Vertice Osce a Skopje, sì a Lavrov, i Paesi Baltici: «Noi non ci saremo»

BELGRADO Avrebbe dovuto essere un vertice dedicato principalmente a discutere lo stato della sicurezza nell’area euro-atlantica e a pianificare il lavoro dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), oltre che una festa, per celebrare il termine della presidenza macedone all’istituzione paneuropea. Si sta invece trasformando, già prima di iniziare, in una miccia di nuove acute tensioni geopolitiche e diplomatiche, con epicentro Skopje.
Parliamo del trentesimo Consiglio ministeriale dell’organizzazione, in programma proprio nella capitale della Macedonia del Nord da domani, 30 novembre al primo dicembre. Ma un ospite a molti sgradito sta facendo saltare il banco. È il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, che dovrebbe arrivare in città per il summit, insieme a una foltissima delegazione russa, bypassando l’attuale divieto di ingresso in Europa per gli aerei con bandiera russa. La decisione, che era nell’aria da giorni, è stata ufficialmente confermata ieri dalla Bulgaria, Paese il cui spazio l’aereo di Lavrov dovrà sorvolare prima di atterrare a Skopje.
«Il permesso per la partecipazione alla riunione del Consiglio dei ministri dell'Osce a Skopje è concesso al ministro degli Esteri della Federazione russa Serghiei Lavrov e rientra nelle eccezioni all'applicazione del regime di sanzioni dell'Ue nei suoi confronti», ha annunciato ieri il ministero degli Esteri bulgaro, accogliendo una richiesta macedone, che già in precedenza aveva dato luce verde allo sbarco dei russi a Skopje. Città dove è atteso – e forse non è un caso – anche il capo della diplomazia americana, Antony Blinken, che voci ricorrenti suggeriscono dovrebbe incontrare Lavrov proprio in Macedonia del Nord, abboccamento di altissimo livello per discutere di Ucraina, anche se ieri l’ambasciata Usa a Skopje ha smentito la possibilità.
In ogni caso, l’idea di Lavrov ospite di un Paese europeo in corsa per l’adesione alla Ue e già membro Nato non piace a molti, che speravano che la Macedonia del Nord ricalcasse le orme della Polonia, che l’anno scorso, padrona di casa del vertice Osce, aveva rifiutato di accogliere il numero uno della diplomazia russa, suscitando le ire di Mosca. Fra gli arrabbiati, i tre Paesi baltici – Lituania, Estonia e Lettonia – che ieri hanno annunciato il loro forfait a Skopje. Si rischia di «legittimare lo Stato aggressore Russia», hanno dichiarato i ministri degli Esteri dei tre Paesi sul Baltico.
A stretto giro di posta, ha compiuto lo stesso passo anche l’Ucraina. «Dovremmo concentrare i nostri sforzi comuni su come salvare l'Osce dalla Russia, invece di inviare messaggi sulla possibilità di un ritorno alle forme di cooperazione esistenti prima del febbraio 2022», il mese della terribile invasione, ha stigmatizzato Kiev, comunicando che la sua delegazione non volerà nei Balcani.
Il summit di Skopje sarà dunque azzoppato, ma la decisione di invitare Lavrov viene difesa a spada tratta dai padroni di casa macedoni. Lavrov parteciperà «alla ministeriale dell'Osce, così come all'Onu a New York: l'organizzazione ha servito la regione per promuovere i valori democratici e ne avremo bisogno sempre di più in futuro, dobbiamo preservarne» la funzione, ha spiegato ieri il ministro degli Esteri macedone Bujar Osmani. E anche l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell sarà a Skopje, per non lasciare vuota «la sedia Ue e contrastare la narrazione della Russia».
Riproduzione riservata © il Nord Est





