La Slovenia sulle spese per la difesa: «Al 2% del pil nel 2025»

Le nuove linee guida dell’esecutivo: obiettivo anticipato di cinque anni. Il primo ministro assicura che i fondi su welfare e sanità non caleranno

Stefano Giantin
Il premier Robert Golob durante un intervento nell’aula parlamentare
Il premier Robert Golob durante un intervento nell’aula parlamentare

Un’accelerazione significativa, per raggiungere l’obiettivo in anticipo di anni rispetto a quanto ipotizzato. È quella che si prepara in Slovenia, Paese che toccherà il 2% di spese per la difesa rispetto al pil già nel 2025, ben prima del 2030 evocato in precedenza dalle autorità al potere, investendo non solo nell’acquisto di armi, ma anche nelle infrastrutture militari e nella sicurezza.

È quanto prevedono le nuove linee guida governative per la difesa e la sicurezza, che promettono un aumento dello 0,2% del pil delle spese militari da qui al 2030, in modo da toccare quest’anno la soglia suggerita dalla Nato, ovvero il 2%, puntando addirittura al 3% nel 2030.

Il piano è stato sviluppato per «far fronte in modo responsabile e con successo a rischi complessi e crescenti di sicurezza», ha spiegato il gabinetto del premier sloveno Robert Golob, precisando che la situazione geopolitica globale attuale richiede «visione di lungo termine, azioni coordinate da parte di tutti i segmenti della difesa nazionale e la chiara comprensione che la sicurezza è alla base della libertà».

Nuova strategia di Lubiana, ha informato l’agenzia di stampa Sta, che si fonda su cinque pilastri: migliorare le capacità delle forze armate attraverso un aumento della spesa per la difesa, rafforzare l’industria della difesa nazionale, sviluppando infrastrutture a duplice uso. Ma la Slovenia investirà di più anche sulle capacità sanitarie civili e militari e promuoverà ricerca e sviluppo, in tecnologie spaziali e cybersicurezza. Questo perché, ha precisato lo stesso Golob, il governo da lui guidato è convinto che «la sicurezza non si raggiunge solo comprando armi, ma soprattutto coinvolgendo quante più persone possibile nella difesa, nella sicurezza e nel sistema di resistenza».

Investimenti che non toglieranno risorse ad altri settori-chiave, ha poi giurato il primo ministro, assicurando che, in particolare, i fondi per welfare e sanità rimarranno invariati, mentre le maggiori spese non creeranno attriti con Bruxelles, dato che anche la Slovenia ha richiesto una deroga al rispetto delle stringenti regole sul deficit, proprio per poter aumentare la spesa per la difesa. —

 

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