Primo test elettorale dopo le proteste in Serbia: l’Sns vince d’un soffio
Il partito del presidente Vučić primo ma sale l’opposizione: a Kosjeríć solo 49 voti di differenza. Affluenza record all’85%

Incidenti, rabbia, tensione alle stelle, scaramucce tra sostenitori del governo e oppositori, denunce di irregolarità, brogli e violenze. E pure risultati più che contestati – ma che indicano comunque sommovimenti politici importanti, a livello nazionale. È lo scenario osservato in Serbia, dove tutti gli occhi erano puntati nel weekend su elezioni amministrative solo all’apparenza secondarie, organizzate in località minori e con un numero di elettori assai ridotto. Sono quelle che si sono tenute a Kosjeríć, 10 mila abitanti, e a Zaječar, più di 30 mila, famosa per una popolare birra e per la triste de-industrializzazione.
Ma le due cittadine, nella Serbia interessata da più di sei mesi di proteste, sono diventate note in questi giorni per ragioni prettamente politiche. E si sono trasformate nell’ombelico del Paese, a prescindere dai numeri. Zaječar e Kosjeríć dove gli elettori sono stati chiamati alle urne per la prima tornata elettorale nello Stato balcanico dall’inizio delle grandi manifestazioni di massa post-tragedia di Novi Sad, banco di prova sia per le autorità al potere e il presidente Vučić sia per le opposizioni e gli studenti, dato che gli “anti-Vučić” hanno unito le forze per sostenere una lista unitaria in quel di Kosjeríć, mentre a Zaječar in corsa c’erano l’Sns e svariate liste di opposizione.
Com’è andata a finire? Con Sns e opposizioni che hanno gridato vittoria all’unisono poco dopo la chiusura dei seggi. E i dati ufficiali che hanno disegnato un quadro complicato, destinato a far a lungo discutere. A Kosjeríć, infatti, sulla base del 100% delle schede scrutinate, ha vinto l’Sns di Vučić e dell’ex premier Vučević, che ha conquistato il 49,2% dei consensi e 14 seggi in consiglio comunale.
Ma la lista di opposizione “Uniti per Kosjeríć” ha ottenuto addirittura il 48,5% e 13 seggi, mancando il primo posto per un pugno di voti, per la precisione solo 49. Eccezionale il dato dell’affluenza, all’85%.
Più agevole, secondo dati ufficiosi dell’organizzazione Crta, la vittoria dell’Sns a Zaječar, città dove il partito di maggioranza nel Paese avrebbe conquistato 14 mila voti e 27 seggi, contro i 10 mila della maggiore lista di opposizione (19 seggi) e i 2.300 (4 seggi) dei Socialisti di Ivica Dačić, al potere a fianco di Vučić. Di certo, numeri alla mano, Vučić ha potuto festeggiare, perché «la gente ha detto che non distruggeranno la Serbia», un riferimento a studenti, oppositori e “indignados” – il tutto mentre gli sconfitti hanno dichiarato di non riconoscere il risultato e di aver vinto. In realtà, la vittoria, di Pirro, dell’Sns, per pochi voti – qualcosa di più simile a un pareggio – e soprattutto la «mobilitazione delle opposizioni rappresentano un rischio reale» per Vučić «alle prossime elezioni», ha spiegato il politologo Aleksandar Ivković.
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