Turismo in Croazia, Zagabria lancia l’allarme: «Attenti a gonfiare troppo i prezzi»
A luglio e agosto un milione di presenze in meno. Il ministro: con rialzi eccessivi settore in pericolo

Mettete un freno al turbinio dei prezzi. In caso contrario il settore del turismo ne risentirà in modo pesante, con ricadute negative su tutta quanta l’economia nazionale che per una certa parte proprio su quel comparto si regge.
È questo l’appello lanciato dal congresso degli albergatori della Croazia che si è tenuto a Zagabria: un messaggio firmato dal ministro croato del Turismo Tonči Glavina e dal direttore dell’Assoturistica croata, Kristijan Staničić.
Entrambi hanno riferito che i dati relativi ad arrivi e pernottamenti quest’anno sono positivi per quanto riguarda la bassa stagione, mentre i mesi di luglio e agosto – quelli centrali, in cui si realizzano i guadagni maggiori – hanno fatto flop.
Come ha rilevato il ministro Glavina, la Croazia nel comparto turistico presenta i prezzi più alti del Mediterraneo, preceduta dalla sola Francia. La conseguenza degli aumenti esplosi soprattutto dopo l’ingresso del Paese in area Schengen, con l’adozione dell’euro dal 2023, è stata spettacolare, ma in negativo: a luglio e agosto scorsi il Paese è stato visitato da 964 mila vacanzieri in meno rispetto allo stesso periodo del 2024. Un buco dal conto salato: 140 milioni di euro di introiti in meno. «Se non correggeremo i prezzi al ribasso – ha aggiunto il ministro – la Croazia risulterà meno competitiva e il calo di arrivi e pernottamenti diventerà una costante andando ad abbattersi duramente sul comparto ricettivo, uno dei volani della nostra economia».
Glavina ha poi ricordato che dal 2020 a oggi i prezzi nel Paese sono lievitati del 50%, ben più di quanto avvenuto nei Paesi concorrenti del Mediterraneo, come Grecia, Turchia, Italia, Spagna.
Secondo Staničić c’è un traguardo da toccare: ribassare i costi, o in alternativa aumentare in tempi rapidi la qualità dei servizi. «Non c’è una terza via per restare sulla rotta. Le correzioni dei prezzi diventeranno prima o poi necessarie e chi tarderà in questo senso andrà incontro a conseguenze non facili per il futuro della sua attività». Tanto Glavina quanto Staničić hanno poi criticato il comportamento di alcuni Paesi, parlando di campagne denigratorie nei riguardi della Croazia, con lancio di notizie su palline di gelato a 5 euro, alghe e squali.
In attesa di conoscere i dati definitivi del 2025, caratterizzato appunto dalle assenze di luglio e agosto, si può ricordare che i numeri del 2023 e del 2024 erano stati più che incoraggianti. Due anni fa, il Paese aveva registrato l’arrivo di 20,6 milioni di villeggianti e di 108 milioni di soggiorni, con incrementi di rispettivamente del 9 e del 3% sul 2022.
Il 2023 come detto era stato l’anno dell’introduzione dell’euro che, secondo albergatori, ristoratori, commercianti e altre categorie, ha contribuito all’impennata dell’inflazione.
Nel 2024, anno in cui l’esplosione delle tariffe turistiche e non solo si è rivelata nettissima (così come nel 2025), le presenze erano state 21,3 milioni e i pernottamenti 108,7 milioni, cifre superiori rispetto all’anno precedente.
Queste le cifre, ma anche il premier Andrej Plenković intanto ha invitato chi di dovere a comportarsi in modo saggio quanto a prezzi in vista del 2026, per non vedere poi conseguenze amare. —
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