida "presidente, presidente"

«Siamo la comunità delle persone semplici, delle persone umili, di chi ogni giorno lavora e combatte per fare qualcosa di bene per sé e per gli altri». «Non siamo come qualche sedicente democratico che pensa sempre di avere la verità in tasca e di avere sempre ragione. Noi siamo la comunità delle differenze territoriali, l’unica in cui tutte le regioni possono orgogliosamente sventolare la propria bandiera con le proprie specificità e le proprie tradizioni». «Questa è la Lega che dobbiamo difendere e tutelare: la Lega delle differenze, delle territorialità e delle autonomie».

Vannacci a Pontida: «No alla società meticcia e all’islamizzazione delle città»

Dal palco di Pontida, il vicesegretario della Lega ed europarlamentare Roberto Vannacci ha lanciato un duro attacco contro l’immigrazione e le istituzioni europee.

«Non ci rassegniamo alla società meticcia che vorrebbe qualcuno e all’islamizzazione delle nostre città. Eccola la generazione di Pontida, la generazione dei padroni a casa nostra», ha dichiarato, citando anche il “giuramento di Pontida” evocato più volte nei suoi passaggi.

Vannacci a Pontida cita Berchet e attacca: "Lo straniero ci ha già invaso"

Vannacci ha rivolto critiche anche all’Unione Europea: «Siamo convinti che le leggi promulgate da un Parlamento eletto dal popolo italiano non possano essere sconvolte da quattro giudici che poggiano le loro naticucce sulle poltrone comode di Bruxelles».

Il vicesegretario della Lega ha poi rivendicato con orgoglio la linea dura del partito: «Ci chiamano estremisti, e ce ne freghiamo. Ci chiamano così perché diciamo che chi entra illegalmente nei nostri confini deve essere rispedito a casa, o che chi delinque e non rispetta le leggi deve finire in galera. E se non ci sono abbastanza posti, costruiremo altre carceri».

Aprendo il suo intervento, Vannacci aveva citato il poeta Berchet, richiamando il giuramento di Pontida: «Lo straniero non è quello per cui vorrebbero farci spendere 800 miliardi in armi.

Lo straniero ci ha già invaso, è quello dei porti aperti e che purtroppo molto frequentemente stupra, ruba e rapina e che vuole imporre la sua cultura alla nostra millenaria».

Andrea Ostellari: «Il nostro candidato è Stefani»

Il senatore Andrea Ostellari, a Pontida, ha dichiarato: «È un Pratone pieno di persone, pieno di famiglie, pieno di leghisti, pieno di veneti che ovviamente fanno il tifo per il nostro candidato, che è Alberto Stefani. Siamo assolutamente fiduciosi e convinti che sia la persona giusta per fare anche sintesi tra di noi. L’importante è questo». Ha poi aggiunto: «Oggi celebriamo la nostra festa, la festa di un popolo che continua a camminare verso i nostri obiettivi, che sono quelli conosciuti: l’autonomia, la maggiore presenza dei nostri simboli, delle nostre radici, dei nostri territori. Questo è quello che ci unisce oggi».

Pontida, Ostellari: "Il nostro candidato per il Veneto è Stefani"

Infine, sull’autonomia:«È la nostra battaglia principale. Arriva perché la linea è stata tracciata da questo governo. Ci saranno determinati atti che dobbiamo ancora fare, ma quello è l’obiettivo».

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