Turismo invadente e caro affitti in Croazia, l’appello dei residenti al governo: «Basta b&b nei palazzi»

Il comitato chiede un incontro al ministro di escludere le strutture ricettive dai condomini: «Rispettare i residenti e non svuotare i nostri centri storici»

Valmer Cusma
Una strada di Parenzo affollata di visitatori durante l’estate
Una strada di Parenzo affollata di visitatori durante l’estate

Dopo il notevole aumento del carico fiscale a carico degli oltre centomila affittacamere privati in Croazia entrato in vigore a gennaio, nel paese il dibattito sul ruolo dei b&b si accende nuovamente. E stavolta per la mobilitazione cominciata per chiedere di limitare le attività ricettive svolte all’interno di palazzi e condomini.

L’iniziativa civica Stanari zajedno (Residenti uniti) ha rivolto un appello formale al governo croato per vietare la presenza di appartamenti turistici negli edifici residenziali, sostenendo che ciò violi il diritto costituzionale a una vita sicura e dignitosa.

I rappresentanti del comitato stanno discutendo del problema con esponenti sia della maggioranza che dell’opposizione in Parlamento e hanno in programma anche un incontro con il ministro del Turismo, Tonči Glavina.

Melisa Mladineo Brnčević, portavoce del gruppo, denuncia che i residenti sono costretti a subire rumori continui e il costante via vai di turisti, con un impatto diretto sulla qualità della vita e sul diritto alla tranquillità. «Non abbiamo nemmeno il minimo garantito: la sicurezza», afferma.

L’iniziativa chiede una modifica dell’articolo 73 della Legge sulla proprietà, per definire chiaramente cosa si intenda per appartamento, edificio residenziale e unità a uso turistico. Propone inoltre la revoca di tutte le autorizzazioni per affitti brevi negli edifici adibiti a uso abitativo. «Non siamo contro il turismo, ma non c’è posto per gli appartamenti turistici nei palazzi dove vivono famiglie e residenti», sottolinea Mladineo Brnčević.

«Spalato perde 4 abitanti al giorno», dice il comitato, secondo cui «se non si interviene verrà a trovarsi nella stessa situazione di Fiume, dove la popolazione è scesa sotto i centomila abitanti, per cui è in pericolo il suo status di grande città».

Stanari zajedno denuncia l’inarrestabile svuotamento dei centri storici e lo sfratto degli studenti all’inizio della stagione estiva, tutto in funzione della rendita turistica. «Lo Stato deve decidere: vuole mantenere la popolazione residente o diventare un paese per stranieri?», si chiede l’iniziativa, aggiungendo che se la legge sarà modificata, molti più appartamenti torneranno disponibili per l’acquisto o l’affitto da parte delle giovani famiglie.

Dopo un primo confronto con il gruppo parlamentare del Partito socialdemocratico, la deputata Jasenka Auguštan-Pentek ha definito le richieste “legittime” e ha promesso che se ne discuterà nel partito. Ha inoltre evidenziato il problema della mancanza di ispettori sul territorio, sottolineando che anche in caso di modifiche legislative resta da capire chi potrà farle rispettare. Stanari zajedno ha annunciato l’intenzione di continuare il dialogo con i gruppi parlamentari di Hdz, Mozemo (Possiamo) e con il ministro del Turismo, nel tentativo di riportare l’equilibrio tra turismo e diritto all’abitare. —

 

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