I ProPal alla Mostra del Cinema: la grande manifestazione sfila al Lido

In ottocento sono partiti da Marghera e c’era anche una lista d’attesa per chi non è riuscito a salire. A Venezia il popolo pro Palestina  è cresciuto e sono arrivate le adesioni dei vip. Qualche momento di tensione prima e verso la fine del corteo. Durante la sfilata il collegamento in diretta con la Global Sumud Flotilla

Giacomo Costa
La manifestazione dei ProPal alla Mostra del Cinema di Venezia
La manifestazione dei ProPal alla Mostra del Cinema di Venezia

Erano in anticipo, la partenza della motonave era prevista alle 15 di oggi, sabato 30 agosto, due ore prima dell’inizio della manifestazione pro Palestina al Lido di Venezia, ma i manifestanti che si erano dati appuntamento a Marghera per sfruttare il passaggio hanno bruciato ulteriormente i tempi e alle due del pomeriggio erano già a centinaia ammassati sotto il muro che separa la banchina dai vecchi complessi industriali dismessi, unico riparo dal sole che batteva sull’asfalto.

Ore 14

D’altronde dovevano salire in ottocento a bordo, i posti tutti prenotati: «Non c’è più un buco libero», confermava Martina, per l’organizzazione del corteo a sostegno della popolazione palestinese, «Abbiamo anche una lista d’attesa, se qualcuno non si presenta c’è subito qualcun altro che ne prenderà il posto».

Tanti, e di tutte le età, ma mai abbastanza, secondo gli stessi partecipanti: «Tremila sono pure pochi, per quello che sta succedendo a Gaza», sospirava Antonietta quando le riferivano le previsioni sulle adesioni; 65 anni, era arrivata da Pordenone per marciare fino al palazzo del Cinema, assieme a un gruppo che, nella prima bolgia, aveva già perso di vista: «È vero che non sono più gli anni dei forum sociali, come nel 2000, ma contro questa strage bisogna alzarci in piedi, tutti».

Tantissime le bandiere rosse, bianche, verdi e nere, ma anche le kefiah, da sempre simbolo della resistenza palestinese, legate al collo nonostante il caldo. «Chi è padovano, o chi si sente padovano, è uguale, venga qui, che cominciamo a raccogliere i soldi», l’appello del megafono era scherzoso, ma la quota servva davvero: assieme alla prenotazione sono presentati cinque euro, la motonave del servizio pubblico Actv “Sant’Andrea” non viaggiava certo per la causa.

Corteo ProPal alla Mostra del Cinema, le prime immagini

Ore 14.30

Alle 14.30 la strada era un blocco di zainetti, pantaloncini corti e cartelli di cartone; uno lo reggeva una bimba di neanche quattro anni: biondissima, ci si aggrappava come in un abbraccio e bisognava aspettare che girasse un paio di volte su sé stessa per leggere “save the children”, scritto a pennarello nero. «Gruppo etno-vicentino, a destra, chi ha già pagato passi avanti»,  alle 14.40 si cominciava a imbarcare.

Prima ancora di lasciare il pontile la “Sant’Andrea” era già diventata manifesto: sulla fiancata era stata stesa un’enorme bandiera palestinese, la prua ripetva quel messaggio essenziale che anima la manifestazione, “Stop genocide”.

L’imbarco alle 15 non era ancora concluso, il megafono si preparava come da un palco: “uno-due-tre prova”; poi la sirena della motonave scavalcava tutto e avvisava che i marinai dovevano cominciare a mollare gli ormeggi. Chi non era salito - perché non sapeva della prenotazione, perché non era riuscito a scalare la lista d’attesa - è corso alla fermata dell’autobus, poco lontano: c’erano altri modi per arrivare a Santa Maria Elisabetta, anche più rapidamente. Certo, non dietro a uno striscione galleggiante.

Ore 15.30

A piazzale Roma, a Venezia, i lacci rossi degli accrediti Biennale erano stati sostituiti per qualche ora da un altro rosso - la sfilata dei badge, d’altronde, aveva altri orari, nel primo pomeriggio chi ne sfoggiava uno lo stava già esibendo ai varchi del Lido, oppure aspettava di sfoderarlo in serata. Il campo, insomma, era tutto dei manifestanti, in coda alle biglietterie automatiche, in attesa di chi doveva ancora arrivare, accalcati negli imbarcaderi delle linee 1, 5.1 e 6.

