Zara, il primato di Calugerà: l’isola lillipuziana che conta 35 abitanti

Andrea Marsanich

ZARA. Quando si pensa alle isole della Croazia, vengono in mente innanzitutto le varie Cherso, Lussino, Arbe, Veglia, Curzola, Lesina, Brazza, Lissa, l’arcipelago delle Incoronate. Ma c’è un’isola, nel Canale di Zara, che gode di un primato: è la più piccola ad essere abitata.

Parliamo di Calugerà o anche Calogerà, Calogera, Caloghera, Lazzeretto e Lazzaretto, in croato Ošljak o Lazaret. È davvero un’isola lillipuziana, la cui superficie non supera gli 0,33 chilometri quadrati, ma che nonostante le sue dimensioni ridotte ospita una sessantina di case e altri edifici e resti archeologici.

Calugerà vanta un cocuzzolo di 90 metri, da cui si gode una vista emozionante: la dirimpettaia Zara e la vicina cittadina di Oltre (in croato Preko), distante meno di un chilometro e poi tante altre aree dello Zaratino, in Dalmazia, sia in mare che sulla terraferma. Conosciuta sin dai tempi dell’antichità, oggigiorno Calugerà – che i locali chiamano Lazzaretto – ha ufficialmente 35 abitanti secondo l’ultimo censimento, quello del 2021.

Un’isola in controtendenza rispetto al calo demografico che caratterizza la regione insulare croata e infatti nel penultimo censimento, nel 2011, Calugerà aveva 6 residenti in meno. Poco, si dirà, tanto invece per quelle che sono le condizioni di vita, il trend presente, i costi praticati nelle isole.

D’inverno, quando fischia una bora da paura, l’isoletta conta non più di una decina di abitanti, cifra che sale in maniera “esponenziale” durante l’alta stagione turistica, periodo in cui la sessantina di case presenta il tutto esaurito. Di forma ovale e proclamata area naturale protetta nel 1985, Calugerà è ricoperta da fitti boschi di cipressi e pini, oliveti e macchia mediterranea. Gli interessati possono visitare il porto pescatori, scalo ottimamente riparato dai venti e con un fondale che raggiunge i quattro metri. Il monumento più importante è la chiesa di Santa Maria, in origine (VI secolo) tempio tardoantico dedicato a San Girolamo e ricostruito nel XV secolo, periodo in cui l’arcivescovo era Lorenzo Venier. Ci sono poi i ruderi del palazzo della famiglia Calogera, famiglia che acquistò l’isola ai tempi della Repubblica di Venezia e diede il nome all’isoletta.

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