Ritorna il servizio militare obbligatorio in Croazia: via libera del Parlamento

Prime chiamate ai ragazzi del 2007 entro fine anno: leva di due mesi. Prevista l’obiezione di coscienza

Stefano Giantin
Militari dell’esercito croato in una foto del ministero della Difesa di Zagabria
Militari dell’esercito croato in una foto del ministero della Difesa di Zagabria

I tempi sono cupi, la pace tra Ucraina e Russia appare lontana, mentre le provocazioni di Mosca sul “limes” Ue inquietano. E allora bisogna farsi trovare preparati, anche reintroducendo una “mini-leva” obbligatoria, dopo che il servizio militare era stato messo in soffitta, nel lontano 2008.

Accade in Croazia, Paese membro Ue e Nato che, da venerdì, ha ufficialmente resuscitato la “naja”, anche se della durata di soli due mesi. Lo ha deciso, dopo mesi di discussioni e preparativi, il “Sabor”, il Parlamento di Zagabria, dove 84 deputati hanno votato le necessarie modifiche alla Legge sulla Difesa e gli emendamenti che ripristinano la leva. Trenta gli astenuti, solo undici i contrari.

Leva che avrà il nome di «addestramento militare di base», durerà quattro settimane e le prime chiamate ai ragazzi della classe 2007 dovrebbero arrivare entro la fine dell’anno, con le prime visite mediche attese a dicembre.

Addestramento, hanno spiegato i media di Zagabria, che riguarderà tutti i giovani che compiranno 18 anni, ma anche chi ha tra i 19 e i 30 potrà essere inviato all’addestramento alle armi – dato che il servizio potrà essere rinviato per motivi eccezionali o di studio. Prima del periodo di leva, le reclute saranno sottoposte a visite mediche, per verificarne l’idoneità.

Come in passato, sarà prevista anche l’obiezione di coscienza, per motivi religiosi o per convinzioni etiche contro l’uso delle armi. Chi sceglierà il servizio civile, da quanto emerso, sarà cooptato nella protezione civile o in enti locali. Esenti dalla leva, le ragazze, anche se potranno arruolarsi come volontarie.

I coscritti riceveranno anche un rimborso durante la leva. Incasseranno infatti 1.100 euro al mese – e sono stati evocati anche benefici per le assunzioni nel pubblico per chi parteciperà all’addestramento nell’esercito – mentre per gli obiettori lo “stipendio” non è ancora stato deciso, ma dovrebbe essere significativamente inferiore. Il ministero della Difesa ha già calcolato che la leva dovrebbe costare poco più di 23 milioni di euro.

Secondo le prime stime, saranno circa 18 mila i giovani che saranno convocati per l’addestramento militare ogni anno. Addestramento, ha precisato il ministero della Difesa, che ha come «obiettivo quello di dare ai giovani competenze militari» seppur di base, ma secondo Zagabria utili «in situazioni di crisi», contribuendo così «alla sicurezza nazionale». I coscritti, dopo i due mesi, diventeranno così «una parte importante delle forze di riserva delle forze armate», ha aggiunto il dicastero.

Il suo titolare, il ministro Ivan Anušić, aveva da parte sua anticipato in settimana che la mossa era dovuta. «Osserviamo un aumento di diversi tipi di minacce, che richiedono un’azione rapida ed efficace da parte dell’intera comunità nazionale», ha sostenuto Anušić.

E «di fronte a una minaccia, è cruciale difendere il Paese», ha chiosato. E pure il servizio civile è importante, perché «rafforza le capacità dello Stato» in caso di altre crisi, ha fatto eco da parte sua il ministro degli Interni, Davor Božinović.

Ma ci sono anche critiche, seppur minoritarie. L’Sdp, all’opposizione, pur sostenendo l’addestramento militare, ha stigmatizzato il fatto che ci saranno delle discriminazioni, in particolare verso donne e obiettori, mentre il partito Možemo! si è opposto fermamente alla leva. Nel frattempo, attivisti hanno lanciato Vojnirok.hr, portale che chiede «lo stop alla leva», elencando una lunga serie di presunte criticità sul servizio obbligatorio.

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