«Ma dove si prende il vaporetto?», chi non vive in laguna cercava di orientarsi tra i vari imbarchi possibili, e la domanda era ripetuta con tanti accenti quanto sono gli arrivi da fuori provincia; il dialetto veneziano, invece, era quasi sempre riservato agli sbuffi: «Ma questa gente non sa leggere? C’è scritto».

I manifestanti ProPal a Venezia
I manifestanti ProPal a Venezia

 Alle 15.30 ogni battello aveva una coda che lo aspettava, ma c’era tempo, ancora: le corse più rapide possono raggiungere il Lido in mezz’ora, «se dobbiamo trovarci alle 17, ce la facciamo», si ripetevano tutti guardando i tabelloni elettronici che scandivano le partenze.

L’Anpi ha postato sui sui profili l’arrivo del traghetto da Marghera.

Ore 16.30

A mezz’ora dall’orario fissato per la partenza, il piazzale di Santa Maria Elisabetta era un trionfo di colori e di musica, il furgone che aprirà la strada al corteo era già in posizione e con l’arrivo della motonave bardata di striscioni la folla aspettava solo gli ultimi gruppetti. Ma continuerà ad aspettare fino all’ultimo: «Altro che tremila, eravamo migliaio già due ore fa, saremo molti di più», sorride Tommaso Cacciari, portavoce del centro sociale Morion, «La nostra era una stima iniziale, anche perché abbiamo organizzato tutto ad agosto, e non è facile, ma evidentemente siamo in tantissimi a rifiutarci di stare zitti. Vogliamo ripeterlo, vogliamo dirlo davanti alle telecamere di tutto il mondo, qui per la Mostra del Cinema, che non può essere solo tappeti rossi e lustrini: quello che sta succedendo a Gaza è un genocidio e va fermato». Un pezzo di cartone, appeso su un tubo di plastica, lo ripete in poche parole: “Gaza non è un film, noi non siamo spettatori".

Mostra del Cinema, il corteo ProPal al Lido tra bandiere e coreografie. Il video

La scritta sulla prua della “Sant’Andrea” e le barche di carta, poi, confermano l’appoggio della manifestazione alla Global Sumud Flotilla.

«Venezia lo sa da che parte stare, Palestina libera dal fiume fino al mare», ha scandito il microfono collegato a tre file di diffusori caricati sul cassone del furgone. Erano quasi le 17, lentamente tutti si sono mossi dietro agli striscioni, come spinti da una corrente. E intanto i più curiosi si sono chiesti chi, dal red carpet, si farà la marcia: «Ma non doveva esserci anche…?».

A bassa voce, però, che non era quello il motivo per cui tutti sono al Lido, oggi.

Ecco i manifestanti ProPal al Lido di Venezia
Ecco i manifestanti ProPal al Lido di Venezia

Ore 17

Prima della partenza, un momento di tensione tra i manifestanti: un cartello che recitava “ribelliamoci alla tirannia ebraica o tutta Europa diventerà Palestina” è stato spezzato perché letto come antisemita. Lo scontro è stato rapidamente spento dall’intervento delle forze dell’ordine e degli stessi organizzatori del corteo.

Ore 17.30

La marcia ha impegnato il Gran Viale, dopo l’intervento dell’Anpi («È bello vedere tanti giovani che si rifiutano di essere indifferenti, l’indifferenza uccide. Diciamo da qui, a tutti i governi, di isolare Israele: è l’unico modo») ha preso la parola Rachele di Global Movement to Gaza, che ha rimarcato il sostegno alle partenze di aiuti indipendenti previste per domenica in direzione della Palestina: «Abbiamo preparato delle barchette colorate, prendetene tutti una, alla fine di questa manifestazione, sono il simbolo della nostra solidarietà alla Global Sumud Flotilla».

