Gli studenti in Serbia bloccano le strade: «Liberate gli arrestati»
Cassonetti e altri oggetti agli incroci delle vie più trafficate. Mobilitazioni in tutte le città. Vučić: «I cittadini sono stufi»

In Serbia nella tarda serata fra martedì e mercoledì hanno fatto nuovamente la propria comparsa i blocchi stradali, attuati dagli studenti in agitazione che protestano contro l’arresto dei propri compagni prima e durante gli scontri di piazza seguiti alla grande manifestazione antigovernativa di sabato a Belgrado.
Nella capitale, gli indignados serbi hanno bloccato con cassonetti della spazzatura e altro materiale alcuni fra i più importanti incroci nevralgici per la circolazione automobilistica, strade di grande scorrimento. Il traffico è stato fermato anche lungo alcuni ponti sul fiume Sava.
Come avvenuto nei giorni scorsi, all’arrivo della polizia, i dimostranti si sono spostati rapidamente ripetendo i blocchi in altri punti della città.
Analoghe forme di protesta si sono registrate in serata in varie altre città del Paese: Novi Sad, Niš, Valjevo, Čačak, Subotica, Zrenjanin.
Il presidente Aleksandar Vučić, principale obiettivo del movimento di protesta che contesta la corruzione, la scarsa democrazia e il controllo sui media, ha messo in guardia i dimostranti dall’estendere tali blocchi a impianti e installazioni vitali per l’economia nazionale, come l’aeroporto di Belgrado, raffinerie, centrali elettriche, fabbriche e cantieri edili. La risposta, ha detto, sarebbe durissima.
Nel corso di dichiarazioni all’emittente privata e filogovernativa Informer, Vučić ha aggiunto che con tali azioni gli studenti stanno perdendo consenso nella società, con i cittadini sempre più insofferenti e costretti a lunghe attese, deviazioni e ingorghi in questi giorni di caldo torrido. Il presidente ha espresso al tempo stesso soddisfazione per il successo del suo partito Sns nella ripetizione del voto locale mercoledì in un seggio a Kosjerić, dove l’Sns si era già affermato nel turno amministrativo dell’8 giugno scorso.
Quello dei blocchi stradali sta diventando un metodo di protesta sempre più utilizzato dal movimento antigovernativo, che lunedì ha costretto la polizia in assetto antisommossa a ripetuti interventi per la rimozione di ostacoli al traffico nella capitale.
Gli studenti chiedono l’immediata liberazione delle decine di arrestati nella notte della grande manifestazione di sabato scorso (si stimano circa 140 mila persone in piazza), quando nel corso di scontri con le forze dell’ordine, si sono registrati una cinquantina di agenti feriti e quasi ottanta persone fermate.
Per bloccare il traffico i dimostranti non utilizzano soltanto cassonetti e oggetti metallici, ma si limitano ad attraversare ripetutamente in gruppo le strade principali, impedendo così ad auto e mezzi pubblici di proseguire la marcia. Il movimento chiede a gran voce riforme ed elezioni anticipate cui potrebbe partecipare con una propria lista. —
Riproduzione riservata © il Nord Est