Zagabria, prestito da 500 milioni per salvare la Holding dei servizi
Il sindaco Tomaševi\u0107: «Il mio predecessore Bandi\u0107 e il management hanno indebitato l’azienda per quasi un miliardo»

ZAGABRIA Le travi della Holding di servizi comunali erano marce da tempo, ma ora l’impalcatura costruita con il malaffare, il clientelismo, l’assegnazione di posti di lavoro a paghe stratosferiche senza praticamente alcun incarico e un surplus terribile di addetti, stava per crollare e sotto le macerie rischiavano di rimanerci il sindaco Tomislav Tomašević (del movimento Possiamo!) e la sua giunta sostenuta anche dalla Sdp (socialdemocratici). La giunta ha chiesto un prestito da mezzo miliardo di euro per sanare i bilanci, decisione avallata dal Consiglio municipale.
Ma come si è giunti questo punto? La pluriennale guida della capitale per mano del defunto sindaco Milan Bandić ragionava - era stata questa l’accusa lanciata più volte nei suoi confronti - in termini di clientelismo. E, fino alla scomparsa prematura del primo cittadino, tutti sono stati zitti perché il gruppo misto di deputati raggranellato da Bandić al Sabor (Parlamento) aveva garantito che il governo di centrodestra a guida di Andrej Plenković tenesse la barra diritta.
A sbattere contro gli scogli del fallimento invece rischiava ora proprio la Holding una delle creature di Bandić.
Quando, in un’intervista dello scorso anno per la rivista Globus, Nikola Vuković, l'ex presidente del consiglio di amministrazione della holding di società pubbliche di Zagabria, disse che il successore del compianto Bandić, l'attuale sindaco Tomašević, si era fatto coinvolgere «in una rete di parassiti e strane persone, non solo nella holding di Zagabria, ma a Zagabria in generale», Tomašević si limitò a scrollare le spalle. Pochi mesi dopo, il sindaco ha detto a una conferenza stampa: «È peggio di quanto immaginassi negli scenari più pessimisti». Ora con il vertiginoso prestito, la città di Zagabria salverà la Holding, che è sull'orlo dell'insolvenza e con problemi che, come affermato dalle autorità municipali, «difficilmente si possono immaginare». La Holding di società pubbliche della capitale, che impiega circa 12.000 persone in 18 filiali che gestiscono immondizia, trasporti urbani, cimiteri, cementifici, ecc., è da tempo un Paese nel Paese. Ma ora è diventato evidente che è sull'orlo del fallimento, ci sono almeno 1.000 dipendenti a libro paga che non fanno altro che essere a libro paga, circa 600 dipendenti ricevono salari significativamente più alti di quelli prescritti dai contratti nazionali di lavoro. « Milan Bandić e il management della holding, da lui nominato, l’hanno indebitata di quasi un miliardo di euro, più dei ricavi della società. Ora seguirà una riorganizzazione radicale e almeno 700 persone saranno licenziate», ha dichiarato il sindaco di Zagabria.
Tomašević ha aggiunto che per la maggioranza, purtroppo, gli scheletri che cadono dall'armadio del defunto sindaco Bandić non sono un problema, il problema più grande è la dimensione politica. Dimensione che ha già creato caos nella Sdp partner di governo di Possiamo alla guida della capitale. Il capogruppo dei socialdemocratici di Zagabria Viktor Gotovac ha chiesto le dimissioni dei suoi compagni di partito dal Consiglio comunale. In risposta il presidente della Sdp nazionale, Peđa Grbin ha dimissionato Gotovac dal suo ruolo, così come aveva cacciato dalla poltrona di leader del partito a Zagabria Davor Bernardić nel tentativo di recuperare quel gap di voti a una cifra che ancora divide la Sdp dall’Hdz a livello nazionale.
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