Spese militari per due miliardi: via libera del governo croato

Saranno acquistati sistemi anti-drone, 420 camion “Tatra” e gli obici Caesar, oltre a 44 carri armati Leopard. Gli investimenti resi possibili dai prestiti a tasso agevolato dell’Ue

Stefano Giantin
Il premier croato Andrej Plenković (foto Ansa)
Il premier croato Andrej Plenković (foto Ansa)

Tempi cupi e potenzialmente pericolosi richiedono misure drastiche. Dai costi considerevoli. Leggi, massicci investimenti nella modernizzazione dell’esercito e soprattutto dei sistemi di difesa più moderni, inclusi quelli contro i droni. È la strada che ha scelto la Croazia, membro Ue dal 2013 e nella Nato già dal 2009, con Zagabria che intende spendere, con un più che significativo sostegno di Bruxelles, la bellezza di due miliardi di euro nel comparto difesa.

La strada è stata spianata ieri da una decisione del governo Plenković, che ha dato luce verde all’acquisto di una lunga serie di armamenti e mezzi destinati alle forze armate croate. Tra essi, sistemi di difesa anti-drone, ma anche ben diciotto “Camion Équipé d’un Système d’Artillerie”, i moderni obici Caesar di produzione francese, come pure 44 carri armati Leopard 2A8. Non è finita. Nei prossimi anni, sarà modernizzata anche la flotta di mezzi di trasporto militari, con l’arrivo di 420 camion “Tatra”. Acquisto che sarà realizzato «attraverso il prestito che abbiamo richiesto ricorrendo allo strumento Ue Safe».

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La redazione
Militari dell’esercito croato in una foto del ministero della Difesa di Zagabria

Si tratta del mega-pacchetto sulla sicurezza, fino a 150 miliardi in totale, varato a maggio dal Consiglio europeo, come ha specificato il premier croato Andrej Plenković, dopo aver ottenuto il via libera del consiglio dei ministri. Il Safe, ricordiamo, mette a disposizione dei membri Ue prestiti a tasso agevolato per investire nelle capacità di difesa, anche attraverso procedure d’appalto comuni che coinvolgono più Stati. E proprio il Safe permetterà a Zagabria di «raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati al Summit Nato», ha aggiunto Plenković, un riferimento all’impegno di spendere il 5% del Pil ogni anno per la difesa.

Due miliardi di euro circa (1,945 per la precisione), quelli che la Croazia investirà per i nuovi armamenti, che confermano «l’impegno fermo» del governo nella «modernizzazione» dell’esercito croato, ha fatto eco il vicepremier e ministro della Difesa Ivan Anušić. Investimento, ha aggiunto, che rappresenta un «impegno diretto nella sicurezza dei cittadini», ma anche nel rafforzamento della Nato nel suo complesso. Il ministro ha posto l’accento in particolare sui sistemi di difesa dai droni, che rappresenteranno un passo avanti «strategico» per Zagabria.

Si parla, su questo fronte, di una spesa di 125 milioni, con sistemi che saranno realizzati dall’impresa Končar, in cooperazione con la polacca Aps. Per gli obici francesi, secondo documenti del ministero della Difesa croato, si spenderanno invece 320 milioni all’interno di un appalto comune con Estonia, Bulgaria, Portogallo e Slovenia. La consegna, entro il 2029.

Ben più sostanziosa sarà invece la spesa per i Leopard “made in Germany”, in consegna tra 2028 e 2030, dopo aver sborsato la bellezza di 1,3 miliardi di euro. Troppi, per 44 tank? Ne era convinto il presidente croato Zoran Milanović. Già alla fine del 2024, quando l’affare si stava concretizzando, aveva sostenuto che spendere più di 25 milioni di euro a carro armato sarebbe stato eccessivo.

Una volta arrivati in Croazia, andranno a sostituire i vecchi M-84 e M-80, che dovrebbero essere girati all’Ucraina. Con gli investimenti approvati, la Croazia si colloca fra i Paesi dell’Europa centro-orientale più “generosi” per i nuovi investimenti nel settore difesa, preceduta solo dall’Ungheria.

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