Ultraleggero caduto in Croazia, nessun superstite

Aviazione civile croata: «A bordo nei piani di volo tre persone, tutte olandesi. Ma certezze solo dall’esame del Dna»
Andrea Marsanich
Nelle ricerche è stato impiegato anche un elicottero Foto hgss.hr
Nelle ricerche è stato impiegato anche un elicottero Foto hgss.hr

FIUME Come si temeva, non ci sono superstiti dopo lo schianto dell'ultraleggero olandese Cirrus 20, precipitato nel primo pomeriggio di sabato mentre era in volo dopo essere decollato da Maribor, in Slovenia, con destinazione Pola. Il piccolo aereo da turismo, scomparso dai radar intorno alle 12.30, ha concluso tragicamente il suo tragitto in una zona boschiva del versante settentrionale della Piccola Cappella (Mala Kapela) che fa parte del comune di Ogulin, nella regione di Karlovac, a nord–est di Fiume.

La tragedia del volo verso Pola: trovati i rottami dell’ultraleggero scomparso dai radar. I media: “Tre vittime olandesi”
La redazione
Un veicolo attrezzato per operazioni di soccorso in Croazia Foto hgss.hr

È stato ieri l'ispettore capo dell'Aviazione civile croata, Danko Petrin, a confermare il decesso di tutte le persone che erano bordo del velivolo, aggiungendo che non è possibile per il momento stabilire con certezza quanti fossero: «Secondo il piano di volo a bordo dovevano esserci il pilota e altri due passeggeri, tutti cittadini olandesi. Non abbiamo purtroppo certezze perché dopo l'impatto l'ultraleggero si è incendiato, e dunque le indagini sin qui condotte non hanno potuto accertare il numero delle vittime, a causa dello stato dei corpi». Servirà l’esame del Dna, ha aggiunto Petrin, «per identificare» senza ombra di dubbi le vittime. Quando gli è stato chiesto se l’incidente sia stato causato dalle precarie condizioni meteo di sabato - con pioggia, nebbia e foschia - Petrin ha risposto che il nesso non è accertato: «Le non buone condizioni meteorologiche non devono automaticamente significare la causa all'origine della caduta dell’aereo. Le indagini sul luogo si sono concluse, ma proseguono in altra sede e ci daranno una spiegazione su quanto accaduto».

Le ricerche, scattate in Croazia sabato nel primo pomeriggio e protrattesi fino alle 19.15 circa, quando sono stati individuati i rottami, hanno visto coinvolte 120 persone tra Servizio soccorso alpino, Protezione civile, polizia, militari delle Forze armate croate e pompieri volontari. A intervenire sono stati anche un elicottero militare Black Hawk e diversi droni, anche il relitto è stato individuato infine da uomini impiegati a terra. A complicare le operazioni oltre alla pioggia, alla conformazione del terreno e alla visibilità ridotta per nebbia, è stato il rischio di imbattersi in terreni minati, con ordigni bellici inesplosi.

Un altro punto da chiarire riguarda il fatto che l’ultraleggero al momento dell’incidente si trovava parecchio fuori dalla rotta Maribor – Pola. «Siamo in attesa di ricevere i dati dei controllori di volo, che saranno sicuramente molto utili per l'inchiesta condotta ora da polizia, Agenzia nazionale per gli incidenti aerei e Procura di Karlovac», ha detto Petrin. Velivoli come quello precipitato non sono dotati della scatola nera, che avrebbe potuto fornire informazioni preziose per ricostruire l'accaduto.

Riproduzione riservata © il Nord Est