L’attivista però non si è limitata a questo: «Il modo migliore per farvi capire cosa si sta organizzando è farvi parlare con chi lo sta facendo, adesso», ha detto annunciando il collegamento telefonico con una degli organizzatori della flottiglia, dalla Sicilia. «La nostra è la più grande azione navale civile mai tentata, il nostro obiettivo è quello di spezzare l’assedio di Israele e stiamo ricevendo un sostegno senza precedenti», ha spiegato la voce trasmessa dal sud Italia, «Non abbiamo alcuna affiliazione politica, quello che facciamo è possibile solo grazie a tutti voi».

Ore 18.30

Preceduti dai blindati delle forze dell’ordine e da un’avanguardia di telecamere, macchine fotografiche e registratori, i manifestanti hanno raggiunto le transenne di lungomare Marconi, ormai a un passo dai varchi di sicurezza della Mostra, dai metal detector e dal tanto ammirato tappeto rosso.

L’avanzata è stata lenta, scandita da continue pause, per dilatare al massimo un percorso inevitabilmente corto. Diecimila i partecipanti rivendicati dagli organizzatori, cifra che la questura di Venezia ridimensiona dividendola per due. Gli ultimi metri sono stati anche l’occasione per invitare tutti a un’altra protesta, il 14 ottobre a Udine, quando la nazionale di Israele giocherà allo stadio per le qualificazioni ai mondiali di calcio.

Un secondo episodio di tensione, contenuto, ha poi visto protagonisti i rappresentanti del gruppo dei digiunanti per Gaza: gli attivisti hanno infatti denunciato di essere stati aggrediti per aver sventolato la bandiera di Israele, al fianco di quella palestinese; il gruppo aveva avanzato questa proposta, indubbiamente provocatoria, già all’assemblea organizzativa che settimane fa, nella sede Emergency della Giudecca, era servita a definire i punti principali della protesta; l’idea era stata bocciata immediatamente da tutte le altre realtà, che l’avevano giudicata pericolosa, ma i digiunanti hanno deciso di metterla in atto comunque, finendo per attirare reazioni secche da parte degli altri presenti.

«Non sono state accettate le fasce verdi di Hamas, non sono stati accettati messaggi antisemiti e, allo stesso modo, non è stata accettata la bandiera che si trova dipinta sui caccia che bombardano la Striscia», ha tagliato corto Tommaso Cacciari, che però ha anche specificato come non sia stato il servizio d’ordine a strappare via il vessillo israeliano: «Noi ci siamo limitati a chiedere loro di mettersi per lo meno in coda, per non alimentare tensioni, e si sono rifiutati di ascoltare. Ma certo non abbiamo alzato le mani».

Attori e artisti al corteo

I primi attori a unirsi al corteo sono stati la giovane Tecla Insolia e l’attore Roberto Zibetti (visto in “La Grazia” di Paolo Sorrentino, film di apertura di Venezia82). Poche parole, riassunte nell’importanza di esserci e di prendere parte al corteo. Tra i volti, c’era anche quello del fumettista Zerocalcare, che ha preferito non parlare: «Sono qui».

Le adesioni tra i vip

«Uno dovrebbe vivere a Gaza per capire davvero quello che sta succedendo. Sono totalmente d'accordo con ogni tipo di protesta, ma la mia paura è che è poi tutto finisca qui e che dopodomani prevalga il solito egoismo quotidiano»,  commenta il regista Gianfranco Rosi, al Lido per “Sotto le nuvole”, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, a proposito della manifestazione ProPal.

Michele Riondino è arrivato al molo dell'Excelsior al Lido per presentare l'horror d'autore  “La valle dei sorrisi” di Paolo Strippoli in cui è protagonista mostrando sul suo cellulare la bandiera palestinese. Non solo: l'attore ha assicurato poi che parteciperà anche alla manifestazione ProPal.

Al photocall del film lo sceneggiatore, Stefano Sardo, ha mostrato - sotto la giacca nera - la t-shirt bianca con il logo di Venice4Palestine, il movimento spontaneo che ha chiesto in un primo momento - con un documento firmato da 1.500 artisti - spazio alla Mostra su quanto accade a Gaza, poi in una ulteriore nota solo a nome del gruppo (senza firme di adesione) anche l'esclusione dal festival di Gal Gadot e Gerard Butler.

Servizio foto/video Marta Buso /Interpress

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