Troppi tonni nell’Adriatico: se ne potrà pescare il 20% in più
I pescatori istriani, dalmati e quarnerini chiedono però di aumentare la quota: «La specie è proliferata, è onnivora e provoca danni all’equilibrio ambientale»

Sono tanti, anche troppi, specie in Adriatico. Ecco dunque spiegata la decisione presa a Siviglia dalla Commissione internazionale per la conservazione dei tonni dell’Atlantico (Iccat), che ha aumentato del 20% per il 2026/28 il limite ammissibile di cattura nel corso di un anno. La quota per la Croazia è stata fissata a 1.250 tonnellate all’anno, di cui 1.080 per i titolari degli impianti di allevamento e il resto, 170 tonnellate, per tutti gli altri, pescasportivi compresi.
La notizia che nelle strutture per la maricoltura, concentrate soprattutto nelle acque dello Zaratino, si potrà elevare di 20 punti la produzione non ha generato trionfalismi. Uno dei responsabili dell’azienda Kali Tuna, Miro Mirković, ha spiegato il perché: «Tutta la produzione croata viene assorbita dal mercato giapponese che purtroppo è in crisi e la causa della svalutazione dello yen. I partner nipponici ci hanno poi già informato che nel 2026 il prezzo dei tonni è destinato inevitabilmente a calare. Non sappiamo come andremo avanti poiché allevare i tonni costerà circa 10-11 euro il chilo, mentre la vendita toccherà i 9 euro. Non potremo permetterci di lavorare in perdita».
Secondo Damir Birkić, presidente dell’Associazione pesca presso la Camera d’Economia croata, i tonni, troppi dopo decenni di restrittive quote di prelievo, stanno creando grossi danni al patrimonio ittico adriatico. «Il tonno è un formidabile predatore, per giunta onnivoro – spiega –. La sua eccessiva presenza è un problema per l’equilibrio ambientale».
E anche per il comparto ittico nel suo insieme. Da qui la proposta dei pescatori professionisti istriani, dalmati e quarnerini di permettere alla Croazia la pesca di ulteriori 500 tonnellate l’anno. Per Ante Mišura, capo della Direzione nazionale per la pesca, a influire sul calo dei pescati di sardelle, alici e papaline sono però pure le condizioni di ambiente, pesca e le politiche europee che incentivano chi rinuncia all’attività. Il ministero croato dell’Agricoltura e pesca ha annunciato uno studio dettagliato sulle cause di questo calo. Nel 2024 sono state pescate 20.111 tonnellate di sardelle, l’anno prima 31.525. —
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