Slovenia in ginocchio dopo il maltempo, la solidarietà dell’Ue

Oltre 500 milioni di danni provocati da nubifragi ed esondazioni. La commissaria von der Leyen: «Situazione straziante»

Stefano Giantin
L'intervento dell'Esercito
L'intervento dell'Esercito

LUBIANA Quello che è stato definito a ragione il peggior disastro naturale della storia slovena recente ha un costo ben preciso: almeno mezzo miliardo di euro – ma la stima potrebbe essere al ribasso. È stata la giornata dei bilanci, ieri a Lubiana, dopo l’eccezionale ondata di maltempo e le alluvioni che hanno colpito il Paese. A tracciare il quadro è stato il premier sloveno Robert Golob, rientrato dalle ferie proprio a causa dell’emergenza, che ha parlato appunto di almeno «500 milioni di euro» di danni, ma sicuramente si andrà oltre quella cifra, ha anticipato dopo una sessione speciale del Consiglio di sicurezza nazionale e in vista di una riunione di gabinetto indetta per discutere misure ad hoc di sostegno economico alla popolazione colpita.

Paese – o meglio almeno due terzi di esso, ha precisato Golob - che sta vivendo una grande emergenza che richiede uno sforzo importante per la ricostruzione, in particolare sul fronte delle infrastrutture stradali ed energetiche, senza dimenticare le centinaia di case danneggiate – e tutti i partiti, al governo e d’opposizione, hanno concordato che bisogna agire insieme «così che i nostri cittadini possano riprendersi più rapidamente», ha rassicurato Golob. E «voglio che questa unità politica duri il più lungo possibile», ha aggiunto.

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La strategia pensata da Lubiana prevede in particolare di garantire maggiori poteri ai sindaci in particolare nell’ambito degli appalti, in modo da velocizzare procedure e realizzazione dei lavori, con provvedimenti legislativi finalizzati in questo senso che dovrebbe essere approvati dal Parlamento entro mercoledì prossimo. «Sono estremamente felice dell’unione dimostrata» e del fatto «che l’opposizione è qui con noi, abbiamo un lavoro da fare insieme in questi tempi difficili», ha confermato anche la presidentessa Nataša Pirc Musar.

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La Slovenia non sarà lasciata sola, ha assicurato da parte sua anche la presidentessa della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha descritto come «strazianti» le immagini delle «colossali inondazioni» che hanno devastato ampie parti del Paese. «L’Ue è a fianco del popolo sloveno», si è espressa von der Leyen, promettendo «aiuti» immediati, «se serviranno».

L’Unione europea, in ogni modo, si era già mossa venerdì sera, attivando il sistema di management delle crisi “Copernicus” , su richiesta della Protezione civile slovena, mentre è rimasto in standby il Meccanismo della protezione civile Ue, che può essere attivato – con l’invio di aiuti – nel caso un Paese membro non fosse in grado di gestire da solo l’emergenza. Di questo ne discuterà col governo di Lubiana direttamente «il commissario Janez Lenarcic», sloveno, ha informato ancora von der Leyen, riferendosi al titolare del portafoglio dell’Unione europea sulla gestione delle crisi. «Spero che il Governo italiano saprà tendere l'orecchio al grido di dolore e di aiuto che giunge dalla Slovenia, un Paese vicino e amico che in questo momento sta vivendo ore drammatiche - è l’appello lanciato dalla senatrice Pd Tatiana Tpjc -. Un'alluvione come mai si era vista prima sta mettendo a dura prova un piccolo Paese che ora ha bisogno del soccorso internazionale».

Nel frattempo, anche ieri è proseguita l’opera di soccorso e di contenimento dei danni. Fra i luoghi più colpiti di tutto il Paese, la cittadina di Crna na Koroskem, non lontana dal confine con l’Austria, raggiunta solo ieri dopo oltre 48 ore da reparti di soldati dell’esercito sloveno, che avvalendosi degli elicotteri sono finalmente riusciti a entrare nel paese isolato a causa delle acque. Ma la lista dei disastri è lunghissima, con le autorità di Lubiana che hanno parlato, per bocca del ministro della Difesa Marjan Šarec, di tutti i mezzi e gli uomini operativi disponibili. E di più di 3mila eventi nefasti legati al maltempo in sole 48 ore in 145 delle 212 municipalità slovene – con le aree più colpite nella Slovenia settentrionale, nordoccidentale e centrale - e di 121 evacuati via elicottero, per non parlare dei 4mila costretti alla fuga da Celje. Tanti anche i turisti e gli stranieri evacuati o alloggiati in strutture d’emergenza, tra cui mille a Recica ob Savinji e 650 a Trbovlje, la maggior parte viaggiatori in transito rimasti bloccati a causa di strade e autostrade interrotte. Di quest’ultime, sono rimasti chiusi anche ieri diversi tratti della A1, nella zona di Celje, mentre non si contano i ponti crollati su strade statali e arterie secondarie.

Il maltempo, nel frattempo, ha colpito nuovamente ieri anche Croazia – con esondazioni nell’area di Zagabria e la Sava che fa paura – e Belgrado, investita da una fortissima tempesta che ha causato ingenti danni.

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