Yacht russo scomparso in Dalmazia: la polizia croata ferma l’equipaggio della Irina Vu
il comandante sapeva che il panfilo era sotto sequestro. Sospettati di aver violato la legge in materia di limitazione della navigazione, rischiano fino a 5 o 6 anni di detenzione

SEBENICO Il sospettato principale per la scomparsa dello yacht russo Irina Vu, ovvero il comandante spalatino dell’imbarcazione - sotto sequestro dopo l’invasione dell’Ucraina nell’ambito delle sanzioni emanate da Ue, Usa e Gran Bretagna sui beni degli oligarchi ritenuti vicini a Vladimir Putin - sapeva benissimo che il panfilo doveva restare bloccato a Betina, sull’isola di Murter, nel sebenzano.
Lo ha fatto sapere il portavoce della Questura di Sebenico e Tenin, Šime Pavić, smentendo le voci che parlavano di equipaggio ignaro dell'ordine di sequestro emesso dalle autorità croate.
Irina Vu, di proprietà dell'uomo d'affari russo Alisher Usmanov e della sua ex moglie Irina, era stato “congelato” mesi fa e posizionato nell'area per il rimessaggio a secco del porticciolo di Betina. Il 6 ottobre scorso l’imbarcazione era salpata senza problemi varcando il valico marittimo di Ragusa-Dubrovnik e puntando a sud. Il 9 ottobre Irina Vu aveva calato l'àncora nel porto turco di Didim, e l'equipaggio aveva staccato il dispositivo di identificazione Aif.
Rientrati in patria, il comandante e tre marittimi di 36, 51 e 34 anni sono stati arrestati dalla polizia croata. Interrogati nella sede della Procura statale di Sebenico, sono stati scarcerati e potranno difendersi a piede libero. Non ci sarebbero stati i presupposti per la custodia cautelare. Secondo voci ufficiose, i quattro si sarebbero difesi sostenendo che nessun sigillo ufficiale sarebbe stato apposto sullo yacht a conferma del sequestro, il che sarebbe vero. I marittimi avrebbero ricevuto dalla proprietà l’ordine di partire e avrebbero obbedito. Fatto sta che lo yacht ha superato i controlli di Capitaneria portuale, Polizia marittima e Dogana.
Così, mentre i quattro sono sospettati di aver violato la legge sulle misure internazionali in materia di limitazione della navigazione - rischiano fino a 5 o 6 anni di detenzione - giorni fa è stato direttamente il ministro croato del Mare e trasporti Oleg Butković ad annunciare la rimozione dai rispettivi incrichi del responsabile del Settore nazionale per la sicurezza della navigazione e dei comandanti portuali di Sebenico e Betina, visto l’accaduto. Un caso clamoroso, perché Irina Vu si era volatilizzato in ottobre ma per mesi nessuno si era accorto di niente, fino a pochi giorni fa. Sullo scandalo si era espresso pure il premier croato Andrej Plenković, annunciando rigorosi provvedimenti.
Sono in molti ora a chiedersi se la lista delle persone coinvolte sia da considerarsi chiusa o meno. E intanto Usmanov, come aveva già fatto nei giorni scorsi precisando di non poter essere considerato un oligarca, ha ribadito che lo yacht non è più di sua proprietà.
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